di Stefano Nicosia
Ricompare in libreria La felicità terrena di Giulio Mozzi, anzi no. La raccolta di racconti uscita per Einaudi nel 1996 viene ripubblicata adesso con due racconti in più – Verde e oro e Gilda T. – e con uno in meno, Migrazione, e con uno scritto di Carlo Dalcielo: insomma per lo stesso Mozzi è “quasi un altro libro”.
Si ricostituisce così, nella collana ‘Rimmel’ di Laurana, la coppia con Il male naturale (Mondadori 1998; Laurana 2011) e quel “grumo narrativo” che si era modellato intorno a due idee fondanti: la ricerca di una felicità possibile – intesa anche come riappacificazione con se stessi – e la visione di un male senza colpa che sta nei corpi. Le due raccolte si accostano l’una all’altra come due facce di uno stesso specchio, che nascono insieme ma guardano in modo differente e, appunto, speculare. Certe ricorrenze formano una rete di echi tra i due libri, come l’istituto per ragazzini di Una vita felice e di Super nivem, racconti legati tra loro perfino dalla ricorrenza di certe espressioni («All’Istituto degli abbandonati si mangiava molto e molto bene»).
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Tag: Stefano Nicosia
15 Maggio 2012 alle 14:35
L’ho comprato al salone del libro di torino. E anche “(non) Un corso di scrittura e narrazione”. In lettura ma già adorabili…
17 Maggio 2012 alle 11:48
Sono contento che ti sia piaciuta 🙂