di giuliomozzi
I ricordi d’infanzia ricevuti fino a questo momento (le 20.51 di giovedì 16 agosto 2012) sono 559. Nei giorni scorsi si sono fatte vive in vario modo (per lettera, al telefono, suonandomi il campanello di casa) alcune persone di teatro. L’interesse c’è, e c’è molta simpatia per la cosa: il guaio è che al momento nessuno – e tantomeno io – ha un’idea precisa di che cosa ne verrà fuori. Ci vorrà un po’ di pazienza.
Oggi Diego Finelli ha parlato del ricordo d’infanzia nel sito del quotidiano Il Fatto, qui. Mille grazie.
Parecchie persone mi scrivono, dopo aver mandato il loro ricordo, chiedendo di essere tenute informate sugli sviluppi dell’iniziativa. A tutti posso dire solo che pubblicherò regolarmente degli aggiornamenti qui in vibrisse, e li rilancerò nella pagina in Facebook. Di più non mi pare di poter fare.
Quando avrò un testo (e comincerò a lavorarci dopo la scadenza, ovvero dopo il 30 settembre) lo invierò a tutti i “titolari” dei ricordi inseriti (anche perché lavorerò sui testi, e si tratterà di discuterne), mentre avviserò tutti coloro i cui ricordi non saranno stati inseriti. Tutto questo comporterà, potete immaginarlo, diverse centinaia di lettere.
Per chi leggesse questo articolo senza saper nulla del ricordo d’infanzia: la proposta iniziale è qui, gli sviluppi sono qui.
(Una raccomandazione: se volete mandare un ricordo, cercate di seguire il più possibile le istruzioni che do nella proposta. In particolare, ricordatevi di mettere i vostri recapiti insieme al testo del ricordo, nello stesso documento, come in questo esempio qui).
16 agosto 2012 alle 22:12
L’idea è valida poi vedremo
17 agosto 2012 alle 06:56
Meraviglioso!
17 agosto 2012 alle 08:50
‘quando avrò un testo (…) lo invierò a tutti i titolari dei ricordi inseriti (..), mentre avviserò tutti coloro i cui ricordi saranno stati inseriti’
non capisco, non sono le stesse persone?
17 agosto 2012 alle 10:23
Ho letto le indicazioni di scrittura. Il tempo da utilizzare è il presente storico. Nello scrivere però alterno degli imperfetti, alcuni per indicare qualche lacuna del ricordo, altri per seguire le frastagliature della memoria.
Come fare a utilizzare solo il presente? Ad esempio mi manca una parola, in dialetto veneto, di invenzione di mia nonna – credo.
17 agosto 2012 alle 14:36
Manu: giusto, ho dimenticato un “non”. Grazie. Ora ho corretto.
Immerzuzu: non un presente storico, ma un presente-presente. Comunque: fa’ come ti viene, come ti par meglio. Tanto poi ci penserò io a manomettere il tutto…