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This entry was posted on 14 giugno 2011 at 15:04 and is filed under Industria culturale. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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15 giugno 2011 alle 09:44
Ne ricordo una di somiglianza che avevi fatto notare, mi pare fosse un’antologia Marsilio.
In Olanda c’è la fissazione dei volti di donna, volti giovani, appena usciti dall’acqua di un lago o di un mare, o comunque volti di donna giovane e bella
gocciolanti.
16 giugno 2011 alle 15:56
Non solo in Olanda, Marino! (su Facebook, postai un video fatto al Salone di Torino: http://www.facebook.com/video/video.php?v=1965673416071 – la visualizzazione dovrebbe essere aperta a tutti)
16 giugno 2011 alle 18:23
Dev’essere un problema legato allo strumento…non tanto al contenuto.
Un albero piegato dal vento è sicuramente un’immagine evocativa e lirica.
Proprio perchè soggetto alla furia degli elementi non dovrebbe mai replicarsi in una forma unica ma sempre mutevole. Oggi è tutto duplicato dal copia-incolla. I multipli cancellano gli archetipi.
22 giugno 2011 alle 11:48
quell’albero ne avrà le scatole piene di starsene al vento.
la achmatova stessa le avrebbe detto:” non startene al vento”
e abbandonato
c.
1 aprile 2015 alle 08:06
Segnalo il confronto tra la copertina del libro di Calligarich, Posta prioritaria, (Bompiani, 2014, edizione ampliata rispetto al 2002) con Storia di amore e tenebra (Oz, Feltrinelli, 2005).
Poca fantasia o poca memoria?