“La cosa che mi sconvolge”, confessa un amico trentenne commentando le notizie degli ultimi giorni, “è l’idea che alla sua età si possa essere ancora così lontani da una qualche forma di pacificazione. Lui e il suo amico Fede, un settantacinquenne e un ottantenne, in quel teatrino sessuale tutte le sere, come se fossero costretti, come una macchina infernale, senza sosta e senza fine.” È anche in questo senza fine, in questa idea di prestazione disperata e replicata all’infinito, che può stare la portata politica della bulimia senile-sessuale del premier.
La sessualità e il potere ridotti entrambi a esercizio senza termine, macchina infernale che non lascia tregua. Ancora una volta, Berlusconi non è un’anomalia ma il compimento della natura intima di un sistema. Un iperliberismo parossistico, spettacolare, criminale, piduizzato, strutturalmente bisognoso di eccesso. Senza fine nel senso di privo di conclusione, sfiancante, nonostante la sua crisi che a sua volta diventa sistema, macchina infinita – e nel senso di ormai senza scopo, oltre quello del proprio automantenimento e della performance sfrenata, sempre più distruttiva. A suon di corruzione o di apposite pillole.
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