Più parlamentari per tutti, again

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di giuliomozzi

Un po’ tutti i nostri potenti sembrano ormai essere d’accordo, almeno a parole, sulla opportunità di ridurre – indicativamente: di dimezzare – il numero dei parlamentari. Io non sono potente e sono contrario.

Se è diventato lecito parlare di dimezzamento del numero dei parlamentari, è perché nel senso comune i parlamentari sono diventati roba inutile, sanguisughe dello Stato, fannulloni, perditempo rompicoglioni, eccetera. Non per nulla il tema appartiene storicamente proprio all’attuale capo del governo: che già nel marzo 2009 (vedi) proponeva che in aula i capigruppo votassero regolarmente a nome di tutti i componenti del proprio gruppo; e che nel successivo maggio ipotizzava addirittura, per diminuire il numero dei parlamentari, un disegno di legge popolare.

E’ evidente, scrivevo due anni fa, che quest’uomo ha una paura fottuta del Parlamento. E quindi, altro che diminuire il numero dei parlamentari: io ne vorrei di più.

E mi pare evidente che se il maggiore partito d’opposizione propugna anch’esso il dimezzamento del numero dei parlamentari, è perché ha una convenienza comune con l’attuale capo del governo.

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12 Risposte to “Più parlamentari per tutti, again”

  1. Gianpaolo Says:

    Invece che dimezzarne il numero, basterebbe dimezzare il loro stipendio e le loro indennità. Si salverebbe la democrazia e il risparmio sarebbe uguale.

  2. Federico Platania Says:

    A me le polemiche sullo stipendio (e i privilegi) dei parlamentari non hanno mai convinto fino in fondo. Governassero bene potrebbero anche triplicarseli gli stipendi, per quanto mi riguarda.

  3. Gianpaolo Says:

    Basterebbe pagarli per la loro produttività, ma è fantascienza pensare che esista un modo per valutarla.

  4. Filippo Albertin Says:

    Dal mio punto di vista, il premier ragiona in modo molto esatto, e in linea con le tendenze organizzative migliori: poca gente che decide, provvedimenti rapidi, reattività e capacità di risposta immediata ai problemi. Piccolo dettaglio: il premier non ha intenzione di occuparsi del paese, ma dei suoi affari personali. Pertanto quanto ho detto vale poco nulla.

    Che il premier voglia meno gente, questo è evidente. Non sono un sostenitore della democrazia indiretta, ma in questo specifico caso italico è evidente che più parlamentari sarebbero una garanzia di maggiore equità decisionale. Quanto a stipendi e benefit, certo, sono troppo alti, completamente sfasati rispetto agli altri paesi. Il fatto è che ormai, nella mentalità comune e pure nella realtà delle cose, l’andare a Roma a fare il parlamentare è spesso sinonimo di cuccagna.

  5. Anna Maria Ercilli Says:

    Una sforbiciata al numero dei parlamentari sarebbe opportuna come il ridimensionamento dei guadagni e privilegi. La politica ‘dovrebbe’ essere un servizio per il paese, ben remunerato, temporaneo e non dovrebbe produrre il mantenimento a vita degli eletti al termine del mandato. Incarico unico e sospensione delle attività professionali, etc. Il Parlamento oggi è ingessato per l’indecente ricorso alla ‘fiducia’. Toglierei tutti i privilegi che gravitano dentro il palazzo. Una buona cura di austerità democratica! Praticamente un sogno.

  6. mauro mirci Says:

    E puntare continuamente l’indice contro “i costi della politica” (in un concorso d’indignazione senz’altro legittimo ma, è impressione mia, sempre più strumentale) appare il modo più semplice per dar l’aspetto di richiesta dal basso a ciò che rischia di essere, di fatto, una tappa fondamentale di una formalizzazione della trasformazione della Repubblica da parlamentare a presidenziale. Ho l’impressione che venga condivisa sempre più, a qualsiasi livello, l’idea che in Italia c’è “troppa democrazia”, e solo un tavolo di concertazione con pochi invitati sia in grado di garantire la governabilità.

  7. Giulio Mozzi Says:

    Concordo, Mauro.

  8. Gianluca Says:

    @Gianpaolo
    Per valutare la loro produttivita’ si potrebbe partire dal loro “impegno” nella camera di appartenenza e nelle commissioni. Trovi dei dati in questo sito:
    http://parlamento.openpolis.it/parlamentari/camera/indice/desc

  9. Sandro Says:

    Giulio e Mauro: concordo in pieno.

  10. enrico Says:

    Direi anche: la forbice della anti-democrazia vede il paradosso delle scelte “presidenzialiste”/populiste della maggioranza ma anche il panorama variegato della antipolitica e del qualunquismo sommerso… l’antico, inestirpabile, fascismo dell’uomo qualunque, o se si vuole del “borghese”, che vuole fare solo i suoi affari, vuole non pagare le tasse, dare libero sfogo ai propri egoismi ecc. E che in questa temibile forbice, che ci può portare d’un tratto “fuori” dalla democrazia, non ci sia anche il “braccio” della glorificazione della società civile (cara a tanta parte della sinistra) CONTRO la società politica (corrotta, inefficente ecc.)?

  11. GattoMur Says:

    Cito dal “Piano di rinascita democratica” della P2:

    a3) Ordinamento del Parlamento

    i – nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco), riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di 2° grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari – ex magistrati – ex funzionari e imprenditori pubblici – ex militari ecc.);

    [fonte: http://it.wikisource.org/wiki/Piano_di_rinascita_democratica_della_Loggia_P2 ]

  12. Bachisio Bachis Says:

    Il dibattito è interessante. Anche se il parlamento rappresenta solo una parte di ciò che chiamiamo democrazia, condivido l’impressione che chiude il commento di Mauro. E mi sembra che vada compresa dentro una domanda di carattere più generale: quanta democrazia può sopportare il sistema?

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