«Se Babbo Natale fosse un coniglio, quale sarebbe la sua canzone preferita?». Prima di provare a rispondere – non è facile – diciamo pure a chi è venuto in mente di porre una simile domanda. A Libia Castro e Ólafur Ólafsson, la coppia che alla Biennale di Venezia 2011 rappresenta l’Islanda. La curatrice, Bice Curiger, ha rivolto agli artisti presenti alla mostra cinque domande sul tema dell’anno («ILLUMInazioni»), giudicate da molti poco appropriate o poco intelligenti: forse hanno pensato che non toccasse rispondere se non tramite le opere, oppure che fosse inutile e insensato tentare una risposta. Sta di fatto che alla domanda: «se l’arte fosse uno stato, cosa direbbe la sua costituzione?», Castro e Ólafsson hanno replicato con una domanda ancora più insensata: quella sui gusti musicali di Coniglio-Babbo Natale.
Ma chi decide quali sono le giuste domande? E chi può permettersi di rispedire al mittente le domande, con una provocazione raddoppiata?
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Tag: Massimo Adinolfi
26 luglio 2011 alle 12:02
È come domandare a Giulio Mozzi; “Giulio, se esistesse soltanto il Bene, creeresti il Male?”
Oppure domandare a Dio (se esiste) o a Satana (se esiste); “Vi annoiereste senza il Bene o senza il Male? Cosa ne pensate, Voi, immensi ed eterni luminari, di Giulio Mozzi?”
Ecco; la Biennale è talmente impressionista che a volte non trova risposte. Altre volte (poche volte, comunque), è inutile. Altre volte ancora lascia a desiderare…appunto come tante domande o risposte, o, in questo caso, commenti come il mio quì.