
Giovane scrittore emergente, colto nella fase di immersione
di giuliomozzi
Il 22 gennaio scorso prendeva il via a Milano la Bottega di narrazione dell’editore Laurana: un’intuizione di Massimo Cassani, raccolta dal patron di Laurana Lillo Garlisi, realizzata dal sottoscritto e da Gabriele Dadati.
Cosa sia la Bottega di narrazione, è abbastanza facile da spiegare. La Bottega non è un puro e semplice “corso di scrittura creativa”, bensì un luogo nel quale venti persone – selezionate a fine 2010 tra una sessantina di candidati – risiedono da gennaio 2011, lavorando ciascuno sul proprio progetto, ciascuno confrontandosi gli altri, godendo della compagnia di persone un poco più esperte. Come avveniva, appunto, nelle “botteghe” degli artisti.
Concretamente, la Bottega si sta articolando in undici appuntamenti (da gennaio a dicembre 2011; uno al mese; abbiamo saltato agosto). Ciascun appuntamento consiste in un fine settimana. In genere il sabato è riservato al confronto e al lavoro comune sui testi. La domenica mattina si propongono lezioni sui fondamentali della narrazione; ogni domenica pomeriggio un autore ospite è invitato a raccontare e “smontare” una propria opera, raccontandone il metodo e la genesi: sono già stati ospiti Antonio Franchini, Silvia Ballestra, Mauro Covacich, Luca Masali, Antonio Scurati, Helena Janeczek, Claudio Damiani, Giuseppe Genna, Michele Monina; tra qualche giorno sarà in Bottega Michele Mari, e chiuderemo con Giorgio Vasta (chi volesse vedere il programma dettagliato, guardi qui). Il tutto si concluderà con una giornata nella quale alcuni professionisti dell’editoria saranno invitati a incontrare gli “apprendisti”.
C’è poi tutta la parte della Bottega che non si vede a prima vista. La lista di discussione, ricca di argomenti seri come di cazzeggi. Le amicizie che nascono e si consolidano. La possibilità di avere qualcuno con cui parlare del proprio lavoro. Le cene sociali. Gli incontri individuali, o in piccoli gruppi, con i docenti. Le chiacchierate al telefono o via Skype. Eccetera.
Ma: com’è andata, nel complesso, la faccenda? La mia impressione è che le intenzioni iniziali (le dichiaravo apertamente in questa intervista) si siano finora realizzate. Certamente la prossima edizione della Bottega (che partirà a giugno 2012; il bando per la selezione sarà publicato tra qualche settimana) sarà un po’ diversa; faremo qualche aggiustamento; ci daremo un tempo più rilassato (un anno e mezzo anziché un anno); allargheremo il novero dei collaboratori; eccetera. Ma la sostanza resterà.
Nel frattempo abbiamo pensato di organizzare anche alcuni seminari brevi (vedi) e, per i primi mesi del 2012, un Corso fondamentale di narrazione in cinque puntate (che differenza c’è tra un “corso” e una “bottega”? Un “corso” è fatto di lezioni ed esercizi, e si lavora su temi e questioni proposte dal docente; una “bottega” è centrata sul progetto narrativo di ciascun partecipante; un “corso” ha quindi per sua natura un carattere più introduttivo).
Annuncio finale
Se qualcuno fosse curioso di vedere più da vicino il lavoro di Bottega, basta che pazienti un poco. Dal primo di ottobre pubblicherò in vibrisse brevi estratti dai lavori in corso degli “apprendisti” – uno per ciascuno. Ho chiesto loro di scrivere anche una breve riflessione sul lavoro svolto fino ad oggi.

Una selezione di giovani scrittori in corsa verso il successo editoriale
Tag: Antonio Franchini, Antonio Scurati, Bottega di narrazione, Claudio Damiani, Gabriele Dadati, Giorgio Vasta, Giuseppe Genna, Helena Janeczek, Lillo Garlisi, Luca Masali, Massimo Cassani, Mauro Covacich, Michele Mari, Michele Monina, Silvia Ballestra
28 settembre 2011 alle 09:52
Giulio, il terzo cavallo a destra sono proprio io.
28 settembre 2011 alle 12:07
Naturalmente io sono il palombaro. Mai visto il film “men of honor”? (tratto dalla vera storia di Carl Brashear) …Che forse sarà un’americanata (come si suol dire), che forse non c’entra niente con la scrittura e che forse, magari, etc, ma cito una frase del film:
“Il palombaro non è un combattente ma un esperto in ricerche” , e che forse con la scrittura qualcosa c’entra.
1 ottobre 2011 alle 09:56
Io sono lo squalo, che non dovrebbe mancare mai.
Vediamo un po’ questi scritti di bottega.