Chi testa i test?

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Cominciano oggi (Ansa) i test d’italiano che i residenti non cittadini comunitari devono affrontare per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo. A giudicare dal testo pubblicato dall’Ansa (qui), chiunque abbia dattiloscritto il test ha assoluto bisogno di ripassare alcune regole di orto-dattilo-grafia. Dopo un punto o una virgola, ad esempio (dopo, e non prima) va uno spazio.

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12 Risposte to “Chi testa i test?”

  1. Francesco Terzago Says:

    E pensare che una ‘prova’ dovrebbe servire – anche – a insegnare…

  2. Pieros Says:

    Chissà se il “tu” viene usato in questo testo anche pensando che è rivolto agli stranieri. In tutti i test allegati del resto si usa costantemente il “tu”: ‘Apri il quaderno’, ‘Ascolta il testo’, ‘Adesso hai un minuto’ ecc.
    Sciatteria e arroganza: i segni inequivocabili della burocrazia italiana.

  3. Giulio Mozzi Says:

    No, Pieros. Questo è chiaramente un testo pescato da qualche parte, un testo “reale”. Un’inserzione pubblicitaria, o qualcosa del genere.
    I test per la certificazione delle lingue prevedono sempre il confronto con un testo “reale”.

  4. federica sgaggio Says:

    C’è anche un’altra cosa.
    «Per avere informazioni chiama tutti i giorni dalle 9:00 alle 21:00» significa, a rigore, che per ottenere informazioni non è che tu possa scegliere in quale giorno chiamare, ma devi chiamare necessariamente *tutti* i giorni, nessuno escluso.

    Avrebbero dovuto scrivere «*puoi* chiamare tutti i giorni», o «puoi chiamare dal lunedì al sabato», o «chiama dal lunedì al sabato».

    Tra l’altro, essendo chiusa di domenica, non è vero che la palestra Gymnasium sia raggiungibile telefonicamente per ottenerne informazioni tutti i giorni; almeno un giorno non si può.

  5. Francesco Terzago Says:

    Cara Federica. Non era un test di italiano. Era un test di logica…

  6. roberto Says:

    E vi meravigliate? C’è di molto peggio! (Ho il sospetto che l’ultima frase, ancorchè comunemente usata nel linguaggio corrente, sia un anacoluto, o qualcosa di molto simile ad esso. Posto per assunto che il mio diploma di Maturità Classica risale al 1963, e che tante cose – figure retoriche – non posso ricordare, e visto che il mio nome non è Alessandro Manzoni, sarei grato a qualunque anima pia e generosa volesse illuminarmi su di essa frase). Con osservanza.

  7. Giovanna Says:

    Caro Giulio, ti dico quello che so della questione: spero possa chiarire qualche punto; scusa se mi prendo un po’ di spazio.

    Il test di italiano per soggiornanti di lungo periodo viene elaborato territorialmente da commissioni che in Veneto, per esempio, hanno iniziato a lavorare verso la fine di dicembre.

    In Veneto, il territorio è stato diviso in due aree (est e ovest) e sono state istituite due commissioni aperte ai “docenti interessati” che hanno lavorato, via internet, a partire dal 22 dicembre scorso. In questa regione, le prime due sessioni di test dovrebbero tenersi il 3 e l’8 di febbraio nelle sedi dei Centri Territoriali Permanenti, ovvero di quell’ordine di **scuole statali (serali e diurne)** che in tutti questi anni hanno tenuto corsi di alfabetizzazione e di scuola media ai cittadini stranieri.

    Il decreto che obbliga i soggiornanti al test è entrato in vigore l’8 dicembre, se non sbaglio. Fino a quella data noi, insegnanti statali impegnati da anni nell’alfabetizzazione e nella certificazione dell’italiano a stranieri secondo i livelli europei (A1, A2 eccetera) non siamo stati contattati in alcuna maniera. Il 22 dicembre, come ripeto, c’è stata una riunione regionale molto urgente e piuttosto concitata nella quale ci è stato detto che i docenti in possesso della qualifica di Somministratore sarebbero stati coinvolti in questa azione: sia per costruire i test (volontari) sia per somministrarlo.

    [Parentesi: la qualifica di Somministratore si ottiene frequentando un corso presso gli istituti ufficialmente deputati a rilasciare una Certificazione di italiano: ovvero le Università di Siena e di Perugia, la Società Dante Alighieri e poche altre. Solo questi Istituti possono rilasciare Certificazioni di italiano A1, A2 ecc, riconosciute valide nei bandi di concorso, per esempio nei popolarissimi concorsi per Operatore socio-sanitario.
    I Centri territoriali permanenti, invece, cioè **l’ordine di scuole statali (serali e diurne)** che fanno materialmente i corsi di italiano possono rilasciare certificati – con la minuscola – che esentano i soggiornanti dall’accertamento linguistico di cui parliamo, ma che non hanno altra validità].

    Per tornare ai test: in Veneto i test ricalcheranno ampiamente strutture e materiali di vecchie prove ufficiali di Certificazione (Università di Siena, Perugia ecc). Questo per i tempi, molto stretti, e per il timore di fare esperimenti sulla pelle dei cittadini.

    A quello che vedo dalla tipografia, anche i colleghi toscani e piemontesi hanno ricalcato prove Cils A2 (riconosco il Bodoncino…). Credo che il curioso errore nella spaziatura della virgola possa essere dato dal fatto che i materiali possono essere stati processati da pdf o da scansioni ocr e non “ripuliti”.

    Di solito, le prove di italiano A2 non prevedono l’impiego di “testi autentici”, che compaiono dal B1 in avanti. Nella maggior parte dei casi, i testi delle prove di A2 sono testi adattati da testi autentici, dunque verosimili ma non veri. (Sulla questione “testi autentici” si potrebbe aprire un bel dibattito…)

    Che cosa posso aggiungere?
    Un sogno: una volta stabilito l’obbligo di accertamento, il Miur contattava tutti i glottologi e i linguisti italiani e loro si riunivano intorno a un tavolo, o si scrivevano a lungo, o organizzavano un bel convegno, e ci avvertivano anche, e ci chiedevano informazioni magari (io avrei detto che l’oggetto “cartolina” è ignoto ai minori di anni trentacinque), e tutti insieme facevamo un’inchiesta sull’italiano, nostro e degli stranieri, e dopo un tre mesi circa preparavamo una bella batteria di prove, tutti contenti del lavoro fatto e pronti a imparare dalla sua messa in atto.

    Come posso concludere?
    Così: dal 2012-2013 i Centri territoriali che si occupano dell’alfabetizzazione degli stranieri e, oggi, della somministrazione di questo test, verranno riorganizzati su base provinciale.
    Grazie alla riforma Gelmini, nei centri provinciali non si insegnerà più l’italiano agli stranieri (i colleghi alfabetizzatori sono eliminati dalla pianta organica), ma si potranno attivare solo corsi finalizzati all’acquisizione di titoli di studio.

    Un saluto, Giovanna

  8. Giulio Mozzi Says:

    Grazie, Giovanna.

  9. Anna Maria E Says:

    l’esauriente commento di Giovanna ci fa capire il meccanismo.
    Conclusione: niente lavoro agli alfabetizzatori e nessun insegnamento della lingua italiana.

  10. Giovanna Says:

    Stamani la notizia che nel test veneto NON CI SARA’ PROVA ORALE (scusate il maiuscolo, deliberato).

  11. federica sgaggio Says:

    Francesco – al di là della questione logica/lingua – quando il testo è equivoco è difficile riuscire a comprenderlo (e dimostrare di averlo compreso), se non si possiede una lingua in modo così solido da riuscire a emendare le imprecisioni e a interpolare i buchi lasciati aperti dagli errori.

    Giovanna, che racconto tristemente istruttivo.

  12. Michela Fregona Says:

    padova, martedì 25 gennaio. istituto “L.Einaudi”. incontro ctp parte est-ufficio scolastico regionale…
    Diapositiva: “Nella valutazione della capacità d’uso dell’italiano da parte di parlanti non nativi di livello A2, appare necessario ridimensionare l’importanza degli aspetti formali, cioè della conoscenza analitica della grammatica e dare invece il dovuto rilievo all’efficacia che uno scambio – seppure ridotto nella formulazione – ha nel contesto comunicativo”. Questo dice il Sillabo: il documentone assunto dal Ministero per governare questi simpatici esami.
    L’hanno elaborato, con testa e competenza, gli enti certificatori italiani.
    La diapositiva successiva, di rincaro, dice che va dato rilievo alle conoscenze pragmatiche della lingua.

    Poi, succintamente, esce che il Ministero ha tranciato la prova orale…

    dunque, a occhio: in provincia abbiamo 12.300 “non nativi” (fa molto fumetto da Hugo Pratt, questa definizione).
    Metti che, per essere ottimisti (molto ottimisti) la metà siano già a posto con i permessi…
    …come sarà il mio scambio pragmatico-comunicativo con seimila fogli scritti?
    a gruppi di (minimo) quaranta per volta, senza averli mai visti in faccia prima, senza sentirli parlare (che poi: e se non scrivono mai, come è pensabile che sia per uno che comincia a imparare una lingua? non saper scrivere non vuol mica dire non saper parlare o capire…), in sette puntate all’anno, comunicando i risultati al prefettura entro 48 ore e con la certezza che – essendo il punteggio di taglio pari all’80%, contro il 60% del resto di buona parte del mondo – fai un giùt di errori nello scritto e sei fottuto??
    e ben sapendo che scrivere “non idoneo” vorrà dire entrare nel destino, nella felicità, nella quotidianità, nella vita di queste migliaia di persone.
    ecco, mi chiedo, cos’è che mi state chiedendo?
    di valutare che?
    quale è il gioco, mi piacerebbe sapere.

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