Dieci romanzi impubblicabili che mi è capitato di leggere, e che infatti non sono stati pubblicati

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di giuliomozzi

1. Il romanzo di un giovane la cui madre – dalla nascita del figlio in poi – vive muovendosi nel tempo a ritroso, mentre il padre – dallo stesso istante – vive muovendosi nel tempo nella direzione giusta ma a velocità doppia. Per cui il giovane nasce nel 1980, da genitori entrambi trentenni, e nel 1990 lui ha dieci anni e la madre venti e il padre cinquanta: eccetera. Il romanzo finisce con il concepimento della madre.

2. Il romanzo, ambientato negli anni Settanta, di una donna che confonde la destra con la sinistra e pertanto milita quindici anni nel Movimento sociale italiano convinta di militare nel Partito comunista italiano; quando la cosa viene scoperta lei ovviamente viene espulsa, ma non riesce a farsene una ragione. Notevole lo sperimentalismo linguistico del romanzo: tutti i termini maschili sono trattati come femminili, tutti i termini femminili vengono trattati come maschili, tutti i passati sono voltati in futuri, tutti i futuri sono voltati in passati. Il presente è voltato in presente, ma di un universo parallelo.

3. Il romanzo di un santo che viene riconosciuto come tale da una sola persona, che peraltro è un mascalzone. Il mascalzone, dopo la morte del santo, cerca ad ogni costo di farlo riconoscere come tale: a tale scopo uccide tutti coloro che si oppongono al riconoscimento. Qualche secolo dopo (il romanzo è ambientato nel tredicesimo secolo) per errore viene canonizzato il mascalzone.

4. Il romanzo di una donna povera diventata improvvisamente ricca a causa di una vincita alla lotteria. Mentre la donna impiega saggiamente il denaro incassato in una quantità di investimenti solidi e duraturi, decine di corteggiatori bussano alla sua porta. Disorientata dalla quantità, la donna – pur sempre desiderosa di avere un uomo accanto a sé – si affida al team casting di Grande Fratello. Sposerà il vincitore di Grande Fratello 2016 (il romanzo infatti è ambientato nel prossimo futuro), un giovanotto povero in canna con il quale vivrà a lungo felice e contenta nonché lontana dai riflettori.

5. Il romanzo di un bambino che non sa di essere figlio del lattaio. Quando la madre e il padre ufficiale muoiono in un incidente aereo nell’Arkansas (il romanzo infatti è ambientato in Louisiana) il bambino viene affidato a un fratello del padre, ubriacone e maniaco religioso. Il lattaio rapisce il bambino e viene inseguito dalla polizia federale. L’inseguimento attraverserà (non in quest’ordine) Ohio, Florida, Texas, North Dakota, Colorado, Wyoming, West Virginia, Maine, Oregon). Poi il lattaio e il bambino svaniranno nel nulla. Li ritroveremo, molti anni dopo, ad Albuquerque: in una scena intensa e drammatica il lattaio confesserà al bambino, diventato ormai un trentenne piastrellista, di aver minato l’aeroplano. Il piastrellista uccide il lattaio.

6. Il romanzo di una coppia infelice che decide di fare un figlio – vedi mai che la nascita porti la felicità. Così non è. Dopo dodici anni di infelicità la coppia decide di abbandonare il figlio lungo la strada, in una landa deserta. Lo raccoglierà qualche giorno dopo, disperato e disidratato, un camionista specializzato nel trasporto di barbabietole. Benché il bambino sappia indicare esattamente i nomi e la residenza del genitori, il camionista decide di tenerlo con sé. Il bambino è d’accordo: il camionista sembra un uomo amabile. Seguono svariati capitoli di avventure picaresche, al termine delle quali i due si congedano e il bambino, ormai ventenne, si avvia all’onorato professione di lattaio. (Il romanzo è un prequel del precedente).

7. Il romanzo di una famiglia emigrata per povertà su un pianeta freddissimo in una lontana galassia. Il loro lavoro consiste nell’estrarre dalle viscere del pianeta un minerale rarissimo, indispensabile per la preparazione di uno stimolatore della fertilità dal prezzo elevatissimo. Naturalmente la famiglia, a contatto col minerale, tende a moltiplicarsi spropositatamente: vengono impiegati nel lavoro, pagato malissimo, anche i bambini e talvolta i lattanti. Benché la produttività aumenti di continuo, e benché la domanda di stimolatori della fertilità sia in continuo aumento in tutto l’universo abitato dagli umani (l’umano, infatti, soffre di difficoltà di riproduzione in tutti quei pianeti la cui gravità sia differente, anche di poco, da quella terrestre), il continuo incremento della numerosità della famiglia ne inchioda tutti i membri alla miseria. Finché Geronimo concepisce il folle progetto di una strage familiare…

8. Il romanzo di un giovane uomo e una giovane donna che si amano semplicemente e teneramente, e sono sull’orlo del matrimonio. Il datore di lavoro della donna, individuo malato di concupiscenza, la fa rapire e nascondere in un ex convento recentemente trasformato in superclinica delle patologie sessuali da una fondazione capitanata da un oscuro, altissimo, vecchissimo prelato. Qui la giovane donna viene ripetutamente violentata dal datore di lavoro, dagli infermieri, dagli inservienti, dai medici, dagli amministrativi, dagli amministratori e – in una terrificamente scena di sessualità assistita – dallo stesso oscuro, altissimo, vecchissimo prelato. Quest’ultimo rapporto ingravida la ragazza, che metterà al mondo un figlio e lo chiamerà Giuseppe. Il giovane uomo, nel frattempo, deluso dalle indagini della polizia – che non portano nessun frutto, e vengono palesemente insabbiate dal magistrato pertinente al caso, non a caso membro del comitato etico della fondazione di cui sopra – decide di farsi giustizia da solo. Non ci riesce. Trent’anni dopo lo visita in sogno il fantasma dell’oscuro, altissimo, vecchissimo prelato – nel frattempo defunto – e gli indica dove potrà trovare la donna. Non gli dice però nulla del figlio. Il nostro uomo parte per la Martinica, dove effettivamente trova la donna: a Bellefontaine gestisce, insieme al figlio, la mensa dei dipendenti della centrale elettrica. L’uomo si fa assumere come operaio addetto alle pulizie; osserva, non riconosciuto (sono passati tanti anni!) la donna; scopre – lo sanno tutti – che è sposata a un mormone di origini svizzere e che – lo dicono tutti – ha accumulato immense ricchezze elargendo servizi corporali ai massimi dirigenti della centrale. Una sera l’uomo blocca la donna nello stanzino delle scope. Uno solo dei due ne uscirà vivo. (Vedi la copertina di questo romanzo impubblicabile).

9. Il romanzo di un ragazzo che sogna di diventare calciatore, e diventa effettivamente calciatore. Dopo cinque anni di modesta gloria (gioca in serie A, ma è di quei giocatori che in ogni stagione vengono usati per pagare parte del prezzo di un calciatore di più elevato rango) decide di farsi monaco. Non si sa più nulla di lui per vent’anni. Quando esce dal convento, nel giro di poche settimane (e con l’aiuto di dio) diventa presidente della Uefa. Introduce grandi innovazioni nel gioco: la preghiera obbligatoria prima del fischio d’inizio, il confessionale a bordo campo in sostituzione dei cartellini gialli, la proclamazione di santità dei capocannonieri. Viene ucciso in un attentato spettacolare da una gang di undici giocatori ex-nazionali, glorie degli anni Novanta, lanciatisi col paracadute sulla sua villa presso Termoli. Il corpo mortale lo coglie alla schiena.

10. Il romanzo di una donna di nome X, che ama un uomo di nome X. Ma anche un altro uomo, di nome X, ama la donna di nome X; essendo tuttavia amato da una donna di nome X. La donna di nome X è lontana parente – ma non lo sa – della donna di nome X: un uomo di nome X, infatti, tanti anni prima, aveva ingravidato fuori dal matrimonio una donna di nome X, che aveva generato il padre – di nome X – della donna di nome X. Irrompe sulla scena X, già amante di X e X. Uccide X, storpia X, e taglia a fette X. L’ispettore X viene incaricato del caso. Guidato dal suo infallibile fiuto, X acchiappa X tra le macchie boschive dei Lessini: ha le mani ancora sporche del sangue di X, X e X. Vent’anni dopo X, chimico fisico di professione e investigatore dilettante, scopre e svela l’errore giudiziario: il colpevole è X, non X. Altri vent’anni dopo X, insegnante elementare e storico locale, scopre e svela il falso di X: il colpevole è proprio X, e X – che ne è il figlio segreto, avuto da X – ha costruito una falsa verità per scagionarlo.

139 Risposte to “Dieci romanzi impubblicabili che mi è capitato di leggere, e che infatti non sono stati pubblicati”

  1. Valentina * Says:

    Confesso quanto tutte quelle X abbiano ridestato traumi, da tempo sopiti, sul mio tormentato rapporto con la matematica…

  2. vbinaghi Says:

    In mano a uno che sa scrivere, il 3 sarebbe una grande idea.
    Gli altri sono maniaco depressivi.

  3. Stranoforte Says:

    No vabbe’ ho riso per circa un’ora di seguito.

  4. Giulio Mozzi Says:

    E scrìvilo dunque, Valter.

  5. Marco Busetta Says:

    se il 3 è quello che penso la sintesi è geniale

  6. gennaro fiorillo Says:

    ma come hanno fatto a pensare alla storia del 9? boh…

  7. Irene Guida Says:

    lattai prelati piastrellisti macellai santi minatori spose assassini madri padri figli una combinazione lineare di tutta questa folla fa un’intera popolazione di fantasmi, il cestino dei romanzi sepolti vivi. ritorneranno tutti ad assediare il cestinatore, e lui, barricato in casa, resisterà eroicamente all’assedio. questa è una trama carina!

  8. Daniela Says:

    La prima storia mi ha fatto venire in mente un misto tra “Il curioso caso di Benjamin Button” e “La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo”. Le storie che mi hanno però inquietata, sono quella del lattaio e della famiglia emigrata sulla galassia. Poi ho riflettuto che mai fino ad oggi,ho immaginato storie del genere (e non è ironia o presunzione, è proprio un dato di fatto fine a se stesso). Se ho capito il senso di questo post, devo dire che in effetti non c’è una trama che mi abbia attirato, se non una domanda sull’ultima: ma i personaggi li hanno i nomi, vero?

  9. Cletus Alfonsetti Says:

    il nove lo opziono per cletusproduction. Uscirà in ebook, sarà un successo!

  10. Marco Bertoli Says:

    Nella trama n. 3, Hermann Hesse incontra Borges.

  11. mauromirci Says:

    L’idea del 3 è interessante. Perché è impubblicabile?

  12. Matteo Plebani Says:

    Nel riassunto del 10 sembra che tutti i personaggi abbiano lo stesso nome, visto che viene usata la stessa variabile (“X”). E’ così?

  13. Sandro Says:

    Sull’idea di 1, ma basato su presupposti più o meno coerenti (la teoria della relatività) e gestita in maniera che stia in piedi, c’è un episodio bellissimo di “2001 nights”, un fumetto di Hokinobu Hoshino, che venne pubblicato da Granata Press. Loro sono due innamorati, ma lei invecchia sulla terra mentre lui viaggia attorno nello spazio. Quando si vedono per l’ultima volta, consapevoli che sarà l’ultima volta, lei è ormai anziana e lui potrebbe essere suo figlio, e c’è un addio struggente. (E non è la sola storia di quel fumetto ad avermi fatto piangere. Se vi piacciono i fumetti e se si trova ancora, cercàtelo, vale la pena).
    La 3, effettivamente ha qualcosa di potente – che sarebbe potente se scritto da qualcuno che sia capace di evitare i tranelli che una roba del genere implica. Ma poi mi suona, mi ricorda qualcosa ma non riesco a ricordarmi cosa. Mah!

  14. Giulio Mozzi Says:

    Matteo, Daniela: i personaggi si chiamano X. Tutti.

  15. francescapontini Says:

    A me il 3 ricorda quella novella del Boccaccio dove il mascalzone viene considerato santo. Il 2 sinceramente non mi sembra così male. Troppo politicizzato, forse?

  16. lorenz Says:

    Le idee dei primi due sono secondo me molto originali e notevoli. Nel primo ci vorrebbe una trama che dia senso alle varie direzioni del tempo con un intreccio che ne esasperi gli effetti. Nel secondo forse l’ambientazione Msi-Pci non è attraente, si può trovare di meglio per oliare lo sperimentalismo linguistico che scambia gli opposti. La trama del terzo avrebbe interessato lo scrittore Leskov, che ne avrebbe potuto fare benissimo un romanzo-narrazione russo ambientato nel suo tempo, l’Ottocento, o la fine Settecento.

  17. Antonella Says:

    A me piace il 2. Sa di “1984”. Cambierei anch’io l’ambientazione, come suggerisce Lorenzo, ma in una direzione di sperimentalismo linguistico (e psicologico della protagonista) forse più esasperante. Non pubblicherebbero mai neanche il mio…

  18. icalamari Says:

    Non è possibile. Non è possibile.

  19. flavio d'atri Says:

    La 2 come storio non è malaccio. Temo che non si capisca una cavola, però.

  20. Marco Says:

    E’ interessante la prima, ma non per l’idea, ma per la frase finale. Il romanzo termina con il concepimento della madre. Ma se un essere umano tornasse indietro nel tempo, ringiovanendo e rimpicciolendosi e tornando bambino e poi neonato, potrebbe regredire fino a essere ovulo e spermatozoo e poi lo spermatozoo potrebbe balzare fuori dall’ovulo… E quindi ci vorrebbe un equipe di medici specializzati che salvano ovulo e spermatozoo e lo ricombinano.

    Perche’ lo spermatozoo non potrebbe ritornare nell’organo genitale maschile, riporcorrendolo al contrario e ridepositandosi nei genitali (posto che il genitore sia ancora in vita)… E’ cosi’ l’ovulo… Dunque o il romanzo termina con la scomparsa totale della madre (l’ovulo fecondato si scioglie) oppure ci vuole un equipe di esperti che procedano con la fecondazione artificiale, ma, a questo punto, va raccontato come riescano a invertire il processo che ha portato la madre a essere ovulo-spermatozoo.

    😀

  21. catullo00 Says:

    wow…forse gli scrittori dovrebbero presentarli come ebook gratuiti, sarebbe interessante

  22. Andy Says:

    Ma sono impubblicabili perchè scritti male o per le trame esageratamente distopiche, fumettistiche, improponibili?

    Il 4 non mi sembra così impossibile, l’8 potrebbe essere un libro di Massimiliano Parente. Il 9 in forma di commedia grottesca, alla Oronzo Cana’, potrebbe essere vendibile.

    @Giulio, potresti aggiungere alla lista “Piante Droga” 😉

  23. manaloo Says:

    Peccato non aver inserito i titoli e gli autori 😦

  24. Cletus Alfonsetti Says:

    …adesso qualcuno si alzi e abbia il coraggio di sostenere che tutto questo non somigli prepotentemente al modo, sontuoso, ironico, dissacratorio, col quale Roberto Bolaño ha guardato alla letteratura.

  25. Sandro Says:

    Marco, esiste la storia di un viaggio a ritroso come lo descrivi tu, in cui il personaggio – un professore emerito – subisce un processo di ringiovanimento: all’inizio gli ricrescono i capelli sulla stempiatura, poi gli vanno larghi i vestiti, poi via via fino a dover lasciare la moglie perché più che fare l’amore lui vorrebbe soltanto esser portato al parco giochi e infin tornare bambino, poi perdere la facoltà del linguaggio, poi neonato e infine perdersi nell’infinito stellare della possibilità precedente alla sua nascita. La cosa inquietante che rende interessante la storia è che per tutta questa regressione il personaggio resta consapevole, cioè la sua mente resta quella del professore che s’interroga su questo strano fenomeno, ma il corpo e le sue esigenze tornano all’indietro.
    È una vecchia storia di Martin Mystère, un altro fumetto.
    È curioso come uno spunto non sia mai scartabile a prescindere, e possa portare a idee molto variegate e diverse, alcune buone e altre strampalate, e queste idee a loro volta possono portare a una realizzazione che funziona e che sta in piedi, oppure a un guazzabuglio che fa acqua da tutte le parti.
    Un’altra cosa curiosa, ma questa è personale, è che la numero 2 invece a me sembra davvero poco interessante e poco divertente da sviluppare, mi chiedo come si potrebbe tenere l’equivoco rincarando la dose progressivamente per 150 o duecento pagine.
    Andy: trame “fumettistiche”, non vuol dire niente di preciso, in sé. Sarebbe come dire “trame cinematografiche” o “trame da libri”. Però, a pensarci, questi dieci – ma Giulio, son veri veri, o stai giocando con noi? – son buoni esempi di come a volte ci si abbagli da soli a pensare a un intreccio il più mirabolante possibile, fino a trovarsi nell’impossibilità di farlo stare in piedi, quando il cuore di una buona storia probabilmente va cercato da un’altra parte.

  26. Antonio Says:

    Penso che piuttosto che fare una lista di trame sarebbe più utile spiegare i motivi per cui sono stati considerati impubblicabili (e da chi, anche).
    Immagino che con questo post Giulio Mozzi non voglia sostenere che il discrimine per la ‘pubblicabilità’ riguardi l’argomento o la storia di un romanzo. E allora …?
    Tenendo presente il post sui nomi dei romanzi di alcuni giorni fa, posso capire perché il 10 sia considerato impubblicabile.

  27. Franz Says:

    Vi prego, ditemi che i sedicenti autori di questi “romanzi in nuce” sono stati tutti internati sennò da stasera mi chiudo in casa e non esco più per la paura di incontrarli fuori…

  28. La critica Says:

    Il n. 1 è più o meno la “Freccia del tempo”?

  29. Marilena Says:

    Il n. 8 ricorda vagamente un romanzo distopico di Margaret Atwood: The handmaid’s tale (credo che in italiano sia Il racconto dell’ancella) per la condizione subalterna della protagonista, la scena di sessualità assistita, la nascita del frutto della stessa. Poi forse l’aspirante scrittore si è fatta prendere un po’ la mano 🙂

  30. GiusCo Says:

    In realta’ alcune trame sembrano esasperazioni distopiche / non realistiche / finanche fumettistiche di trame canonizzate (la 8 e’ un iper Promessi Sposi, per dirne una). Fatta salva la lingua, che molte volte redime anche i plot peggiori, questa di Mozzi sembra una precisa direttrice poetica: meglio limitarsi al realismo, in modo da minimizzare il rischio di perdere le redini dello scritto. Mi permetto di far notare, tuttavia, che i titoli che fanno il botto in libreria sono spesso robe non realistiche affatto. Io dunque incoraggerei la produzione di monnezzoni dalle trame piu’ strampalate, lasciando al Mozzi-lettore-segnalatore il compito di esercitare il necessario taglia-e-cuci sulla lingua e sul registro formale.

  31. Raffaella Says:

    Possibile che del numero otto io abbia letto l’inizio? Forse era stato presentato a un famoso concorso che aveva come premio la pubblicazione. Ora che so come si evolve, sono ancora piu’ contenta di averne dato un giudizio non esattamente positivo

  32. Gianni Dello Iacovo Says:

    Nel sequel viene scoperto l’errore ed il santo viene desantificato, Bunuel ne ha tratto un film “La Via Lattea” (cambiando qualche dettaglio per non pagare la siae).

  33. cristian Says:

    Giulio perdonami,
    hanno ragione alcuni sopra, secondo me. Il 3 scritto bene è geniale…

  34. cristian Says:

    Perché geniale il 3?… perché anche un mascalzone in realtà può avere un animo buono e “grazie” a Dio, incredibilmente, proprio perché è un mascalzone vero, ha riconosciuto nell’altro la sua santità, che le persone più cosiddette normali non hanno intravisto. Semplice ma geniale.

  35. stefano re Says:

    Leggevo il 9 e pensavo a Platini… ma lui è già stato un romanzo da pallone d’oro.
    Stefano

  36. pic Says:

    Si ha notizia di un romanzo impubblicabile che sia stato pubblicato? E’ ovvio di No. Un romanzo impubblicabile, per definizione, non è pubblicabile e di conseguenza non viene pubblicato.

  37. Andy Says:

    @Sandro è vero che storie fumettistiche non è una definizione rigorosa, ma sono cmq sicuro che più o meno hai capito cosa volessi dire (visto che citi Martin Mystere)

  38. Alessandro Fontana Says:

    Ho una curiosità: i dieci sullodati sono romanzi inviati a te per commenti, per editing?

  39. DigitalAngel Says:

    Il 2 è simpatico

  40. blogdibarbara Says:

    Io ne ho letto uno più disastrato, da tutti i punti di vista, di tutti e dieci messi insieme, che è stato pubblicato.
    Per quanto riguarda la regressione, ci sono “Memorie di un neonato” di Paolo Mosca e “C’era due volte il barone Lamberto” di Gianni Rodari. E ce ne sarà sicuramente anche qualche altro che non conosco.

  41. Paolo E. Says:

    Il tema del n. 1 è stato affrontato – in maniera secondo me spettacolare – da Dan Simmons in un racconto el “la caduta di Hyperion”. Una coppia di anziani signori sono alla riicerca disperata di una cura per la loro neonata figliola. Dopo aver violato una tomba sconosciuta di uno scavo, una giovane archeologa comincia ad invecchiare all’indietro: si intuisce sempre più durante il racconto chi sia la neonata. Bellissime le pagine sul dramma del giovane fidanzato dell’archeologa che per amore accetta di diventare da amante a ziio.

  42. Paolo E. Says:

    Anche a me il n. 3 ricorda ser Cepparello da Prato. A parte quella del grande fratello che è da cestinare a priori solo per averlo citato, le altre sarebbero forse buone idee, ma forse per compensare una incapacità a scrivere sono state presentate a tinte troppo forti per mascherare tutto il resto, da diventare irrecuperabili monnezzoni? Da incompetente che però legge molto la sensazione che ho è quella.

  43. di questi tempi Says:

    sarebbe interessante vedere anche la lista di dieci romanzi pubblicati che in realtà erano impubblicabili

  44. Matteo Plebani Says:

    Caro Giulio, la tua precisazione riguardo a 10 mi ha fatto venire in mente una citazione da un classico della filosofia del linguaggio contemporanea: “Per quanto ne so, al di fuori dei militanti del movimento nazionalista nero, nessuno si è mai chiamato “x””. (Saul Kripke, Nome e Necessità, p. 103).

  45. Daniela Says:

    @barbara è vero, il barone Lamberto di Rodari, che ricordi. Mi hai incuriosita: puoi svelare qualche indizio sul libro “immondo” pubblicato? (Lo so è assolutamente poco elegante, mi mangio le dita per avertelo chiesto).

  46. Giulio Mozzi Says:

    Per chi non l’avesse già intuito, quei dieci romanzi impubblicabili non esistono. Ieri mattina, in dieci minuti, ho scritto le dieci trame. L’unica alla quale avessi un po’ pensato prima (un paio d’anni fa, mi ricordo benissimo, in un bel giorno di sole, mentre aspettavo una persona all’angolo tra Piazzale Pontecorvo e Via Sanmicheli) è la n. 1. Una volta mi capitò di leggere un romanzo in cui tutti i personaggi si chiamavano X, ma la trama era tutt’altra cosa dalla n. 10. La n. 8 è palesemente ispirata a un romanzo di A. Manzoni. Mi è capitato negli ultimi anni di seguire la lavorazione di romanzi con inseguimenti negli Usa o con calciatori toccati dalla Grazia, ma naturalmente non c’entrano nulla. Nella n. 4 si potrebbe forse inserire un riferimento a San Nicola da Tolentino (che, stando a un libretto che comperai tanti anni fa a Fermo, presso una bancarella, spesso viene in aiuto ai suoi devoti procurando loro vincite al lotto).

  47. Ad Sidera Says:

    L’avevo subodorato. Comunque il 4 – con un finale tragico – sarebbe stato un soggetto fassbinderiano.

  48. Luan Says:

    Difficile che un editor legga per intero (e perda tempo a riassumere minuziosamente) un libro che sin dalle prime pagine gli sembri impubblicabile…

  49. davide Says:

    uff,speravo tanto nel famoso romanzo impubblicabile”bergamasco”,quello del tipo che viveva sulle montagne intorno a bergamo e che aveva trovato aver fatto il militare di leva come l’anno piu bello in vita sua,non mi ricordo piu dove ne lessi 🙂

  50. Elena Porcelli Says:

    Per curiosità, hai risposto agli autori delle boiate? E se sì, cosa gli hai scritto?

  51. Julian Adda Says:

    Sarebbe interessante scrivere le recensioni ai 10 romanzi (im)pubblicati, alla Perec

  52. Giulio Mozzi Says:

    Elena, vedi qui.

    Julian: sarebbe interessante anche scriverne 100 o 500, di questi (micro)romanzi impubblic(-abili)(-ati). (E penso a Centuria di Manganelli, a Microfictions di Régis Jauffret, a Navi in bottiglia di Gabriele Romagnoli, eccetera).

  53. Cletus Alfonsetti Says:

    beh, perchè alla Letteratura nazista in America, no ?

  54. Giulio Mozzi Says:

    Cletus, sto cominciando a concepire un fittizio reportage dal titolo “La letteratura inedita in Italia”. Nel quale si raccontino centinaia di romanzi, si descrivano correnti letterarie, associazioni, circoli, eccetera eccetera. Ma tutto inventato. Tutto.
    Vuoi scriverlo?

  55. Cletus Alfonsetti Says:

    E c’è da chiederlo ? 🙂

  56. Giulio Mozzi Says:

    Ok, quando lo consegni?

  57. Cletus Alfonsetti Says:

    ..dovrei averne già pronti una dozzina di capitoli…(riprendendo lo spunto dai “verbali” della cletusproduction…che si scaricano aggratis, in pdf da qui: http://www.cletusproduction.it/shop/index.php?main_page=page_4

  58. Cletus Alfonsetti Says:

    per il 7 dicembre, Giulio.

  59. cartaresistente Says:

    “La letteratura inedita in Italia” è un’idea bellissima. Se volete vi faccio delle copertine dei libri citati.

  60. Giulio Mozzi Says:

    Carta, pourquoi pas?

    Cletus: non abbiamo fretta.

  61. cristina bove Says:

    sospiro di sollievo!…

  62. enrico Says:

    mi piace ricordare qui gli eteronimi di Pessoa, un uomo intere letterature, correnti, manifesti, opere…

  63. enrico Says:

    … e anche il “Jusep Torres Campalans” di Max Aub, che non ho mai letto…

  64. Elena Porcelli Says:

    oops, ho commentato senza leggere che i romanzi in questione non esistono, ma potrebbero esistere, dato quello che talvolta si legge

  65. Daniela Says:

    Mi hai “fregata”… 😉

  66. blogdibarbara Says:

    @Daniela: ci provo, ma è una cosa talmente sgangherata che ne verrà inevitabilmente fuori un tentativo di spiegazione almeno altrettato sgangherato. Dunque l’autrice-protagonista-io narrante del libro qualificato dall’autrice stessa come romanzo ma in realtà strettamente autobiografico inizia – unica cosa non autobiografica – con lei che si sveglia e apre gli occhi e quello che vede è la sua casa ma non è la sua casa, è più o meno quella ma è più grande, e anche guardando dalla finestra vede un paesaggio che è quello ma non è quello, e allora per capire che cosa sia successo ripercorre tutti gli ultimi avvenimenti, in cui la sua vicenda personale è collegata a una più grande vicenda storico politica. E allora giù a raccontare di avvenimenti e incontri e dialoghi e messaggi, “mi ha scritto Mari”, e vai col copia/incolla di una mail effettivamente inviatale da Marilena; “i ragazzi di CL mi hanno detto” e segue il copia/incolla dei messaggi dei ragazzi di CL e insomma avanti così fino a che si arriva al giorno attuale in cui va in scena uno spettacolo teatrale curato da lei e allora va al teatro e lì ci sono un sacco di personalità e c’è suo padre che le dice “bella di babbo” e poi tutti tacciono perché si alza il sipario e lo spettacolo comincia. Fine del romanzo.

  67. davide Says:

    il 5 sarebbe suggestivo..peccato che sembri un mix di “Peyton place”,una vecchia serie televisiva anni 60,e le clip di Maccio Capatonda..(italia,oggi…)

    notevole:

    “””Quando la madre e il padre ufficiale muoiono in un incidente aereo nell’Arkansas (il romanzo infatti è ambientato in Louisiana)””

    “infatti” ???:) ok che confinano,l’AK è a nord della Lousiana,ma come storia e ambienti,le somiglianze fra i due stati finiscono li(il primo è ancora mid-west,il secondo è classico old south…:)

  68. Daniela Says:

    @barbara, bel casino di trama. Domande successive: te l’hanno consigliato questo libro? Autrice/ore non italiano? Ho pensato se mi hanno parlato di un libro simile: al momento non mi viene in mente nulla. ;(

  69. Anto Says:

    L’ultimo è chiaramente Robbe-Grillet che ha digerito male.

  70. blogdibarbara Says:

    @Daniela: me l’ha regalato l’autrice, che era una carissima amica quando la conoscevo telematicamente. Poi l’ho conosciuta di persona e ho cominciato a prendere le distanze – esperienza che ho in comune con diverse altre persone. Il libro, come romanzo, semplicemente non esiste, la storia della casa che è la sua casa ma le pare più grande, la riconosce e non la riconosce, viene semplicemente lasciata cadere e non trova una spiegazione, non c’è una struttura, non c’è una trama, ma solo un susseguirsi di cose affastellate, si potrebbe paragonare a uno di quei temi delle elementari, massimo prima media, in cui il ragazzino ammucchia su di tutto senza poter distinguere le cose essenziale da quelle superflue e quelle che proprio non c’entrano niente. L’unico aggettivo che mi sembra adeguato è: penoso. La cosa sorprendente è che, come dicevo nel primo commento, qualcuno gliel’abbia pubblicato.

  71. Marco Cetera Says:

    “La letteratura inedita in Italia”, bell’idea. “La proclamazione di santità dei capocannonieri” mi fa sganasciare.

  72. La critica Says:

    @di questi tempi “sarebbe interessante vedere anche la lista di dieci romanzi pubblicati che in realtà erano impubblicabili”. sarebbe invece utile scrivere la lista dei dieci libri che erano impubblicati, e che grazie a sapienti editor e correttori di bozze lo sono diventati.
    Quanto alla letteratura “inedita” qui ci sono recensioni di libri che non ci sono http://lindiceonline.blogspot.it/search/label/L%27Indice%20dei%20libri%20che%20non%20ci%20sono

  73. massimo Says:

    “La letteratura inedita in Italia”, diventasse mai un libro collettivo, tipo “Il ricordo d’infanzia” ci sto (mica voglio levare il lavoro a Cletus, eh, dico solo che se diventasse mai un libro collettivo tipo “Il ricordo d’infanzia”, ci sto); e non è che adesso mi piacerebbe partecipare a tutti i libri collettivi che Giulio propone (posto che questo non l’ha proposto), dico solo che diventasse mai un libro collettivo, tipo “Il ricordo d’infanzia” ci sto. Ecco.

  74. davide Says:

    cit. “la critica”

    “”@di questi tempi “sarebbe interessante vedere anche la lista di dieci romanzi pubblicati che in realtà erano impubblicabili”””

    QUOTO

  75. Daniela Says:

    Insomma a caval donato non si guarda in bocca, ma nel libro sì! Dimmi che l’ha pubblicato a pagamento!

  76. blogdibarbara Says:

    Sarebbe già un conforto, vero? E invece no, gliel’hanno proprio pubblicato aggratise.

  77. Daniela Says:

    Eh già, speravo tu mi salvassi ma invece…aggratise?! E vabbè, c’è speranza, forse…dipende dall’età ;). Comunque per tornare sul tema del post giustamente, di libri con trame da “rabbrividiamo” ce ne sono e magari diventano casi letterai, best sellers…Così è la vita e forse per fortuna: meritocrazia o un gran lato B? Ai posteri…

  78. davide Says:

    “”””di libri con trame da “rabbrividiamo” ce ne sono e magari diventano casi letterai, best sellers”

    mah!

    sinceramente di trame”terribili” non credo ce ne siano troppe nei best seller,semmai cose un pò troppo già lette &sentite,e cmq all estero nel ripete canovacci usurati ci san cmq fare(qui?meno)

    è il resto della letteratura non-best seller che più spesso ha trame esangui..purtroppo

  79. Daniela Says:

    Quoto
    ” sinceramente di trame”terribili” non credo ce ne siano troppe nei best seller,semmai cose un pò troppo già lette &sentite,e cmq all estero nel ripete canovacci usurati ci san cmq fare(qui?meno)

    è il resto della letteratura non-best seller che più spesso ha trame esangui..purtroppo”.
    Dici che ho calcato il dito? Forse sì, però tre metri sopra il cielo, non me lo spiego ancora. Le sfumature le ho anche pensate…

  80. davide Says:

    buondì daniela,che dire

    ci son ancora long e best seller internazionali che ogni tanto qualche guizzo di idee,hanno,eccome,

    (magari ehm,non clive cusserl e wilbur smith,ormai,dopo 20 anni o piu di carriera..,ecco..non intendo quelli,intendo altri )

    quanto agli italiani,di storie che mi son detto,”non è fantascienza,ma che originalità come storia in sè!”credo di esser rimasto a enzo fileno carabba con”pessimi segnali”,nel 2005-ne vale-

    se poi conti che uno dei più grossi long seller dell ondata fine anni 90- inizio anni 0 nella narrativa italiana thriller/noir è”almost blue”di carlo Lucarelli,e nella storia c’è il solito serial killer(però la storia è scrittura con qualche sperimentalismo e ha qualche parte prosaica azzeccata)beh insomma qua da noi,di storie originali senza andar nel fantastico,pochine,intendiamoci non è polemica eh,magari a breve salta fuori qualcosa che spiazza tutti

    quanto a “tre metri sopra il cielo”che dire ,è ambientato a roma nord,a roma “ce stanno ” ‘na miriade di adolescenti e “ggiovvani”,insomma ,il suo bacino di utenza,quel libro,lo aveva da subito 🙂

    dimmi che ne pensi e cosa intendi come”storia valida”(o forte(o interessante)perchè un pò su questo si gioca il destino di tanta letteratura,un pò il lettore deve essere stupito,eh :)ogni tanto

  81. pic Says:

    Io, io, io rispetto il lavoro che fanno sui testi degli altri, quando si tratti di un manuale o un testo filosofico, dove la chiarezza è un elemento imprescindibile. Io, forse, se volessi che un romanzo fosse pubblicato da una casa editrice, forse direi va bene: i maestri siete voi della casa editrice, voi editor, voi rappresentanti del mondo editoriale, ma, io, io, io, mettiamo il caso io fossi uno che, con molta volontà e con una certa gioia o soddisfazione, ha scritto una storia, io non vorrei essere aiutato a migliorarla, o a renderla più comprensibile (rispetto a quale parametro, poi?).
    Faccio un esempio: scrivo: ”Egli camminò per un breve tratto e sentì un rumore alle sue spalle”; in questa frase, io comprendo bene il significato, ma, convengo su quanto sostengono gli editor in merito ad una correzione del testo per renderlo più “migliore”. Qualche anima buona e paziente mi può correggere e dire: guarda bene perché la frase non è corretta. Io, io, io ci penso e chiedo: Perché? Io comprendo cosa vuole dire questa frase che porto d’esempio. Il punto casomai è ben focalizzato sulla destinazione della storia che uno scrive, e, di conseguenza, sull’aspettativa del lettore. Io, io, io, se, poniamo il caso io avessi scritto una storia, la volessi letta da un circolo di grandi letterati, dovrei dare ragione di ogni peggiore frase che vi ho scritta; ma siccome che io, io, io. benché mi sforzi di scrivere come insegnano a scuola, sono davvero uno sprovveduto grammaticale, non devo dare prova ad alcuno, nemmeno al più colto o al più innocente lettore. Punto e a capo.

  82. davide Says:

    iniziare una frase di un romanzo,qualsiasi genere sia,con”Egli”,nel 2012 dc,non credo sia un gran modo per far un romanzo moderno

  83. Daniela Says:

    Buon dopo pranzo Davide, figurati non stai polemizzando e nemmeno io. Convengo con te che i long e best seller internazionali regalano ancora soddisfazioni (personalmente Il petalo cremisi e il bianco di Faber mi è stra piaciuto). A volte mi chiedo se abbiamo già scritto tutto, se dai tempi di Cusserl e Smith noi siamo così cambiati per cui, il lettore si accontenta? Nel senso, se la trama è il meccanismo di far fare scelte al protagonista (che son quelle che il lettore attende come acqua nel deserto) e di come le risolverà, queste scelte possono essere infinite, ma sembrano limitate (parlo dei libri italiani). Non amo il fantasy e non voglio credere che solo lì si abbia la possibilità d’inventare qualcosa in più. La morte di Ivan Illich è un capolavoro enon è un fantasy. La letteratura moderna segue la società moderna, quindi,la nostra società che scelte fa nel quotidiano? Che storie produce? Quelle che poi leggiamo nei libri? Un storia valida è una storia che forma, che scava, che produce nel lettore un punto di non ritorno. Ma la letteratura, deve accondiscendere la società o la deve educare? pardon se sono andata fuori tema o trama 😉 .

  84. davide Says:

    ciao daniela e grazie,
    la metto giù per punti perchè faccio prima

    a-vedo che anche tu concordi col fatto che all estero nello snodarsi della trama san fare meglio(sia libri popolar che piu complessi che quelli con qualche pretesa di autorialità)

    -b quando parlo però del “fantastico”non intendo il fantasy,intendo quella forma di romanzo non necessariamente realista dove appunto qualche irruzione del “fantastico”dà una marcia in piu(esempio su tutti,stephen king,ma anche tanti altri libri anglosassoni,difficilmente incasellabili come genere)

    -c-qui da noi en italie purtroppo si son scelte tre strade,tra i libri editi:

    -1- i libri gialli/noir/thriller,un pò di trama-prevedibile?-e qualche pennellata sociologica come messaggio,che in sto paese esser di sinistra di sa andava di moda fino a qualche anno fa-ora meno-sperando così di ottenere un plus valore come argomenti e quindi sembrare modernissimi-alla lunga la gente della cosa ne ha avuto il rigetto.-

    2-i libri con pretesa di letteratura “alta”o autorialità da dipartimento di italianistica all’università ,magari curati come forma linguistica,anche con qualche guizzo,ma una noia come storie:molto spesso il personaggio non si muoveva dal tinello di casa…e la depressione saliva 🙂

    3-i classici tipi di libro che agli italiani son sempre piaciuti:le saghe familiari,da premio o meno,e i romanzi di formazione

    qui i successi son stai molti:brizzi,mazzantini,tamaro,anche paolo giordano-nel passato,anche tanti altri

    questo,per quello che ho”studiato”io.

    d-rimane il fatto che all estero con canovacci anche prevedibili san spesso imbastire qualcosa qui siam piu smaliziati-o forse solo molto severi- c’è la fissa del”qualcosa di nuovo” a tutti i costi

    e-i libri migliori,molto speso,son quelli dove gli ingredienti non sono così visibili,e dove il libo stesso non si fa incasellare così facilmente in un genere prestabilito :)..e dove l’azione dei personaggi,non 56 ma manco uno solo,va avanti senza dover per forza ricorrere al giallo da ombrellone con poliziotti disillusi &depressi e brigadieri di provincia panciuti 🙂

    ciao dimmi che ne pensi

  85. gian marco griffi Says:

    Me mi piacciono i libri dove non si muovono dal tinello di casa.

  86. davide Says:

    x gian marco:ah sicuro ne ho letto anchio qualcuno di quelli..ma al 5°,sai com’è,volevo un po cambiare tipologia…

  87. enrico Says:

    me le saghe mi fanno impazzire – ma solo se è scritto bene in italiano come scrivevano un tempo – cioè bene – basta che c’è il brigadiere, o anche solo un assassino e un brigadiere, anche due assassini e un brigadiere va bene – mi piacciono molto i carabinieri, i poliziotti meno sai che non so perché – però anche i poliziotti, quelli cinici – quelli mi piacciono – per stringere, se no sbrodolo: una saga sì ma con il brigadiere, l’assassino, un po’ di poesia (almeno quella diavolo!), e un carabiniere, meglio che il poliziotto – non so perché – tinello devo andare a vedere cosa vuol dire su google e te lo dico dopo…

  88. pic Says:

    @ Davide
    Presumo che il mondo dell’editoria abbia bisogno di romanzi moderni, così, come un venditore di scarpe ha bisogno dei modeli alla moda. Questo siamo arrivati?… Siamo arrivati al commercio, perché il pubblico è stato abituato a legere, (il pubblico che lege), a leggere i romanzi alla moda. Il discorso dell’editore visto come un comune commerciante io lo capisco, dato che l’impresa editoriale è pur sempre un’impresa dove il rischio lo corre lui,l’imprenditore, e sono d’accordo nel dire che egli deve minimizzare qusti rischi. Ciò non toglie che ci sono commercianti che acquistano dai loro fornitori prodotti di qualità, che non sono però prodotti di moda. Guardando bene, i prodotti di moda, al giorno d’oggi, non sono tanto di qualià. Questo è il mercato. Un altro discorso è l’anticipo sul mercato, ciè tutto quel filone di bravi e preparati professionisti, i quali vogliono intervenire su di un testo anteponendosi tra l’autore e il mercato. Loro, che motivo hanno per lavorare i prodotti degli altri? Questi prodotti sono forse dei semilavorati, necessitanti di rifiniture? E’ questo un caso limite, ma, allora, diciamo che anche loro svolgono un lavoro su un prodotto che non era finito. Vale però anche l’ipotesi che il lavoro era finito ma doveva essere adattato ad essere immesso sul mercato; sempre di mercato si parla. Un romanziere, però,per esempio, può produrre qualcosa che sia per il mercato; qualcosa che sia per per il lettore (non venticinque, non venti,non dieci.. Un lettore).

  89. gian marco griffi Says:

    Me mi piacciono i libri dove non si muovono dalle sedie poste sotto il tavolo posto al centro del tinello di casa. Manco a pisciare, voglio che vadano.

  90. pic Says:

    Coreggo, ma si capiva lo stesso:
    Un romanziere, però,per esempio, può produrre qualcosa che NON sia per il mercato; qualcosa che sia per per il lettore (non venticinque, non venti,non dieci.. Un lettore).

  91. davide Says:

    x enrico: :)eh.ssssò gusti,come direbbero a roma

    ma,concedimelo,di thriller bruttini con commissari gourmet e di sinistra o brigadieri con l’acidità di stomaco,ne ho sentiti troppi,in giro

    x pic:per favore,niente massimi sistemi teorici: chi lavora nell editoria sa benissimo che differenza c’è tra un libro riuscito e uno che si rivernicia a posteriori di”letterarietà”,

    e per favore basta con la solita lamentela che devon vendere a tutti i costi,così fosse,si butterebbe tutti sui libro shopping tipo sophie kinsella.il fatto che non sia così,dimostra che non è così,altrimenti avremmo solo quello in classifica:e invece NON c’è solo quello ,basta dare una scorsata

    x gian marco:ok ironizzare ma davvero,sarei curioso di sentire non un bel libro italiano che hai letto nell ultimo anno,bensì uno (o piu ) titoli brutti libri italiani che hai letto nell ultimo anno,sennò continuiamo a girarci intorno..

    a me i tinelli piacciono solo se sono a Park Avenue,o a milano- san babila,non se sono ad ancona o a rovigo 🙂

  92. gian marco griffi Says:

    Me medesimo io se fossi un editore pubblico cinquanta sfumature di tutta la scala pantone, mica quel fesso di griffi che vuole scrivere i libri senza farli muovere dal tinello. Poi se ci faccio la grana magari va bene anche un libro di griffi che lo leggono in sei, quel bimbominkia.
    Un libro orrendo? Il momento è delicato, Ammaniti Niccolò. Agghiacciante.

  93. Daniela Says:

    Grazie a te Davide, ci tengo a dire che la mia opinione è quella di una lettrice che non ha studiato una cippa di letteratura, autodidatta e che tace quando non sa. Ho errato io a intendere fantasy con fantastico, ho proprio pestato una pigna e ti spiego perché: perché sono e siamo bersagliati da questi libri ovunque e io proprio non li tollero dall’età di circa 10 anni. Dopo Asimov io ho chiuso (e non ricordo se è stato grazie a lui o al libro successivo). Non c’è una vera corrispondenza sui generi italiani e quelli internazionali (infatti qualche caso italiano ha fatto il botto oltr’alpe con un genere e rientrando a casa è stato convertito in quel genere che vende di sicuro, snaturando titolo e copertina,oppure un romanzo non casellabile in quelli italiani è stato spacciato per una cosa che non è, ma è un altro discorso, chiudo). Punto d: verissimo, il nuovo a tutti i costi, che mi può star anche bene ma non per vendere e basta, ma come rinnovamento/avanzamento culturale. Punto e: QUOTO in assoluto. Punto 2: non so se Piperno ci rientra, se sì ti dico che ho letto i primi due libri che ha scritto e già dopo il primo mi son chiesta: ok linguaggio aulico e tutto quello che vuoi ma di che parla? Appunto…
    Ho letto anch’io libri in cui il tinello è il centro del mondo, e anche alcune saghe mi son piaciute. E’ come il cinema italiano: ci sono dei gran bei film in mezzo a un marasma di…solite storie. Ecco per esempio mi è venuto in mente ora Non ti muovere della Mazzantini, che pure tu hai nominato (libro del 2000 o giù di lì). I gialli e i noir li leggo sempre più raramente (l’ultimo è stato la principessa di ghiaccio: sarà stata la traduzione ma salvo un terzo del libro, sì lo so, sono una rompi balle). 😉

  94. Daniela Says:

    No Gian Marco non dirmelo: devo ancora leggerlo, gli ho dato anche un sacco di soldini volentieri perché Ammaniti mi piace. No, non voglio sapere altro.

  95. davide Says:

    ciao daniela,

    a-non è importante cosa uno ha studiato e cosa no,se dà un minimo di coordinate(e purtroppo,molti che parlano di letteratura,non lo fanno,c’è una ritrosia enorme a far nomi di autori e di titoli di libri,facci caso…..)e fa ragionamenti un minimo strutturati,e magari ha un pò di occhio,prima o poi si arriva al nocciolo delle cose-non sempre ma spesso-

    b-quando mi dici che certe tipologie “conversioni” da estero a italiano,-non parlo di traduzione- non sempre”lavorano”,hai ragione:

    vedere molti thriller italiani,che appesantiti da panorami-italici-un pò alla “albert sordi”ancor nel 2012,dificilmente riescon a esser incisivi come i modelli orginali

    anni fa un lettore pugliese ,dal vivo,mi disse che in certi thriller emiliani,sembrava a lui che “….uscissero tortellini,invece che fiotti di sangue” 🙂 🙂

    c-la fissa del nuovo a tutti i costi è una colpa di una certa parte dell intellettualità italiana:ne parla anche lo scrittore sebastiano vassalli -di questa fissa del voler esser moderni a tutti i costi-in un libro collettivo con diversi scritti di vari autori sullo scrivere (1993 circa)

    d-cit da te :

    “”””non so se Piperno ci rientra, se sì ti dico che ho letto i primi due libri che ha scritto e già dopo il primo mi son chiesta: ok linguaggio aulico e tutto quello che vuoi ma di che parla? Appunto…”””

    io ho letto solo il primo suo:scrittura rigogliosa assai..ma la trama dov’era?quasi non c’era…

    poi ci si lamenta che i libri italiani sn in genere poco letti tranne le solite 4-5 eccezioni spammate in tv da fazio o dalla bignardi…

    e- da sempre mi chiedo:chi sceglie cosa pubblicare,vorrebbe pubblicare altro-ma non lo trova-o, ha proprio,in questa epoca,sbagliato un po il “focus”del che cosa si suppone “venda”,una volta pubblicato?

    ..mah..la risposta sarà un mix delle due….:)..o no?

    lo dico perchè è cmq bello(e direi,quasi patriottico)che un qualche libro italiano 100% possa interessare sia qui sia altrove!

    e nessuno vuole venda un milione di copie come le”sfumature”(arghh),ma che ci sia qualche libro che arrivi a 20.000 copie piu spesso,quello si!

    ciao a dopo

  96. invisibileuomo Says:

    le prime tre non erano male, poi si sfocia nel delirio più totale XD

  97. blogdibarbara Says:

    Ah, bene: temevo di fare brutta figura a tirare fuori piperno (rigorosamente minuscolo!), ma visto che altri lo hanno fatto mi butto anch’io. L’ho letto abbastanza di recente, perché diffido delle mode; poi l’ho visto a metà prezzo e ho pensato che fosse il momento giusto per comprarlo e leggerlo. Non lo era. Voglio dire, un “libro” che inizia con – cito testualmente – “il cazzo stagionato di mio nonno” e, dopo avere attraversato il nulla assoluto, si conclude con un paio di mutandine annusate e poi non rubate, si può chiamare libro? Per quale strano motivo è ritenuto pubblicabile? In che modo diventa un caso editoriale? Come può accadere che qualcuno definisca il signor piperno “perfetto, assolutamente perfetto, sempre perfetto, qualunque cosa dica e di qualunque cosa parli”? E’ vero che in Italia è stato pubblicato e ha stravenduto “I miei primi quarant’anni” della signora Marina Ripa di Meana ex Lante della Rovere nata Punturieri, ma posso immaginare che l’abbiano pubblicata per via del nome e che per lo stesso motivo il libro sia stato acquistato, ma piperno? Chi l’aveva mai sentito nominare prima che ne facessero un caso?

  98. ironiaprimaditutto Says:

    ma il 3 è la storia (leggermente modificata, forse per scampare a potenziali accuse di plagio) di padre maronno!

  99. davide Says:

    ciao barbara(suppongo)

    in buona parte concordo

    c’è qualche autore “alto” (??)che vuol sorprendere o sembrar incisivo o ruvido scrivendo cose che ,con quel che tv e internet mandano da anni,fan solo sbadigliare al confronto,e in definitiva non sorprendono nessuno.

    l’ho notato davvero in molti autori di letteratura pretesa contemporanea se non alta,e solo in italia…

    unico appunto,se posso permettermi:

    quel “temevo di fare brutta figura a tirare fuori piperno (rigorosamente minuscolo!), ma visto che altri lo hanno fatto mi butto anch’io.””

    non voglio tirarmela,ma davvero,ogni tanto,con calma e motivando,,qualche nome si può fare,anche di autori grossi o meno,,invece spesso la ritrosia scompare solo dopo..che già altri …han un pò spianato la strada 🙂

    non ho nessun merito,eh ma da sempre ,senza aspettar altri,se un libro non mi piace, senza improperi ma motivando, lo scrivo(a volte faccio anche delle difese intendiamoci)

  100. pic Says:

    @ Davide
    Il mio è il punto di vista di un lettore medio che avrà letto sì e no cento libri. Tu mi parli di esperti di letteratura, dunque sosterresti tu che l’attuale crisi del libro sia causata solo dall’ebook e non dalla competenza editoriale?

  101. mino p. Says:

    fantastici, voglio questa raccolta per natale!!! il mio indirizzo nel 2012, ma anche nel 1970, è la prima a sinistra anzi a destra ! cordialmente X

  102. davide Says:

    x pic:

    100 in quanto tempo?sinceramente curioso,senza ironia

    sul resto:

    a-credo che l’ebook centri poco(alla lunga,potrebbe centrare qualcosa)

    b-i soldi in giro son pochi e la cosa si riverbera anche sul mercato dei libri

    c-qua e la ,manca del “fiuto”:non che ci sia poca competenza,ma che ,davvero, non si faccia un focus calibrato di quel che può interessare il lettore,e di cosa no

    notare che i libri si vendono ancora,ma si vendono meno in libreria…si vendono anche alla… coop(la coop locale mi ha detto che curiosamente se ne vendono parecchi,e non solo blockbusters)e per altri canali

    segue dopo,con maggiori dettagli e qualche esempio random

  103. pic Says:

    Ho capito, grazie. Molti i libri li comprano per fare bella figura e poi non li leggono. Io, al mio riguardo, penso che se non ho letto cento libri ne avrò letti, compresi quelli per la scuola, un 150 o 200, non di più. Posso sbagliare però. Sono comunque un lettore scarso. Per farti un esempio – a parte che mi viene in mente che Maurizio Costanzo ha sostenuto i libri importanti non essere in senso numerico più di trenta – prima dell’estate scorsa ho buttato via un po’ di libri e ho voluto tenerne proprio una centina (si dice così? – Vedi che non sono un gran lettore, altrimenti l’avrei saputo, ma non mi dispiaccio di non essere un gran lettore perché con quello che si pubblica… Ho provato negli ultimi tempi a prendere in mano un nuovo libro da leggere, ma niente da fare: come se io avessi una calamita che me lo respingeva, e non uno solo – non faccio nomi perché non posso, non essendo io competente – davvero, davvero, non lo dico per modestia – ma di sicuro erano dei capolavori della letteratura.

  104. davide Says:

    cit pic :

    “mi viene in mente che Maurizio Costanzo ha sostenuto i libri importanti non essere in senso numerico più di trenta”

    se intendeva “nella vita di ognuno di noi”ha ragione-

    se diceva in generale sull intera storia della letteratura,non credo

    “”” Ho provato negli ultimi tempi a prendere in mano un nuovo libro da leggere, ma niente da fare: come se io avessi una calamita che me lo respingeva, e non uno solo”” :

    ..consolati, capita a molti

    “””ma di sicuro erano dei capolavori della letteratura”

    ..mah,qua e la qualche capolavoro sopravvalutato,c’è….

  105. davide Says:

    e ora (ma gulio mozzi dov’è finito?)un giochino semplice sempre.

    ecco qua,:(e torniamo tremendamente in topic,credo)

    provo a finire da un mese a sta parte(!!!!)un libro di narrativa italiana,edito da editore rinomato,autrice donna e da pochi mesi,romanzo breve o racconto lungo,di sole 140 pagine…

    direte”beh se non riesci a finire un libro di 140 pagine ,che dire…”

    beh,sentite qua ,ecco cosa avviene nel libro,come spostamenti(non dò troppi dettagli,ma leggete perchè voglio sentire la vostra),se mi avete letto sopra,sapete che me la prendo un pò coi libri dove succede davvero poco..:

    prime 20 pagine:una specie di prologo con la voce narrante,donna,che racconta che stress è la sua vita in quel momento:avvenimenti:lei che parla con la sorella

    scena dopo,15 pagine circa-lei al lavoro

    scena dopo ancora,10 pagine:a lei che viene proposta una collaborazione diversa dal solito

    scena seguente:lei che rievoca la sua infanzia,30 pagine,scene di vita alla aria aperta(piscina o campo estivo,fate voi o altro ancora,però con poche descrizioni del paesaggio),diciamo,piu o meno nello stesso ambiente

    scena dopo:5 pagine:lei nella nuova collaborazione di cui dico sopra,ambiente diverso,una normale stanza

    scena dopo ancora,10 pagine,lei in un altro palazzo

    eh insomma…20+15+10+30+5+10..siam a pag 90 eh…

    il libro ne dura 140…suspence,per ora,0…

    a sto punto non so che dire;nb:a parte qualche pagina dell infanzia,le descrizioni del paesaggio e degli ambienti,sono pochissime

    solo dialoghi,pensieri interiori,descrizioni di cose,..insomma i personaggi sembran muoversi in una bolla anche quando sono all aperto,se li si disegnasse ci sarebbero loro in campo bianco…

    non so che dire..l’unica altra persona,donna che ha letto sto libro,che io conosca de visu,lo ha mollato a pag 60…

  106. davide Says:

    sopra intendevo ovviamente”edito da pochi mesi,autrice donna” 🙂

  107. blogdibarbara Says:

    Ciao Davide (sì, mi chiamo barbara). Col timore della brutta figura non mi riferivo alla paura di toccare un qualche mostro sacro (sono vecchia abbastanza da averne fatto a pezzi intere dozzine), bensì al fatto che qua dentro sono nuova, ci sono inciampata per caso, ho visto cose interessanti e ci sono tornata, ma ancora non so esattamente come ci si muova, e non trovo molto carino entrare in casa d’altri e cominciare immediatamente a sposare sedie, raddrizzare quadri, spolverare soprammobili eccetera. Tutto qui.
    Quanto all’incipit di piperno, naturalmente non mi turba né il linguaggio, né l’attrezzo in questione; è solo che dubito che un attrezzo stagionato, a parte il proprietario e l’eventuale non invidiabile partner, possa essere di qualche interesse per chicchessia.

  108. pic Says:

    E’ probabile che oggi gli editor non hanno tempo. Non hanno tempo di leggere una storia e di gustarla, allora è probabile che la scorrono così, perché poi ce ne hanno altre cinque o dieci, o cinquanta da leggere (grandi lettori!) Ci sono persone che in un minuto mangiano quaranta panini. Quaranta! Scommetterei che ci sono anche persone che in un minuto leggono quaranta libri.

  109. davide Says:

    x barbara:sbaglierò o meno,ma all estero certe smargiassate le fanno di meno,qui si vuol esser sempre”moderni”e quindi di indianate come quella se ne leggono molte

    (ricordo un libro recente,apprezzato dai soliti soloni delle università,dove il protagonista si metteva un amo nel retto ,suppongo per sottolineare la sua solitudine esistenziale….mah,vabbè)

    x pic:””””Non hanno tempo di leggere una storia e di gustarla, “””

    però son pagati per leggere,e aver anche un pò di fiuto eh:)

  110. blogdibarbara Says:

    Un po’ è vero e un po’ no. C’è per esempio quel libro americano che nell’originale si intitolava “Peyton Place” e nella traduzione, per renderlo più accattivante, è stato trasformato in “I peccati di Peyton Place”, mentre il film “A summer place” è diventato “Scandalo al sole”. Però ricordo anche un delizioso film francese, “Certi piccolissimi peccati”, di cui in America è stato fatto il remake, assolutamente identico, personaggi, vestiti, scene, battute, col titolo “La signora in rosso”. Identico tranne qualche dettaglio: là dove nell’originale veniva detto “va’ al diavolo” la nuova versione offriva “vaffanculo”, i vari “caspita”, “accidenti” ecc. diventavano un sonoro “cazzo!” Poi uno degli amici era ostentatamente frocio, giusto per dare quell’inconfondibile tocco di modernità. E poi la scena finale. Nell’originale lei a letto nuda; lui si avvicina, goffo e impacciato, nudo ma interamente coperto dal guanciale saldamente tenuto davanti; lei scosta il lenzuolo e sorride. Nel remake tutto identico fino all’ultima parte in cui lei scosta il lenzuolo, sorride e dice: “Forza cowboy, serviti il tuo pasto”. E con questo il film è definitivamente distrutto. Noi di più, certamente, però, purtroppo, di queste penose cadute distile non abbiamo l’esclusiva.

  111. davide Says:

    personalmente sopra,barbara,non parlavo di traduzioni dall estero,ma di suggestioni di modelli stranieri piu in generale ,da cui difficilmente riusciamo a prendere la forza che esse hanno-

    l’ultima ricontestualizzazione di modelli esteri,in salsa italica,finendo per fare qualcosa di grandioso,risale a sergio leone negli anni 60-70 e a dario argento poco dopo:a loro due si che si ispirarono e si ispirano anche all estero,non il contrario!

  112. blogdibarbara Says:

    Sì, ho capito a che cosa ti riferivi, però penso che anche cose marginali o addirittura diverse quali il modo di tradurre un titolo possano dare un’idea dei gusti di questo o quest’altro pubblico, e quei titoli sono la prima cosa che mi è venuta in mente a proposito delle furbate che fanno presa su almeo una parte del pubblico italiano.

  113. ff0rt Says:

    Mi sono divertito molto leggendo il post ed ho capito che, con ogni probabilità, non ho abbastanza fantasia per diventare uno scrittore… impubblicabile.
    Ciao

  114. Daniela Says:

    Devo dire che da nuova utente sto adorando questi scambi. Come @barbara sto anch’io cercando di capire le regole di casa, ma credo che rimanendo cortesi, moderati e usando l’intelligenzia, tutto si può dire. @pic: concordo con davide, gli editori sono pagati e il loro lavoro è oltre che scovare trame pubblicabile, sarebbe, dovrebbe o potrebbe essere quello di indirizzare la letteratura, premiando certi romanzi, rischiando se vogliamo: non fanno questo gli imprenditori?
    @davide: mi ha fatto sorridere e pensare la descrizione del libro “affannoso” che stai leggendo. L’introspezione mi piace, io stessa prediligo scrivere dell’animo diciamo a scapito delle descrizioni per esempio dei paesaggi, ma nei racconti brevi mi viene è una cosa, in un romanzo mi devo ancora cimentare. Miscelare il tutto non è facile, non è mai stato facile ma certo che su 140 pagine non essere ancora arrivato al “e adesso che succede” forse, ma parlo per ipotesi,è un po’ troppo. Cioè, perchè un libro di dialoghi, pensieri ecc… ti conquisti dovrebbe farti fare un bel viaggio dentro di te. Sto pensando a un libro simile. L’avete letto Scritto sul corpo? L’ho risfogliato ora per capire se poteva essere un esempio buono. Il libro parla di una storia d’amore (pensieri, ricordi, dialoghi e poche descrizioni oltr ai corpi e alle sensazioni) ma come il gioco è condotto è coinvolgente ( tra l’altro ci ho trovato pure Giulio nell’elenco della biblioteca oscar, alla fine del libro, col suo Questo è il giardino) .Adesso mi sta venendo in mente anche Cecità come esempio opposto: un libro che ricordo per lo speciale equilibrio con cui ha tessuto un racconto originale ein cui non viene nominato mai un nome (non a caso premio Nobel). Pensa che ho provato a scrivere come lui, son durata 3 pagine, però è stato utile per capire come Saramago avesse lavorato ( o per lo meno farsi un’idea) 😉

  115. gian marco griffi Says:

    Il numero 1 mi ricorda Mattatoio N. 5. Non ho capito la piega che ha preso la discussione, ma da queste dieci tracce ci scriverei dieci racconti.

  116. davide Says:

    la 5 sembra un improbabile film americano degli anni 50 mixato con qualcosa di sperimentale degli anni 70,purtroppo..,che so,russ meyer con jodorowsky….teribbole

    marco la piega che ha preso la discussione la si vede,se uno leggo bene:(c’è anche l’intera sinossi senza nome di un romanzo italiano uscito da poco,quella che ho messo,dico,che la dice lunga sui difetti dei libri nostrani,dove troppo spesso non succede un tubo)

  117. gian marco griffi Says:

    Sono i fantomatici difetti dei “libri nostrani” che non capisco. La sinossi cosa dovrebbe dimostrare? Non dimostra un fico secco. Per me quel libro potrebbe anche essere un capolavoro, e francamente della “suspence” me ne frego.

  118. davide Says:

    tu dici”potrebbe”..eh potrebbe anche si..ma anche no:)..come se solo con dialoghi e qualche monologo si recuperasse tutto..ma andiamo su,un libro dove non succede un tubo,ma proprio un tubo,ma davvero un tubo,non interesserebbe manco al piu fissato dei ricercatori di italianistica 🙂 🙂

    quanto ai libri “nostrani”..ma a parte ammaniti,ne leggi,altri???

  119. gian marco griffi Says:

    1) E’ vero.

    2) No, altri libri così brutti non ne leggo, mi sa che li leggi tutti tu.

  120. davide Says:

    1-meno male

    2-no guarda in giro c’è molto di peggio di ammaniti,magari proprio la letteratura “ambientata in tinello con pretese di alta letteratura”,che so Moresco,su tutti…mamma mia,quello è terribile,anzi,teribbole!

  121. gian marco griffi Says:

    2- che ci sia roba molto peggiore di Ammaniti non lo metto in dubbio neppure per un secondo. Ciononostante io non posso affermarlo, in quanto questa roba peggiore non la leggo oppure dopo venti pagine me ne disfo.
    Moresco: che sia “teribbole” è un tuo giudizio. Gli incendiati secondo me è un libro bruttissimo. Ma il mio giudizio sull’autore in generale è diverso dal giudizio su quel libro.
    Ma ogni volta che rileggo Nuovo Commento di Manganelli mi viene voglia di scrivere. E lì succede meno di un tubo.

  122. davide Says:

    -sarei curiosi di sapere da te perchè quel libro di ammaniti che hai letto è così brutto

    -su moresco:non solo “gli incendiati”è bruttissimo,ma “lettere a nessuno”è davvero imbarazzante

    Che poi il culturame italiano ogni tanto voglia trovare stravaganza di cui parlare,ci sta pure.

  123. gian marco griffi Says:

    Perché spaccia per racconti brani insulsi che non lasciano nulla né dal punto di vista linguistico, né dal punto di vista letterario, né dal punto di vista emotivo, né dal punto di vista culturale.
    Che un libro del genere sia definito raccolta di “racconti” è un danno inestimabile per il genere racconto.
    Ecco, in suprema sintesi, perché secondo me è così brutto.

  124. enrico Says:

    “Lo sbrego” di Moresco è meraviglioso… anche perché di notte l’io narrante cammina per le vie di Milano, cammina, cammina, cammina, e poi si ferma davanti alla vetrina di un libraio…

  125. E Says:

    se un autore non piace, lo si può comunque perdonare, credo..

  126. davide Says:

    gian marco,dire che quel libro di ammaniti è fatto di

    “”” brani insulsi che non lasciano nulla né dal punto di vista linguistico, né dal punto di vista letterario, né dal punto di vista emotivo, né dal punto di vista culturale.” ,MI FA LO STESSO EFFETTO DEL SENTIRE MONTI CHE DICE CHE LA CRISI STA ORMAI FINENDO 🙂

  127. Antonio Says:

    Consiglierei a Giulio Mozzi di non accettare più interventi di chi esprime giudizi su Moresco come quelli letti nei precedenti post (si salva Enrico), e comunque mi piacerebbe che facesse conoscere la sua opinione sull’opera di Moresco.

  128. davide Says:

    beh sig antonio,appena ho tempo motiverò il mio giudizio su Moresco

  129. gian marco griffi Says:

    Io non motiverò un bel niente.
    Chiedo scusa per la superficialità con la quale ho espresso un giudizio di gusto su due libri per i quali ho pagato volentieri qualche decina di euro.
    Moresco è insuperabile.
    Ammaniti scrive come dio comanda, non avevo intenzione di gettare fango sulla sua brillante carriera di scrittore; se il prossimo fosse l’ultimo capodanno dell’umanità lo trascorrerei a leggere i canti del caos in attesa della fine.

  130. davide Says:

    un paio di libro di moresco:

    nietzsche da bignami mixato con suggestioni da romanzi sperimental-autoreferenziali anni 70,mixati con la solita geremiade da sinistra culturale italica spesso perdente+ solito rouessauvismo de nnoartri + cattolicesimo post concilio+ un pò di pulp (pulp e basta,non pulp de nnoartri ,visto che il pulp è gia de nnoartri di base )+ un filo di accademia + un pò di marxismo che se non va più di moda fa tanto intellettuale contro,etc etc

  131. davide Says:

    come disse uno a moresco,in una polemica online :

    “signore,ma lei crede che in IRAN si stia meglio?si?sicuro ?:)”

  132. Greco Sabrina Says:

    Pic, mi fai ridere un mondo… 🙂

  133. pic Says:

    Ho una vena comica, lo ammetto. E sono un’ottima spalla. Come si dice: un gregario.
    (Il commento che ti fa ridere è quello lontanissimo là sopra tutti gli altri commenti, presumo…)

  134. Greco Sabrina Says:

    (Sono due. Soprattutto quello del 5 settembre 2012 alle 12:29)

  135. pic Says:

    La coerenza non è il mio forte.

  136. cletus Says:

    http://cletusproduction.blogspot.it/2012/09/arrivano-i-primi-racconti.html

  137. francesco marcone Says:

    Io credo che anche il nr. 9, datemi del matto, ma nella sua ‘follia’ ha degli spunti interessanti…

  138. Isa Says:

    lo stanzino delle scope come scena madre finale… credo di non aver mai riso così nemmeno davanti a una gag di Stanlio e Ollio e mister Bean messi insieme

  139. antimateriablu Says:

    Signore aiutaci!

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