
Max Ernst, Ocell de foc
di giuliomozzi
Un paio di settimane fa suscitai un po’ di discussione nella mia pagina in FaceBook prospettando la possibilità di pubblicare “un romanzo illeggibile di autore anonimo”. La discussione mi convinse di due cose:
– dell’inopportunità di pubblicare anonimo il romanzo in questione;
– dell’opportunità di chiarire cosa intendessi per “romanzo illeggibile“.
Qui ci provo.
Il romanzo in questione è un romanzo moderatamente difficile da leggere. Moderatamente. Diciamo che ho trovato un po’ ostiche le prime sei, otto pagine. Poi ho capito come funzionava; e sono andato avanti spigliato, divertendomi parecchio (perché è un romanzo molto divertente). Mi sono trovato uno stile di lettura adatto a me: siccome il testo del romanzo è composto per un venticinque per cento (almeno) di note in calce, alla fin fine ho trovato più spiccio leggere prima il singolo capitolo, e poi le note in calce. Non so se l’autore sia contento di questo mio comportamento: ma tant’è, così è stato. Mi è capitato anche, talvolta, che mi cadesse l’occhio sulle note – sempre gustosissime – e che proseguissi a leggere di nota in nota, quasi dimenticandomi di leggere il capitolo. Questo forse all’autore piacerebbe di più (è bene o male un complimento alla sua capacità affabulatoria, no?): ma son comunque fatti suoi.
Fattostà che un romanzo del genere, ormai l’ho imparata la solfa, se presentato a un editore rischierebbe di perdersi in un’anticamera infinita. Perché, vabbè, seicento pagine fanno sempre un po’ paura. Perché, vabbè, tutti quei personaggi con quei nomi strani fanno un po’ impressione. Perché, vabbè, ma questo qui – mi direbbero, lo so – ma questo qui, ‘sto bel tomo di romanzo, non lo poteva mica scrivere in un modo più normale?
(Io potrei rispondere che, dagli anni Settanta in qua, o dal Tristram Shandy in qua, certe cose sono molto più normali di quel che si pensi; ma lo so, lo so, che non mi ascolterebbero. Non più che tanto).
E quindi, insomma, dopo aver pensato e ripensato, e dopo averne discusso con l’autore, la decisione è presa. Pubblicherò in vibrisse, da qui a Natale, una decina di capitoli (sono capitoli brevi) del romanzo in questione. Che, per un lettore disponibile a farsi dare dal romanzo ciò che il romanzo vuole dargli, e a non pretendere serietà da un romanzo comico, leggerezza da un romanzo tragico, e minimalismo da un romanzo cosmico, è tutt’altro che illeggibile.
Appuntamento quindi per domani, alle sei di mattina, qui su vibrisse.
16 dicembre 2010 alle 15:41
E noi ci armiamo di pazienza.
16 dicembre 2010 alle 15:43
Ottima scelta, sia per l’autore che per noi lettori.
Che sia sempre l’opera a parlare, prima delle etichette.
Anche se, devo ammettere, conosco sia autore che la genesi dell’opera. Tuttavia è sempre tramite l’opera stessa che preferisco rapportarmi all’autore.
16 dicembre 2010 alle 15:49
Non prometto che leggerò tutto…ma qualche capitolo di sicuro.
Ho qui pronti diversi libri…non so da dove iniziare…sindrome dispersiva.
Saluti prenatalizi
16 dicembre 2010 alle 15:55
Pronti a pascercene!
16 dicembre 2010 alle 15:59
Mi piacciono i romanzi a capitoli brevi. Leggeròòòò, all’albaaa Leeeeggeròoooo!
16 dicembre 2010 alle 16:28
finalmente si svela l’arcano… e si continua ad imparare.
16 dicembre 2010 alle 16:35
adoro le note a piè di pagina, anche quando invadono quasi tutta la pagina.
le odio invece quando son messe in fondo ai capitoli o addirittura – horresco referens – in fondo al volume.
infinite jest l’avrei goduto assai di più se le note non le avessero sbattute alla fine.
i libri di diritto di franco cordero li ho letti con piacere (e non ho studiato legge: la perversione non conosce limiti) anche perché, al di là del bello stile, han tante note a piè di pagina, la più parte godibilissime.
leggerò volentieri il romanzo “illeggibile”.
16 dicembre 2010 alle 16:39
Siamo tutti pronti. Di solito detesto leggere le note ma, almeno per ora, prevale la curiosità. Attendo le sei di domani!
Ps: l’indirizzo del sito lo metto, ma porta pazienza: è in costruzione! 🙂
16 dicembre 2010 alle 17:07
certo che 600 pagine non sono uno scherzo…e chi ha tutto stò tempo? E meno male che esistono le rate, che alleggeriscono e ridimensionano…certo però che un romanzo illeggibile mi piacerebbe leggerlo per vedere dove vuole arrivare…
16 dicembre 2010 alle 17:11
Oh, beh, Carlotta, ho appena finito di leggere “David Coppierfield”, che ne fa milleduecento. Ed è stato ed è uno dei libri più popolari del mondo. gm
16 dicembre 2010 alle 17:29
Va bene. Io già mi ero fidato di un altro romanzo illeggibile, ormai diversi anni fa.
16 dicembre 2010 alle 19:55
meno dieci
17 dicembre 2010 alle 15:08
To’, è scomparso il mio commento.