di giuliomozzi
Sono a Tencarola, al capolinea del 12, seduto sulla panchetta sotto la pensilina. Aspetto il 12 delle 14.30. Sto leggendo Rituum forma. La teologia dei sacramenti alla prova della forma rituale di Loris Della Pietra, edizioni Il Messaggero. Sono a pagina 311.
Accanto a me è seduto il tipo dell’oro, anche oggi senza oro. Legge Sulla religione. Discorsi a quegli intellettuali che la disprezzano, di Friederich D. Schleiermacher, edizioni Queriniana. E’ a pagina 75.
Il sole scalda, ma c’è un venticello freddo e sottile.
Arriva Santiago.
“Ragazzi, ma cosa diavolo leggete nella vita?”, dice.
22 novembre 2012 alle 23:40
Ma Santiago portava, per caso, delle catene d’oro?
23 novembre 2012 alle 00:01
ahahahah
23 novembre 2012 alle 00:03
Questa è forte.
23 novembre 2012 alle 00:43
nella vita? ahahahah!!!!!!
23 novembre 2012 alle 00:50
geniale 😀
23 novembre 2012 alle 06:31
Okay, sì, così va bene, ancora un passo: cosa cominciano a rispondere quelli (quello) (lì sotto la pensilina sul sedile duro, pazienti, in attesa non attesa, che han tirato su la testa, lo han guardato (quel Santiago) con la mano sulla pagina sul libro, Mozzi e il convertito, uomini di buona volontà, senza pretese (ori), come frati, mani fredde piedi freddi bavero su …
23 novembre 2012 alle 06:49
Non riceverai soddisfazione, Mario.
23 novembre 2012 alle 07:55
okay, seguire gli sviluppi, ma mi domando perché questa resistenza all’apertura conformemente agli sparsi indizi
23 novembre 2012 alle 08:14
mi ero perso le “puntate” precedenti. La ferocia (che ti è propria) con la quale descrivi il titolo del testo che sta leggendo l’uomo dell’oro ti iscriverebbe, già solo quella, nel club esclusivo di Faulkner. (va da se che mi manda fuori di testa). E grazie.
23 novembre 2012 alle 10:29
E a questo punto non si capisce più se Santiago è il personaggio di Introduzione ai comportamenti vili finito anche in questo racconto o se è il reale commentatore di Vibrisse.
23 novembre 2012 alle 11:13
Ma non sappiamo se il commentatore di vibrisse sia reale, Federico.
23 novembre 2012 alle 12:03
Né sappiamo se il Santiago del romanzo sia immaginario, del resto.
Mmmh… Qui ci vuole un altro caffè.
23 novembre 2012 alle 15:18
Un vero colpo di genio l’apparizione di Santiago!
23 novembre 2012 alle 16:44
Santiago è un personaggio di Hemingway?
23 novembre 2012 alle 18:10
E questo sarebbe un colpo di genio? Ma che diavolo di lampade avete frequentato nella vita?
23 novembre 2012 alle 18:33
Meglio averli e non frequentarli i colpi di genio. Di solito hanno caratteri difficili…:P
23 novembre 2012 alle 18:59
Il colpo di genio, per me, sta nell’aver preso un commentatore del blog e nell’averlo portato dentro il racconto, attribuendogli la stessa battuta, ma in un contesto diverso: Santiago nel suo commento “vero” diceva “Ragazzi, ma cosa diavolo leggete nella vita?” perché, proprio come a Giordano Boscolo, gli pareva che si sprecassero gli elogi per questa piccola fiction seriale di Giulio, mentre il Santiago dentro il racconto dice la stessa frase a due tizi che leggono delle opere di teologia e filosofia… Poi, certo che non siamo dalle parti dell’Amleto o dell’Orlando Furioso, ma questo è già stato notato da tanti e dall’autore per primo. Io non sono tanto smancerosa né mi piace sdilinquirmi in elogi, specialmente in un caso come questo, in cui le lodi sperticate al “padrone del blog” potrebbero essere in odore di ruffianeria, ma devo riconoscere che certe trovate sono carine.
23 novembre 2012 alle 19:40
Santo cielo, marisasalabelle, hai spiegato la barzelletta!
23 novembre 2012 alle 20:44
E quella sarebbe stata una barzelletta? Giordano, ma che diavolo di lamprede frequenti nella vita?
Comunque: Santiago è un personaggio di alcuni miei racconti (pubblicati) e di un mio romanzo incompiuto. La sua relazione col Santiago commentatore è un caso di mera omonimia. In effetti dicono cose simili; ma, attenzione: non dicono la stessa cosa.
23 novembre 2012 alle 21:33
Ceci ce n’est pas un Santiago.
23 novembre 2012 alle 23:50
Che bello, era dal ’93 che non mi facevano più domande sulle lamprede. Nostalgia canaglia…
24 novembre 2012 alle 02:21
Wow questo è più di quello che mi sarei aspettato NELLA VITA!
Il mio sogno si è compiuto. Sono diventato un personaggio di un racconto (o mini-racconto). Grazie Giulio, davvero. Mi hai fatto felice.
(Anche se il racconto fa schifo).
Scherzo, è di gran lunga il migliore di quelli che hai scritto in questi ultimi giorni: fulminante. E non lo dico perchè sono citato, anzi, dovrei forse arrabbiarmi seguendo la vostra logica rabbiosa e crudele? Giammai, tutto questo è bellissimo, stupendo e geniale. E si, mi sono amazzato dalle risate.
Visto? Forse ti serviva solo un’idea.
Ma non provare a rubarmi il copyright. Santiago è mio, già depositato alla Siae e già personaggio e protagonista di un romanzo e alcuni racconti.
Dovevo solo “testarlo” e il “putiferio” che si è creato intorno a lui e il fatto che tu addirittura gli abbia dedicato un tuo scritto è per me fonte di assoluta certezza: funziona.
Così devo solo limare le ultime cose e spedire il tutto alle diverse case editrici che ho preso in esame.
Grazie, senza di te forse sarei ancora in alto mare. Grazie di cuore, mi hai aperto un portone.
Ah, a proposito
niente.
24 novembre 2012 alle 04:27
a proposito
ragazzi: ma cosa diavolo scrivete nella vita?
24 novembre 2012 alle 07:23
Santiago, scrivi:
e
come se io non avessi scritto:
I primi testi miei col personaggio Santiago sono stati pubblicati in volume nel 1998, 1999, 2000. Il troncone del romanzo incompiuto è stato disponibile in vibrisse per diversi mesi, tra il 2005 e il 2007.
Peraltro non mi sono mai sognato di depositare in Siae il personaggio. Trovo la cosa un po’ ridicola.
Non mi pare che si sia destato un “putiferio” intorno al personaggio Santiago. Mi pare che tu abbia scritto delle sciocchezze con toni un po’ isterici, e che qualcuno te l’abbia fatto notare con garbo e pazienza. Tutto qui.
24 novembre 2012 alle 11:51
Ciao Santy, il tuo ultimo commento mi ha “stuzzicato l’immaginazione”…mi sono venute in mente 2 persone che litigano da una vita, e poi si riappacificano grazie ad una sciocchezza…sei sulla strada giusta, però non perderti nel sottobosco: continua a studiare e tra qualche anno sarai un leone! e poi vorrei mandarti virtualmente una slitta piena di coccole e grattini natalizi..! e non provare a restituirmeli, te li becchi e basta!!
24 novembre 2012 alle 14:15
Giulio caro ma non capisci proprio che il fatto di depositare in siae il personaggio è ironico?
Tutto il resto invece è vero, mi è piaciuto e ti ripeto che il personaggio di Santiago come lo intendo io lo uso nei miei scritti.Il tuo sarà certamente diverso. Poi, perdonami ma qui non stiamo con il naso in sù a prefigurarci asinelli che cadono quindi se hai usato il nome Santiago, se l’hai ritirato fuori (secondo la logica che l’hai già usato ecc.) in questo testo e l’hai fatto mettendogli in bocca le mie parole e in questo dato momento storico bè..caro il mio furbacchione ma che stai a dì? L’hai fatto per tutto quello che è venuto fuori in questi ultimi giorni sul blog. Stop. Sei davvero arrivato a ‘sto punto di rubacchiare quà e là agli altri per avere un’idea “nuova”?
Vabbè questa è cattivella lo so ma è quello che dai a vedere.
Dici che ho scritto sciocchezze con toni isterici uhm si si già già. Ma non eri tu quello che ha detto “non capisci niente, via aria, sciò”? senza argomentare un piffero o grande maestro della retorica?
e vabbè a ‘sti vecchietti bisogna pur concedere qualcosa 🙂
Spero che coglierai che anche in questo intervento ho il sorriso benevolo stampato in faccia.
E.Dice dici a me? Non so a quale commento ti riferisci, forse a quello in cui ho scritto che mi piace il fatto di essere citato? Sai, è la verità, mi è piaciuto, ben sapendo che un personaggio non vive di vita propria ma è l’autore che lo fa muovere. Grazie dei preziosi consigli e dell’incoraggiamento, ne farò tesoro. Quello di non perdermi nel sottobosco è una puntualizzazione esatta. Purtroppo a volte capita. ma per fortuna c’è sempre chi, con i suoi comportamenti, agisce da specchio, per cui ci starò attento.
Non te la rimando indietro la slitta piena di primizie natalizie, anzi, rincaro: te la mando anch’io.
24 novembre 2012 alle 16:03
Santiago, mi fai sempre più orrore. E’ evidente che non capisci quello che ti si dice, che parli a caso, eccetera. Ciò che mi sfugge è se ciò sia malizia o stupidità. I tuoi interventi d’ora in poi, salvo aggiramenti del sistema da parte tua, finiranno in moderazione e lì resteranno.
24 novembre 2012 alle 18:25
Ciao, chiedo scusa, so che il discorso è chiuso, ma volevo scrivere un’ultima cosa a Santiago: prima di pensare che tu sia un “troll”, preferisco immaginarti come un ragazzo ingobbito davanti al PC, timido, con gli occhialoni spessi, che avrebbe tante belle cose da dire, ma non trova le parole giuste e se la prende con tutti…invece di entrare in discorsi nei quali rimani poi trafitto, fai un passettino per volta: potresti spogliarti di tutti quei “paroloni letterari” e puntare su frasi semplici, meno complicate. sarebbe bello leggerti in tutta la tua semplicità! e se sei davvero così giovane, dimostralo: non ti serve nient’altro per essere felice!
27 novembre 2012 alle 04:35
Da anni ormai i percorsi di Barbara sono cambiati, e quando va a Padova, il 12 non lo prende più. Poi però accade che, peripateticheggiando per i blog, incontra una strana storia che parla del fatidico 12, del capolinea di Tencarola, di tizi strani che leggono e fanno cose strane, e insomma la punge vaghezza di andare a vedere. Così al successivo viaggio nella città natale si organizza, si ritaglia un po’ di tempo fra un impegno e l’altro e prende il 12, scendendo al capolinea di Tencarola. Loro sono tutti lì, seduti sulla panchetta sotto la pensilina, lo scrittore e l’uomo dell’oro coi loro libri da intellettuali, la supergnocca, cui è venuto il dubbio di essersi persa qualcosa, con l’ultima edizione del Kamasutra, l’autista, che è rimasto un po’ indietro, con la penultima edizione, il Santiago con un libro misterioso avvolto in carta di giornale per non farlo riconoscere.
“Posso?” chiede Barbara. I cinque, senza rispondere e senza sollevare gli occhi dalle loro letture, si spostano per lasciarle posto. Lei si siede, apre la borsa e tira fuori il libro che si è portata dietro per ogni evenienza, casomai non ci fosse stato nessuno e avesse dovuto ingannare l’attesa del prossimo autobus. I cinque fingono indifferenza, ma stanno rischiando lo strabismo permanente per vedere che cosa legge la nuova arrivata. La quale si posa sulle ginocchia una ponderosa raccolta di strisce di Calvin e Hobbes, proditoriamente sottratta a uno scolaro durante una lezione. E istantaneamente si scatena il bailamme: “Calvin e Hobbes! Posso guardare? Fammi vedere! Un attimo solo ti prego ti prego ti prego!”
Lei, comunque l’aveva sempre saputo che sarebbe finita così.
2 dicembre 2012 alle 12:19
Ma soprattutto, cosa se ne fa il nostro amico della religione? Con quella mica si fa colpo sulle donne…