Il circolo di lettura di Giulio Mozzi

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http://www.youtube.com/watch?v=donVii9HmEI

L’immagine e il link sottostante non hanno alcuna relazione con l’articolo.

di giuliomozzi

Ritmo: da ottobre. In linea di massima, primo e terzo lunedì del mese, ore 21.15. Poi, quando ci si troverà al primo incontro, si farà un calendario preciso.

Durata: fino a giugno 2013.

Luogo: il mio studio in via Comino 16/B, Padova; o un luogo migliore, se si trova.

Costi: ciascuno si comprerà i libri da leggere, o li avrà già in casa, o li prenderà in biblioteca.

Scopo: leggere alcune di quelle opere letterarie bellissime che non avete mai lette perché non avete mai trovato uno che vi costringesse.

Impegno: leggere le opere proposte, non mancare agli incontri.

Limite: dieci persone.

Come: mandatemi entro il 15 settembre, un’email (giuliomozzi@gmail.com) con oggetto “Il circolo di lettura di Giulio Mozzi”; nell’email spiegate perché desiderate partecipare ed elencate gli ultimi dieci libri (d’ogni genere, non solo opere letterarie) letti. Indicate – è indispensabile – il vostro nome, l’età e un numero di telefono. Farò la mia scelta.

Varie: non si fuma. Mi riservo il diritto di interrompere l’esperienza qualora non funzioni. Non ammetterò persone che abbiano con me un rapporto d’amicizia o di lavoro, o che stiano frequentando o abbiano frequentato un mio corso o seminario. Gradisco: insegnanti della scuola pubblica, persone sotto i 25 anni.

[Aggiunta successiva: visto che in tanti me lo domandano: la frase qui sopra non significa che ammetterò soltanto insegnanti della scuola pubblica con meno di 25 anni, ovvero persone che quasi non esistono].

Eventuali: non me ne vengono in mente, per ora.

89 Risposte to “Il circolo di lettura di Giulio Mozzi”

  1. Laura Says:

    Ma Padova è così lontana…mannaggia…

  2. Angela Says:

    E’ vero è troppo lontana … sempre una conferma: nulla di interessante al Sud

  3. librini Says:

    Eh, magari… Padova è scomodina (la butto là: offro taverna dove una dozzina di persone ci entra comodamente, a S. Stino di Livenza, prov. Venezia, non lontano dall’uscita dell’autostrada).
    Però, nel caso in cui la mia offerta di tetto non venga accettata, costringici lo stesso a leggere quei libri che non leggeremmo… facci sapere via blog i titoli… se ti va. Per quanto mi riguarda, ci sono autori che non leggo e che dovrei leggere. Anche (o soprattutto?) per ignoranza. Esempio: ho scoperto che Toni Morrison è la prima scrittrice nera ad aver vinto il Nobel (1993) e io non lo sapevo! L’ho scoperto per caso, ieri ho comprato “Donne tra le righe” a una bancarella dell’usato e ho trovato una sua breve biografia.
    L’idea di un gruppo di lettura ogni tanto salta in testa pure a me, ma non conosco molta gente che legga dalle mie parti, o, almeno, che ritenga la lettura un hobby così coinvolgente da organizzarci un gruppo.

  4. Giulio Mozzi Says:

    Angela: non è vero che non accada nulla di interessante al Sud.

  5. Giovanni Accardo Says:

    Continuando così rischi di superare il amico Edi, che ne inventa una al giorno. E proprio per questo mi piace, anche se talvolta le sue idee sconfinano nel sogno. Qualche volta, purtroppo, nell’utopia. Mi sembra ottimo pensare agli insegnanti, ciò di cui la scuola ha massimamente bisogno è la creatività, l’uso della fantasia ( e delle emozioni) mentre si va in direzione opposta, verso una scuola eccessivamente arida e normativa, dove più che scrivere o inventare, si mettono crocette.

  6. anna untitla Says:

    beh questa sembra proprio una bella idea, complimenti

  7. Elena Says:

    Mi farebbe piacere leggere su vibrisse i titoli dei testi che sceglierai.

  8. Simona Says:

    Anche a me piacerebbe sapere i titoli e magari qualche argomento interessante venuto fuori negli incontri… Mi devo accontentare di questo vivendo a Roma 😉

  9. icalamari Says:

    Giulio, questa iniziativa é davvero ottima.
    Chissà che a Roma non esista qualcosa di analogo. Conosco solo “corsi” brevi e costosissimi. Io sarei anche per organizzare uno se qualcuno, diciamo “del mestiere”, fosse della stessa idea.
    Francesca

  10. Giulio Mozzi Says:

    Serena (“librini”), grazie per l’offerta: ma non sono in grado di seguire un gruppo a San Stino di Livenza…

  11. gian marco griffi Says:

    Tipo horcynus orca, che l’abbiamo letta in quarantaquattro (gatti)? Io verrei più che volentieri, ma non mi accetteresti, perché vorrei fumare come una ciminiera, bere birra, ruttare liberamente. Inoltre sono troppo vecchio e non sono un insegnante.

  12. gianfranca Says:

    L’unica possibilità sarebbe quella di invertire i numeri ma farei 74.

  13. Marco Says:

    Era una mia idea… Ma meno male che la fai tu… C’e’ anche il Circolo di Lettura di Tortona, ricordi?

  14. enrico Says:

    sono un grandissimo estimatore delle esperienze di lettura condivisa, chissà che non si possa fare qualche interessante “giuntura” tra il tuo circolo, Giulio, e il gruppo di lettura che coordino a Cinisello, che ha creato uno “zoccolo duro” di entusiasti… ricordo ancora che mi chiedevi – un tempo – ma cosa fate in un gruppo di lettura?… io devo aver balbettato… ma cosa si fa in un circolo di lettura? Una riflessione su questo “spazio-tempo” potrebbe essere utilissima, credo, perché tante esperienze similari possano crescere in Italia. Il gruppo di cinisello per esempio si “appoggia” alla biblioteca centrale ed ha una caratteristica “di base” (scelta comune e per votazioni dei libri da leggere per esempio). @ Angela, librini… provate a fondare un gruppo di lettura, non è così difficile, davvero, si parte magari in pochi (ne servono solo due, di partecipanti, all’inizio) e si sceglie un luogo di incontro. Se le cose funzionano, l’effetto trascinamento, e tam tam, può essere sorprendente, ve lo assicuro… una attività solitaria può “trasformarsi” in esperienza sociale, e socializzante! Un’avventura di dialogo e di scambio!

  15. Angela Says:

    Grazie Enrico per il suggerimento che effettivamente visto così potrebbe decollare, il problema nasce dalla necessità di una ‘presenza’ guidante e autorevole del settore, come è senz’altro Giulio

  16. Angela Says:

    @gianfranca: ma farei 74.?

  17. Anna Says:

    E’ una bella idea ma, per me che vivo a Latina, mi sarà impossibile partecipare. E poi, visto che supero di parecchio i 25 anni, la mia presenza non sarebbe tanto entusiasmante. Però sono stata una insegnante elementare. Ora sono in pensione e sto a guardare le metamorfosi della scuola nel bene e nel male. Un saluto Giulio.

  18. anna maer Says:

    I libri sono sempre un pretesto per indagare, fra le pagine, in noi e nell’altro. Mi è capitato di seguire un gruppo di lettura anni fa, mi è sembrato interessante e la costrizione alla lettura di certi testi, sopportabile. Ma eravamo troppe (eh sì, sempre donne e un uomo), poi è prevalsa la mia concezione anarchica della lettura, ho concluso l’eperimento. Proposto da te, sarebbe sicuramente diverso, divertente, provocatorio e unico.
    C’è di mezzo la distanza, il pernottamento etc. Non si può avere tutto a portata di mano. Direi che il ‘tutto’ è sempre lontano. Sigh. an ma

  19. GattoMur Says:

    Spero che di queste causeries du lundi arrivi traccia anche a chi partecipare non può. Sarà possibile, in qualche modo? Grazie.

  20. pococurante Says:

    Non si fuma, ok, ma… si può bere?

  21. tantopercantare Says:

    …Insegnanti della scuola pubblica … sotto i venticinque … le due cose insieme e ti beatificano … MIRACOLO!!! 🙂

  22. Giulio Mozzi Says:

    Pococurante: tutta l’acqua che vuoi.
    Dopodiché, finito il circolo, all’angolo c’è il bar (72 metri).

  23. pococurante Says:

    In effetti se si tratta di leggere è meglio star sobri; è quando si scrive che è opportuno lo stato di ebbrezza…

  24. Giulio Mozzi Says:

    No, no. Sobrietà ci vuole, altroché.

  25. enrico Says:

    sui laboratori di scrittura ci si scalda, ci si “scanna”, ci si divide, e sui “circoli di lettura” e “gruppi di lettura” invece tutti d’accordo? o un silenzio di sopportazione, di (sostanziale) indifferenza? perché sono “gratuiti”, oppure: perché?

  26. manu Says:

    enrico, indifferenza no. ma al di là di quanto è indicato nel post, non so cosa immaginare di un gdl. quanto durano gli incontri, chi decide cosa leggere, come si procede alla discussione di un libro letto. boh. l’unica cosa che mi viene in mente è che è difficile stare in gruppo…

  27. Giulio Mozzi Says:

    Enrico, considera il Ferragosto.

  28. davide Says:

    giovanni accardo ,applauso:

    “”Mi sembra ottimo pensare agli insegnanti, ciò di cui la scuola ha massimamente bisogno è la creatività, l’uso della fantasia ( e delle emozioni) mentre si va in direzione opposta, verso una scuola eccessivamente arida e normativa, dove più che scrivere o inventare, si mettono crocette.”””

    hai proprio ragione,da anni mi giunge voce che sia così(ci ho lavorato anni fa come educatore)

  29. davide Says:

    tornando in topic:

    un consiglio(non richiesto,ma tentar non nuoce):

    ho frequentato nel tempo e frequento 2-3 gruppi di ,diciamo ,appassionati lettori,qua in emilia,e so per certo che in mancanza di una “moderazione”forte(si, proprio dal vivo!dico)i gruppi di lettori ,che in teoria son gente tranquilla,diventano un posto dove non manca mai quello(per la mia esperienza,piu spesso,QUELLA)che deborda e parla dei cavoli suoi,con un ultrautilizzo del pronome personale IO che lascia sconcertati

    ma il buon giulio è uno tosto davvero ,immagino saprà come metter dei paletti

    essendo io un conoscente alla lontana del buon giulio ,non avendo frequentato suoi corsi,e non avendo con lui rapporti di lavoro allo stato attuale ,ed avendo la bologna-padova a 5 min di auto da casa mia,..mi candiderei a venire fosse anche solo una volta al mese!:)

    complimenti per l’iniziativa,mando email con qualche dettaglio,amo fare le liste di libri letti

  30. Giulio Mozzi Says:

    …so per certo che in mancanza di una “moderazione”forte(si, proprio dal vivo!dico)i gruppi di lettori ,che in teoria son gente tranquilla,diventano un posto dove non manca mai quello […] che deborda e parla dei cavoli suoi…

    De te fabula narratur, Davide.

  31. davide Says:

    …sorry,non conosco il latino :)!

    detto questo,ho anche scritto

    “””ma il buon giulio è uno tosto davvero ,immagino saprà come metter dei paletti”” 🙂

  32. Angela Says:

    De te fabula narratur….
    è di te che si parla Davide

  33. davide Says:

    angela,era una battuta,si capiva anche senza traduzione(che peraltro su google avevo trovato dopo 30 sec….)cosa intendesse 🙂

    cmq insisto:chiunque,appena vedrà a loquacità del genere femminile in un sinedrio di appassionati di letteratura,vedrà che le capacità maschili ,comunicative dico,son 2 volte inferiori come quantità a quelle femminile..con effetti davvero…..stranianti:)

  34. Angela Says:

    questa tua affermazione ….sconcerta….

  35. davide Says:

    assolutamente no:no solo la loquacità non è per forza una caratteristica negativa,ma è noto che molti uomini amino straparlare solo se sono dirigenti d’azienda,..o professori universitari..per il resto,raramente sono”dominanti”:ma in qualche sinedrio di lettori ,io e qualche conoscente facemmo fatica a prender parola(anzi,tutti gli uomini presenti fecero,fatica,dico)e dubito sia una caratteristica solo delle appassionate di letteratura emiliane quella di esser molto,come dire….,dialogiche 🙂

    credimi esperienza paradossale,straniante,pensavamo di esser finiti in un film di Chabrol 🙂

  36. Angela Says:

    🙂

  37. davide Says:

    (..sicuramente hai presente piu di un film di Chabrol,suppongo 🙂

  38. Angela Says:

    ‘Un affare di donne’ 🙂

  39. davide Says:

    ….purtroppo nessuna assomigliava a isabelle huppert 🙂

  40. Angela Says:

    sei tremendo….

  41. davide Says:

    la mia ex fidanzata storica lo sostiene :)ma si sa ,le ex storiche non fan mai troppo testo 🙂

  42. Barbara Buoso Says:

    Manco un requisito posseggo.. non ci provo nemmeno?

  43. enrico Says:

    … oh ricordo un magnifico incontro di metagruppo di lettura dove si parlava degli egocentrici, dei timidi, di chi alzava la mano e di chi la parola se la prendeva, di un “elenco” degli interventi, di ascolto come tra gli indiani d’America – che poi l’ascolto è una cosa sempre interessante: imparare ad ascoltare – e sulla leadership, e sulle simpatie del leader, e sul compito del coordinatore, e a chi dai la parola tu? A lui sempre perché ce l’hai davanti, e a me di lato mai! A chi ti sta simpatico, in fondo, e tu coordinatore cavolo parli il triplo di tutti gli altri? Tanto democratico ti professi… o al contrario: io sono venuto a sentire te che ne sai qualcosa di più dell’argomento, mica le parole in libertà del primo che passa… ogni gruppo di discussione è un concentrato di dinamiche sociali complesse – esperimento “in vitro” di democrazia e di rispetto per l’altro, di “vitalità” del dialogo e di vissuto di regole che limitano le libertà – per ampliarle nel contesto di una condivisione tra “eguali”… un’esperienza da fare, secondo me, con i sensi desti! E il cooordinatore – povero lui – difficilmente farà la “cosa giusta”…

  44. davide Says:

    beh enrico,fortunato te,nei gruppi che ho visto io ,la moderazione proprio non c’era,o quasi sempre era subordinata a un qualche amico(piu spesso amica)di turno:)al che si ripetevano i talk tv dove si parlano sopra in 5-6-poi a volte il moderatore è cambiato e qualcosa è migliorato

    in generale quelle meno tolleranti (non che sbadigliassero,ma si mettevano parlare con la vicina di posto…)ad ascoltare ,che so,il sentire parlare altri/e di un libro che a loro non interessava,mi son sembrate le donne tra i 30 e i 50 anni :

    arroganti,maliziose,leziose un po frivole:sotto,diciamo a scendere fino ai 20-25 ,e sopra i 50 ,come età,la gente mi è sembrata più disciplinata

    quello che dico non è ovviamente vangelo ma quello che sinceramente ,ho notato (con buona pace del politcally correct)

    il coordinatore /moderatore ,se ci sa fare ed ha polso,se la cava;uno poco o niente lezioso, e di carattere, come giulio ,se la caverà senz’altro

  45. enrico Says:

    Mah, ti dirò davide, dalla mia esperienza invece di coordinatore di laboratoti di scrittura (nove anni almeno) e gruppi di lettura (due anni) invece una domanda si è fatta largo: ma dove sono gli uomini, i maschi? La presenza femminile era (ed è) nella stragrande maggioranza preponderante… a volte con un certo “scompenso” – se così posso dire. Molte donne hanno una voglia e un bisogno estremo di comprendere l’altra parte del cielo, e allora ci chiediamo spesso, in questi gruppi: ma dove, dove diavolo sono finiti i maschi? (Giulio ci aggiornerà sulla composizione di genere sel suo “circolo”…)

  46. anna maer Says:

    In ogni dove le donne sono presenti a frotte…dopo secoli di emarginazione prendono possesso dei posti lasciati in sospeso dalla Storia. Vero o falso?

  47. davide Says:

    ma insomma ragazze,in molti almeno al nord si accorgono che molto lamentele son di davvero altri tempi:negli uffici cercano e assumono quai solo donne,vedere un po gli annunci di lavoro ,e anche di dirigenti donne nella p.A e nella scuola se ne vedono molte

    non siam nell ‘800,eh

    quanto a quello detto da enrico,mah,sai enrico,il problema è che quelle sincearmente comunicative,di donne,hanno ampiamente sopra i 50 anni,per quel che ho visto..

    sotto fanno parecchio le “sostenute”,davvero si bastano da sole,tutta sto confronto con l’altro nell età 25-45 o 30-50 non mi pare lo cerchino,alcune sono decisamente aggressive(fece un articolo,molto cattivello sulla cosa,anche il famoso giornalista Massimo fini,un paio di anni fa):poi quando si accorgono che il tempo passa ah beh allora si ,si va sulla cultura e sulla grande”angst”di comunicazione con il”maschio”..ma forse a quel punto è un filino tardi

  48. davide Says:

    c’è un”di” di troppo nel post sopra,all inizio,scusate

  49. enrico Says:

    ad anna maer. Oh. Forse la formulerei diversamente anche perché l’immagine allegorica che usi (“posti lasciati in sospeso dalla Storia”) mi pare leggeremente oscura. Io vedo donne che dopo la pensione e una sorta di “vedovanza” (anche se il compagno vive) riprendono discorsi abbandonati o mai iniziati: una commovente sete di creatività e di sapere, che negli uomini non riscontro per nulla. Non si può non ammettere che si possa parlare di “liberazione” di un’interea generazione di donne cresciute in societa e culture patriarcali, in cui le ruolizzazioni di genere erano assolutamente cogenti, fino ad essere asfissianti. Certo: andrebbe fatto un discorso generazionale.In teatro, nelle arti, nelle scritture, nella dimensione della lettura, le donne hanno forse una freschezza e un entusiasmo dovuto a secolare buio e silenzio, e sinceramente questo protagonismo emoziona ed entusiasma (almeno me). Per un inizio di riflessione…

  50. davide Says:

    diosanto,enrico,scusa se ti incalzo,da l’epoca di cui si parla sopra,lontanissima,all oggi,di acqua sotto i ponti ne è passata un bel po eh!mica tutta l’italia era..la calabria degli anni 50,anche allora!(spero la battuta si capisca)

    gente ma per favore,finiamola con stereotipi vecchi di 40 anni ,son gia decenni(magari in sicilia un pflo meno,in linea di tempo,dico)che le donne stanno in tutti i settori,se poi qua e la nel campo culturale si vede un pò sgomitare,non è certo per richiesta di attenzione o per forza empatia,semmai a volte c’è anche una malintesissima forma di quel che è il prestigio sociale

    che noia edulcorare sempre tutto,che noia….

  51. enrico Says:

    A Davide. Ribadisco: nei gruppi con cui lavoro la presenza femminile (discorso intergenerazionale) è davvero molto superiore a quella maschile. E questo è un dato macroscopico, e su questo ci si interrogava, anche con anna maer. Sul dato generazionale, è pur vero che – per mille motivi anche di ordine materiale economico – c’è una “domanda” di donne in pensione o vicine alla pensione molto elevata. Di giovani donne ne ho conosciute (ripeto: in numero minore), ma evidentemente con tutt’altre tensioni e inquietudini rispetto alle ultracinquantenni.E soprattutto. Dove c’è una identità da costruire (diciamo dai 18 ai 30?), lì trovi “altro” – sia a livello di maschi che di femmine. Ma certo: aggressività, straordinarie aperture, e straordinarie chiusure, un rapporto più problematico con la propria immagine e con il proprio sé… ma “stigmatizzare” con l’aria del Senex la palpabile tensione del giovane (della giovane), la sua violenza, e la sua “pendolarità” fra timidezza e aggressività, non serve certo a nulla… se non a sollevare dal problema di averci a che fare… tanto se “la tirano”… uh oh, facile! e pure un po’ sciocco, se me lo concedi!

  52. enrico Says:

    scolta bene davide: vieni a intervistare le donne mature, spessissimo pensionate, che frequentano il mio corso di scrittura al Cdz 6 a Milano, bellissima fetta di donne “del popolo” (per così dire) – ne ho incontrate a centinaia e ho chiesto loro della loro storia e del perché erano lì… Così ti fai un’idea di cosa ha “passato” una generazione di donne PRECISA. Fallo, e poi ne riparliamo. Chi edulcora? Le donne giovani sono un’altra pasta: ti sembra che non vivano, ad esempio, il senso di crisi e di suonare sul Titanic che abbiamo tutti noi? Come potrebbero non disperare dei loro studi e dei loro “talenti”, per esempio? Ok! Ti vuoi raccontare che sono aggressive e se la tirano! E quello è il loro problema? Ma prego! Fallo pure! Non c’è problema! E così tu non edulcori e ti “diverti”! Bene! Perfetto! (Scusa neh di averti annoiato…)

  53. davide Says:

    scusa l’aria del senex non la vedo in giro (ho 36 anni e se vedi da altri thread,un bel pò di ironia,anche sopra:)-ma davvero non se ne può piu di donne 20-35-40enni che sognavano di far,che so,la ricercatrice universitaria o l’avvocatessa(due lavori difficilissimi,entrarci,dico)e,quando l’incanto finisce(perchè la società italiana è abbastanza brutale nel suonar la campanella)sbam!giu lacrime

    quante ne ho gia viste così(e quante rimaste ce ci siam fatti:))

    davvero ,troppi uomini commettono errori per la spasmodica ricerca di soldi e di fisicità- invece,le donne quando fanno errori lo fanno piu che altro per una malintesissima idea del loro posto del mondo,e,peggio per la ricerca di prestigio sociale

    e non è un problema da poco

  54. enrico Says:

    Boh, davide, a volte sembra di parlare con te come col muro… c’avrai pure ragione o parte di ragione su ste giovani, anche perché se sei trentaseienne ne conoscerai più tu di quell’età lì… e forse sei incazzato anche qui con ragione, so mica io…. ma qui mi fermo: cercasi giovani donne che dicano la loro sulla loro “malintesissima idea del… posto (che hannoI nel mondo” di cui parla davide…

  55. davide Says:

    ma sai enrico,non mi devi mica convincere,peraltro le cose le ho messe giu abbastanza strutturate,ergo devo averci riflettuto un pò.suvvia anni di bombardamento di reclame in tv dove una nello spot torna a casa vestita come una manager,ma invece fa l’impiegata:)(per dire la pervasività di certi modelli:)o sogna sciocchini come”perchè io valgo”(shampoo,e affini)etc etc hanno finito indirettamente per far montare la testa a molte:)peraltro l’identità maschile non è piu,che so john wayne ,da anni e anni .ergo,è altrove che si son montate le testa,non il genere maschile,che credimi,i proprio limiti li ha ben chiari,essendo state le campagne,anche in senso territoriale abbandonate da decenni

    suvvia,ogni tanto è giusto ribaltare anche i soliti luoghi comuni,non son per nulla deluso da mondo ma anche in campo culturale,mi fa un po sorridere sta fissa “qualunque cosa fatta o detta delle donne è una genialatà”-che per un malinteso senso progressista si sente a volte,compito della letteratura e della cultura piu in generale è anche andare a vedere se davvero le cose stan così….un libro efficace sulla cosa,avrebbe un sacco di lettori,solo che per farlo,al di al della riuscita artistica,ci vuole un certo coraggio:)

  56. davide Says:

    sopra invece di”sogna”volevo dire”slogan”,peccato non ci sia la funzione “correggi” :)-cmq il resto del messaggio credo si capisca 🙂

  57. enrico Says:

    1) non ho detto che il tuo discorso non sia strutturato (in realtà lo è fin troppo); ho detto che mi pare tu abbia – certe volte – un deficit di ascolto nel dialogo – e se vuoi ti spiego perché lo penso
    2) non ho mai detto che “qualunque cosa fatta o detta delle donne è una genialatà”. Se l’ho detto, provalo. E ne discutiamo.
    3) mi sa che la tesi “si sono montate la testa” per via dello shampoo, o per la reclame, sia qualcosa come un luogo comune…
    ciao ciao, davide. enrico

  58. davide Says:

    a- credo si sian montate davvero la testa(è arrivato a scriverlo qualcun altro pure su un famosissimo blog di letteratura,e stranamento non l’hanno fatto a pezzetti)ma le reclame o gli slogan pseudo charmant sono cartine tornasole,non certo la causa

    b-certo tu non l’hai detto:ma in tutto il mondo cultural progessista ,inutile negarselo,sta aria “wow che genie le donne” sembra essere di moda (tranne in pvt far tutti molti distinguo….già,che ci sia qualcosa che non torna è chiaro a molti/e del resto quando le cose son così insistite,han sempre qualche lato in ombra)

    c-ho messo molta carne al fuoco ma credimi ti ho letto ed ascontato,rimane il fatto che se uno facesse una operazione alla houllebecq,diciamo un libro intero sopra,romanzo,dove invece di prendersela col ’68 e gli anni 70 come fece lui,si mettesse a criticare tonnellate di comportamenti femminili((non con modalità da bar,ovvio,e ripeto facendo un romanzo-romanzo,non un saggio )beh qui verrebbe subissato di critiche ..ma probabilmente vederebbe davvero,per le opere-mondo c’è ancora qualche spazio

  59. Andy Says:

    Johantan Franzen ha detto che in letteratura lui e’ un femminista e che i suoi due scrittori preferiti sono due donne (non ricordo chi, sorry!)

    Nei ruoli executive delle grandi aziende le donne sono ancora una netta minoranza (13%) ma in alcuni settori ad alta competenza (tipo health-care,) la percentuale raddoppia (25%). Se poi si facesse una metanalisi su certe aree di interesse, tipo il marketing o la ricerca e sviluppo, credo che i numeri sarebbero ancora maggiori.

    In ambito musicale pop, e’ indubbio che i piu’ grandi successi degli ultimi anni siano tutti di donne (Lady Gaga, Britney Spears, Beyonce, Shakira) e anche a livelli un filo meno commerciali le proposte piu’ interessanti vengano da donne (Amy Whinehouse, Adele, Amy MacDonald ecc.) Per gli uomini, si parla solo di grandi ritorni e mega eventi (tipo Bruce Springstein e Paul McArtney), ma novita’ planetarie, pochissime (James Blunt conta?). In Italia, tanto per fare un esempio, le uniche realta’ uscite da un talent show- X-factor- sono state due donne (Giusy Ferreri e Noemi), venute fuori nonostante nelle loro edizioni avessero vinto degli uomini.

    Tolto vibrisse e astutillo smeriglia, i blog piu’ interessanti che trovo in rete sono di donne e soprattutto sono quelli scritti meglio (ce ne e’ uno geniale che parla dell’incomunicabilita’ tra sessi- in chiave satirica- fatto da Giulia Blasi).

    Tanto per dire.

    E poi e’ indubbio che le donne leggono di piu’.Anzi,che le donne leggono. E molti uomini invece- ne conosco, persino laureati, intelligenti, civili- non leggono mai niente. A parte Gomorra, ovvio.

    In generale, mi sembra che gli uomini si siano inariditi con questa storia della finanza- che presuppone la totale assenza di vita interiore- e che le donne invece non riescano ancora ad accontentarsi solo della vita vera.

    La degenarazione invece sono le donne in carriera, in competizione su tutto con gli uomini, cariche di orgoglio e testosterone. Quelle che si dicono “tipe toste”. E li si’ che la pubblicita’ dello shampoo ha fatto i danni: non c’e’ niente di meno sexy di una donna con “le palle”.

    Scusate la mancanza di accenti, ma la mia tastiera non ne contiene.

  60. anna maer Says:

    Donne
    Mitterrand consigliava le donne brune, del nord, le trovava dignitose.
    Un punta negativa per le trentenni, si credono uniche e non lo sono.

    L’ultimo Mitterrand di Georges-Marc Benamou

    fuori tema dal circolo di lettura?

  61. davide Says:

    @ andy:

    ecco qua poco sotto qualcosa da “il bambino indaco”,(romanzo-breve,ma romanzo) di marco franzoso,direi in topic sull argomento che stiam dibattendo:)

    con uno dei tanti tocchi veloci e memorabili l’autore descrive una giovane 30enne come appartenente al :

    “tipo di ragazze anonime che cercavano di darsi un tono con la pretesa di comprendere e giudicare il mondo”

    è la classica frase che metterò a epigrafe del mio manoscritto qualora venisse pubblicato

  62. anna maer Says:

    al di là dell’ironia, ma tutto questo cosa importa allo spirito del circolo di lettura…

  63. davide Says:

    ….non è che i dibattiti su blog e-o forum siano sempre schiacciati 1:1 senza oscillazioni i,capita anche di prenderla un pò piu larga,e come vede,la citazione sopra,pur da un libro-peraltro recente-veniva comunque (e direi che è una frase memorabile)

  64. enrico Says:

    Ad Anna Maer. Nel flusso dei commenti, è strafacile perdere il punto della partenza (e se non si è Ulisse, si può anche desiderare di fermarsi da Calipso…). Ma bene è forse ricordare che il discorso nasce qui da una riflessione molto semplice: circoli/gruppi di lettura e gruppi di scrittura, e aggiungerei corsi di teatro e di yoga e similia (mi suggeriscono dalla regia anche i corsi di tango, e di fotografia): la presenza femminile è preponderante (affermazione che non si basa su studi bensì su esperienze singole, per quello che possano valere). Col che, magari il circolo di Giulio smentisce questo dato… Giulio magari ce la racconterà…
    A Davide. Sul motto a epigrafe del tuo prossimo romanzo. Il punto secondo me è quell'”anonime”. O in altri termine: com’è, di chi è quella voce che dice “anonime”. Col che “anonime” è una catecresi. Perché, evidentemente, ognuno di noi ha un nome. Quella catecresi è un preventivo giudizio di disprezzo… io so che tu pensi che edulcoro ecc. e mi costa un poco qui per l’ennesima volta rientrare in questo vestito categoria che mi hai apprestato, e di cui vado a rivestirmi per l’ennesima volta. Ma cosa vuol dire una “ragazza anonima”? Se si guarda chiunque da vicino, si potrà constatare che “da vicino nessuno/a è normale” (da vicino nessuno/a è anonimo). In bocca al lupo comunque per la tua fatica letteraria! Aspettiamo un Houellebecq italiano! Se posso consigliarti: ripulisci attentamente il tuo manoscritto da tutti i refusi (spazi, accentuazione, refuso in senso stretto ecc.) prima di farlo leggere a chicchessia. Quando l’abito fa il monaco.

  65. Andy Says:

    @anna maer. Se non erro la discussione si e’ generata da una serie di osservazione sulle caratteristiche di quelli che poi prendono parte ad iniziative tipo Circolo di lettura. Caratteristiche peraltro indicate dallo stesso GM nel post iniziale (graditi giovanissimi, insegnanti etc.). A quanto riportato, pare che le donne giungano piu’ numerose e che la loro presenza sia in generale piu’ partecipe duranti gli accesi dibattiti che la lettura in comune di “Le tigri di Mompracen” inevitabilmente scatena. Qualcuno ha fatto poi notare- non ricordo piu’ chi- che questa foga nel condividere le opinioni possa talvolta degenare in petulanza e dibattiti poco edificanti, soprattutto per i partecipanti piu’ sileziosi a cromosoma XY. Questo aspetto e’ stato tirato in ballo anche per sensibilizzare sul ruolo del moderatore-coordinatore e sulla necessaria personalita’ per poter tenere testa ad una siffatta platea. Il passaggio ad alcuni aspetti sul ruolo della donna e sulle nuove tendenze che da esse derivano e’ stato facile ed indolore.

    Tanto per dire.

    Di trentenni anonime che si danno un tono sputando sentenze ne era piena la televisione, ma ho come la sensazione che quel modello di “fare TV”(Intento gli pseudo-talk modello Maria De Filippi) sia destinato a scomparire, anche abbastanza rapidamente.

    Poi. Mi immagino una di queste signorine petulanti, che si prepara per la serata al circolo di lettura. Una tipa anonima, ne bella ne brutta, cultura media- tipo qualche esame all’universita’ di un qualche corso di laurea umanistico o para-socio-psico-economico- che crede fermamente in qualcosa tipo “Non importa se dico cazzate, l’importante e’ che parlo solo io”. Vuole a tutti i costi dominare la scena, dire qualcosa che lasci tutti a boccaperta (in fatto brand il vecchio Funari ci pigliava ogni tanto) e darsi arie da gran diva senza entrare troppo nei particolari. Lo fara’ al circolo di lettura (meglio li’ che in parlamento, aggiungo io) e i prersenti tenderanno a giudicarla per quello che e’: una tapina in cerca del quarto d’ora di gloria. Sara’ pero’ la magnaminita’ della dinamica del lavoro di gruppo a consentirle di reiterare la propria tendenza all’ipertrofia dell’ego, con due conseguenze drammatiche: la prima e’ il rigonfiamento eccessivo del vuoto pneumatico della suddetta personalita’ egomaniaca e la seconda e’ un po’ il dramma della democrazia che governa questo genere di incontri: il perdersi i migliori´, quelli che magari avrebbero veramente qualcosa di dire su “Le tigri di Mompracen” ma che tacciono o che rimangono inascoltati (o inascoltate) perche’ sopraffatti dalle chiacchiere della trentenne senz’arte e ne’ parte di turno.

    Come precedentemente riferito, la mia tastiera non contiene vocali pre-accentate, costringendomi all’uso di apostrofi in loro luogo.

  66. davide Says:

    x enrico:

    scrivo a volte da una postazione un pò scomoda:)cmq terrò nota dei consigli:)

  67. davide Says:

    errata corrige:in alto c’è un passaggio dove ho scritto(refuso):

    “”e quante rimaste ce ci siam fatti:)

    in realtà volevo scrivere”e quante risate ci siam fatti”

    -a distanza di qualche post lo preciso perchè sennò si fraintende davvero

  68. davide Says:

    e ora,qualcosa su quanto scritto da andy,davvero interessante

    riporto il passaggio

    “”””Poi. Mi immagino una di queste signorine petulanti, che si prepara per la serata al circolo di lettura. Una tipa anonima, ne bella ne brutta, cultura media- tipo qualche esame all’universita’ di un qualche corso di laurea umanistico o para-socio-psico-economico- che crede fermamente in qualcosa tipo “Non importa se dico cazzate, l’importante e’ che parlo solo io”. Vuole a tutti i costi dominare la scena, dire qualcosa che lasci tutti a boccaperta (in fatto brand il vecchio Funari ci pigliava ogni tanto) e darsi arie da gran diva senza entrare troppo nei particolari. Lo fara’ al circolo di lettura (meglio li’ che in parlamento, aggiungo io) e i prersenti tenderanno a giudicarla per quello che e’: una tapina in cerca del quarto d’ora di gloria. Sara’ pero’ la magnaminita’ della dinamica del lavoro di gruppo a consentirle di reiterare la propria tendenza all’ipertrofia dell’ego, con due conseguenze drammatiche: la prima e’ il rigonfiamento eccessivo del vuoto pneumatico della suddetta personalita’ egomaniaca e la seconda e’ un po’ il dramma della democrazia che governa questo genere di incontri: il perdersi i migliori´, quelli che magari avrebbero veramente qualcosa di dire su “Le tigri di Mompracen” ma che tacciono o che rimangono inascoltati (o inascoltate) perche’ sopraffatti dalle chiacchiere della trentenne senz’arte e ne’ parte di turno.””””

    di situazioni così simpaticamente allucinanti io non ne ho mai viste..però…… ne ho viste alcune che ci andavano davvero vicino:)

    per mia esperienza codeste “giovanna d’arco”non sono solo di cultura media,a volte sono proprio di cultura alta-alta ,ma purtroppo possono essere invadenti anche le persone di cultura alta-alta:)

    se posso aggiungere ,raramente codeste persone sono cloni della Herzigova(oh,non che tutti gli uomini ,colti o meno,sian cloni di brad pitt,ovvio:))però qualcosa mi dice che chi ha invece banali gratificazioni ,anche comuni,per via del suo aspetto fisico,raramente ha la fissazione di tenere la scena a tutti i costi,insomma la solita storia che purtroppo,anche cultura e conoscenza a volte diventan riempitivi di gratificazioni che altrove non si sa come raggiungere

    è un pò brutale quel che sto dicendo,ma si,ci son arrampicatori/trici sociali” anche nei posti piu impensati (e dico,anche un tranquillo sinedrio di appassionati di libri può presentare qualche stravaganza)

    il problema,tutto italiano,è che a volte,(magari in altri campi più strutturati )per remissività(o un malintesissimo senso della bontà) di chi sta loro intorno,queste persone finiscono a volte per incidere sul”mondo”….

    all estero va un pò diversamente,sopratutto nel mondo anglosassone, petulanza e arroganza (anche mascherate da altro)non van troppo di moda,e qualche paletto,c’è

  69. Giulio Mozzi Says:

    Trovo bizzarro questo tagliare e cucire i panni addosso, da parte di maschi, alle ipotetiche future partecipanti al circolo di lettura.

    Al momento, se guardo la lista di chi si è candidato a partecipare, le donne sono in minoranza.

  70. davide Says:

    “”””Al momento, se guardo la lista di chi si è candidato a partecipare, le donne sono in minoranza.”””

    …….dai tempo al tempo ! 🙂

    detto questo,si parlava molto in generale; ma usciam dall’ormai vecchio condizionamento progressista che non si possa mai fare una critica all universo femminile (incredibile ma vero,il mondo è cambiato ANCHE negli ultimi 20 anni ,con esiti paradossali):

    ecco qua quel che scrive un normale utente di un noto blog culturale(segue copia e incolla)

    “””mi domando perché io, che di partenza avevo pregiudizi positivi sulle donne, mi sto in parte ricredendo. Nella scuola, ad esempio, che è il mio mondo, sono quasi sempre le donne quelle più attaccate alla burocrazia, alle procedure, le più fiscali, le meno libere culturalmente e professionalmente. Se sono presidi (pardon, dirigenti), la cosa è ancora più evidente: sono mediamente più autoritarie e attente alla forma, meno capaci di distacco ironico e autoironico. Questa è, almeno, la mia esperienza (oltre vent’anni nella scuola). Non pretendo di sapere perché è così, anche se ho provato a rifletterci su, né se è veramente, oggettivamente, così. Ma incontro tanti/e che sono d’accordo con me…””””


    eh beh,si,io son d’accordo

  71. Giulio Mozzi Says:

    Davide, scrivi:

    usciam dall’ormai vecchio condizionamento progressista che non si possa mai fare una critica all universo femminile

    Allora:
    1. il fatto che qualcosa sia “vecchio” non comporta in nessun modo che non sia “buono”;
    2. chiamare “condizionamento progressista” ciò che altri chiamerebbe, che so, “l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso”, è evidentemente una mera operazione linguistica a scopo denigratorio;
    3. parlare di “universo femminile” comporta una concezione dell’umanità nel quale ci sono il centro e la norma, ossia il maschio, e poi c’è da qualche parte un oggetto misterioso chiamato “universo femminile”.

    Una “critica” è un ragionamento; un ragionamento è costituito da una concatenazione di argomenti. Nei tuoi interventi non trovo quasi mai traccia di “critica”; se usi degli argomenti (vedi sopra) tendono a essere nulli (vedi 1), meramente polemici (vedi 2), contraddittori (ossia contribuiscono a provare ciò che si intende negare, vedi 3).

    Ti chiedo, per piacere, di piantarla.

  72. davide Says:

    non capisco perchè ogni volta(non so altrove,qui però è gia successo) che si và non dico contro le buone maniere ,ma contro qualche stereotipo culturale,c’è sempre chi che se la prende.

    il mondo cambia,e se a qualcosa servono dibattiti,letteratura e approcci un minimo non convenzionali,è anche per fare il punto della situazione,si parlasse di società o altro

    l’intento polemico mio non lo vedo;

    per contro,dall’ altra parte,una difesa per partito preso invece si (“”Trovo bizzarro questo tagliare e cucire i panni addosso, da parte di maschi”” etc etc)

    il forum non è mio,certo,paletti ci vogliono,sicuro,ma come diceva Saverio Fattori in una frase memorabile:

    “””L’intelligenza pura non può essere che anarchica e si pone in altra dimensione rispetto a correttezze politiche ,e ben lungi dall’erigere monumenti a chicchessia””

    eh,direi che ci sta:)

  73. Giulio Mozzi Says:

    Davide, scrivi:

    non capisco perchè ogni volta(non so altrove,qui però è gia successo) che si và non dico contro le buone maniere ,ma contro qualche stereotipo culturale,c’è sempre chi che se la prende.

    1. Dire “non capisco” anziché dire “non sono d’accordo” significa trasformare una divergenza d’opinioni in un problema cognitivo: ossia, significa dare dello stupido all’interlocutore.
    2. Derubricare la faccenda a faccenda di “buone maniere” mi sembra un espediente di diminuzione piuttosto esausto.
    3. Chi parla di “unverso femminile” usa uno “stereotipo culturale”;
    4. Lo stratagemma di rivolgersi a chi ha detto una cosa come se non fosse stato lui a dirla (ovvero: dire “c’è sempre chi se la prende” anziché dirmi: “tu te la prendi sempre”) è un classico stratagemma d’insulto, perché nega l’interlocutore.

  74. davide Says:

    no,gli insulti son ben altra cosa,non era certo questo il caso

    semmai i continui distinguo e la continua ricerca di precisione formale è qualcosa che affanna,alla lunga, la lettura(per non dire la comunicazione)

    suvvia,si può fare qualche riflessione utile,e anche non omologata, su argomenti manco troppo percorsi(tesi mia,e non solo,vedo,ovvero :qualche appeasement di troppo che il sentire culturale riserva al mondo femminile)senza che il mondo abbia troppi sussulti

  75. Giulio Mozzi Says:

    Davide, non credo che la situazione migliori se passi da “universo femminile” a “mondo femminile”.

  76. davide Says:

    infatti,mi van bene tutti e due i termini:i rilievi sopra,però rimangono

    (da par mio,dico,e come si vede dai post,forse anche qualcun altro la pensa così:che poi vada di moda il woman power,ci sta pure,così come da piu parte si levan sbadigli sulla cosa)

  77. Giulio Mozzi Says:

    Ma non so neanche cosa sia il woman power, Davide. Mi sono solo stufato di queste caterve di luoghi comuni, di questa petulanza, di questo far di tutte l’erbe un fascio, di questo liquidare mezza umanità perché una volta hai avuto che fare con una persona fastidiosa, eccetera eccetera.

    Ti ho già chiesto di piantarla: rinnovo la richiesta.

  78. Paolo Says:

    Giulio, certo ne hai di energia e perseveranza per continuare a discutere con Davide, nonostante la reiterata richiesta di piantarla.
    In fondo l’avevi già inchiodato il 18 agosto alle 08.43 con la folgorante:
    De te fabula narratur
    Il problema è che probabilmente non l’ha capita.

  79. Paolo Says:

    scusate l’ OT
    Per anna maer:

    L’ultimo Mitterrand di Georges-Marc Benamou
    Hai letto il libro o hai visto il film l’altra sera alla televisione?
    Bello vero?

  80. davide Says:

    ops leggo solo ora:)quanto sopra:

    nulla di piu ovvio di chi vuole difendere a tutti i costi correttezze politiche (vedi folgorante frase di saverio fattori)

    quanto al resto,se houllebecq fosse qui ,credo direbbe

    “suvvia ragazzi,ogni tanto si può parlare anche di qualche argomento anche in maniera meno accomodante eh,sennò, i libri e i dibattiti,che si fanno a fare?”

    e ok”il forum è mio e lo gestisco io”ma proprio perchè il forum è di UNO , ogni tanto si può(e credo si debba,ma non lo decido io)lasciar spazio a idee un pò diverse.

    ad ogni modo,tornando sopra non è questione “di aver avuto a che fare con una persona fastidiosa”:

    che ci siano tonnellate di atteggiamenti femminili fastidiosi che di cui però mezzo pianeta(maschile ma non solo) si lamenta solo in privato è (per me-ma non solo per me,credo),fonte di grande grande sgomento -non siam negli anni 50,il mondo è molto,molto cambiato

    aloha

  81. Giulio Mozzi Says:

    Io invece, Davide, mi lamento in pubblico per questa tua petulanza.

    Ma cosa vuoi che me ne importi di quella cazzata che è il “politicamente corretto”?

    Per la terza volta ti chiedo di piantarla.

  82. davide Says:

    no problem,non ho altro da aggiungere,quello che avevo da dire l’ho detto:)-e credo si sia recepito-

  83. anna maer Says:

    x Paolo – ho visto il film ‘le passeggiate al Campo di Marte’, un bel ritratto di Mitterrand malato e consapevole della fine. Vorrei leggere il libro di Benamou per ritrovare i suoi pensieri (il colore grigio, den aro, i mercati etc), un saluto

  84. manu Says:

    un motivo per non candidarmi

    MERCATONE

    Arrivo in cassa e chiedo se posso pagare con assegno, spiegando che mi serve la fattura. La cassiera alza la testa. Eileiner sugli occhi. Lancia uno sguardo in fondo alla fila di persone in attesa dietro di me.
    “Si, lei può pagare con assegno, ma l’assegno deve farlo prima” dice.
    “Prima quando?” dico.
    “Deve farlo prima” ripete la cassiera.
    “Eh, ma se non so l’importo come faccio a compilare l’assegno?” dico.
    “Devo passare i prodotti, le dico l’importo e lei fa l’assegno, poi devo passare i prodotti un’altra volta per lo scontrino. Lei va con lo scontrino allo sportello in fondo, quello con la tenda bianca vicino all’uscita, si fa fare la fattura e torna da me con la fattura lo scontrino e l’assegno” risponde fiaccamente.
    “Ho capito” dico.
    “Sono 27 euro e 26 centesimi” dice.
    “Va bene” dico.
    “Ma vuole fare un assegno di 27 euro e 26 centesimi? Non so se lo accettiamo” dice.
    “Perché non dovreste accettarlo?” chiedo.
    La cassiera dondola un po’ a destra e un po’ a sinistra sulla sedia, alza la cornetta del telefono e compone il numero dell’interno dello sportello in fondo, quello con la tenda bianca vicino all’uscita, chiede se accettano assegni di 27 euro e 26 centesimi. Poi mette giù la cornetta con un movimento secco e dice:
    “Si, lo accettiamo”.
    Batte il conto e mi fa lo scontrino. Me lo passa e mi dirigo allo sportello in fondo, quello con la tenda bianca vicino all’uscita. Trovo una ragazza con i capelli raccolti. Mi rivolgo a lei dicendole che alla cassa mi hanno detto di passare allo sportello per l’emissione della fattura. Mi chiede se sono già loro cliente. Rispondo di no.
    “Ma allora devo registrare i suoi dati” dice.
    “Va bene” dico “se vuole ho con me il timbro della ditta con il numero di partita iva”.
    “Si, me lo dia, ma mi serve anche un documento” dice.
    Le passo il documento e aspetto, poi dice:
    “Compili pure l’assegno, e mentre io faccio la fattura vada in cassa per il pagamento con assegno. Poi torni da me e io le darò la fattura”.
    Compilo l’assegno e glielo passo perché metta il timbro con l’intestazione del beneficiario e sulla girata. Torno in cassa, mi faccio vedere dalla cassiera con l’eileiner sugli occhi, che quando mi vede mi fa cenno di passare avanti alla fila per la chiusura dell’operazione in sospeso. Le passo l’assegno. Lo guarda tenendolo con tutte e due le mani alle due estremità. Scuote la testa e mi dice:
    “Ma le hanno dato l’ok per questo assegno?”.
    “Certo, mi sembra compilato correttamente” dico.
    La cassiera con l’eileiner sugli occhi alza di nuovo la cornetta del telefono e rifà il numero dell’interno dello sportello in fondo, quello con la tenda bianca vicino all’uscita. Chiede se l’assegno ha avuto l’ok e un attimo dopo rimette giù la cornetta. Passa l’assegno su un lettore che lo fa scorrere veloce e lo sputa fuori dopo una curva. Lo prende e mi dice senza guardarmi che posso andare con la merce a ritirare la fattura.
    Ringrazio e saluto allontanandomi dalla cassa.
    Allo sportello, quello con la tenda bianca vicino all’uscita, la ragazza con i capelli raccolti mi consegna la fattura. Resto ferma davanti allo sportello e leggo i dati inseriti.
    “C’è scritto via Giogione” dico “sarebbe via Giorgione”.
    La ragazza con i capelli raccolti prende la fattura e la guarda.
    “Ah, beh, scrivo una nota e la timbro sotto, così non ci sono problemi” dice.
    Si mette a scrivere a penna sulla fattura la sua annotazione su una casellina apposita. La timbra, me la consegna, mi saluta e scompare dietro alla tenda bianca.
    Leggo l’annotazione camminando verso l’uscita: ‘modificato la via a penna prima della partenza del cliente’.
    Continuo a camminare e penso che la via non è cambiata, che il mio ufficio è sempre stato in Via Giorgione, che la ragazza con i capelli raccolti ha sbagliato, che doveva scrivere ‘corretta’ e non ‘modificata’.
    Mentre sto per salire in macchina penso che dovrei leggere meno.

  85. Mariarosa Says:

    Ho iniziato a leggere i post ma non sono arrivata alla fine. Per chi all’inizio chiedeva cosa si fa nei gruppi di lettura, posso raccontare cosa si fa nel gdl di cui faccio parte, a Rovereto (TN). Ci troviamo una volta al mese per discutere il libro che insieme abbiamo deciso la volta precedente. Più di una volta al mese non ce la facciamo perché si sa, i lettori vogliono leggere anche cose di loro gradimento. Il gruppo è composto prevalentemente da persone di sesso femminile, ma abbiamo anche qualche ometto che ci sa tenere a bada. I gruppi di lettura in Trentino sono promossi dalle biblioteche, e quindi il punto di ritrovo è nella sede della biblioteca, che ci prenota una sala. La biblioteca si fa carico di trovarci anche i libri che abbiamo scelto tramite il prestito interbibliotecario. Ogni tanto ci divertiamo a creare anche percorsi di lettura, un 3, 4 titoli che abbiano in comune un argomento.
    Il gruppo di lettura aggiunge valore ai libri letti in quanto, oltre a discutere del libro scelto, la discussione porta naturalmente a parlare di altri libri, intessendo così una rete di connessioni che naturalmente arricchiscono l’esperienza.
    Per maggiori informazioni lascio il link del blog del nostro gruppo http://libripensieri.wordpress.com/ e il sito dei gruppi di lettura del Trentino http://www.trentinocultura.net/soggetti/biblio/sbt/iniziative_promozione_h.asp#gruppi
    A tutti auguro, naturalmente, buone letture, ed a Giulio Mozzi un in bocca al lupo per il suo gruppo.

  86. Daniela Says:

    @manu tutta la mia stima e rispetto però da leggere è proprio divertente 😉

  87. manu Says:

    @daniela
    divertente grazie al mozzi-style, quello che scende per ultimo 🙂

  88. La critica Says:

    Mi dispiace non abitare a Padova.

  89. llluca Says:

    buongiorno Giulio
    leggo solo ora -quasi- tutti i post, ma mi sembra che si sia persa per strada la ragione per cui tutto è nato, ovvero che parlassi un poco del tuo gruppo di lettura
    puoi rivelarci qualcosa, per quelli che non potrebbero comunque venire sino lì?

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