Riprendiamo dunque le pubblicazioni della Gettoniera (chi non sapesse cos’è, clicchi sul gettone qui a fianco). Oggi pubblico una raccolta di poesie di Anna Maria Ercilli, dal titolo La stanza del colore provvisorio. Nei mesi durante i quali non sono riuscito, perché la mia capacità di riuscire ha dei limiti fisici, a occuparmi della Gettoniera, ci ho però pensato su. E, tra le altre cose, ho deciso di essere un po’ meno rigido nella selezione dei testi poetici. Ovvero: il criterio, che resta rigido per i testi in prosa, di non ammettere chi abbia già pubblicato libri in regolare distribuzione, sarà elastico per i testi in versi. Questo perché, nell’ambito della poesia, la pubblicazione di un libro o di una plaquette spesso, anzi il più delle volte, non significa nulla. Detto questo: Anna Maria Ercilli risiede a Trento; ha lavorato nella sanità pubblica; ha pubblicato diversi piccoli libri: Abbraccio (Alcione), Il dono inquieto (Rebellato), Piccole lame (Ibiskos), Dall’aria, alla terra, all’oblio (Laboratorio delle Arti), La porta di Tàriso (Joker: quest’ultimo è, teoricamente, in distribuzione). Sue poesie sono nell’itinerario artistico Bosco dei poeti di Lome, Dolcè, presso Verona. E’ fotografa per passione. gm
Preleva qui il pdf di La stanza del colore provvisorio di Anna Maria Ercilli, oppure leggi tutti i testi qui sotto.
La stanza del colore provvisorio
di Anna Maria Ercilli
Hale-Bopp
Nella sera più limpida
senza tracce di cosmo
e livori, aspettavamo
l’ora migliore per guardarti
cometa degli stupori
la madre ricurva in sé
assopiva un desiderio.
(passaggio della cometa nel marzo ’97)
***
Formiche alate
Indietro verso il ritardo d’ombra, ancora
cammina al chiaro scuro del lampione,
nugolo di insetti notturni riempiono
spazi spostati dal vento, indietro la via
percorre sul mare il resto del tempo.
(a spasso con Anna)
***
Mimica
Ritroviamo nelle voci le storie
dello scorso anno, nei volti sorpresi
fra aria e pensiero riprende la sequenza
di poco prima, mimica del sorriso
parole spezzate con il pane.
***
Albero d’ombra
Dimentica domani la storia della sete
miniatura grumo di terra, albero
delle melarance albero del pane
riparo d’ombra, alle radici
l’acqua raccoglie reti di vene chiare.
***
Quando aspettavo
Se mi dici amore, ricordo
il giorno e la notte dove
mai sparivano le stelle
e le nuvole riflesse
attorno alla pallida méne
sappiamo che molto è andato
nel tempo a ritroso scavando
ruscelli rumorosi dentro
ogni pulsione e desiderati
contatti alle nostre risposte
ancora sentiamo ritornare
quel niente che sembrava
il tutto, acceso alle infinite
anime invitate a lasciare
insonne la notte, quando ti
aspettavo.
***
La rivalsa
Ancora ripete il movimento
la tenda separa luce e ombra
filtra il rumore sulla trama, ma
nessuno chiede, fuori qualcuno
aspetta davanti alla sua ora.
***
Bambini
Un gesto di pioggia sotto ogni
risveglio, grigio scalzato dai toni
umore ripreso nei suoni
percorre la voce tutte le stanze
la gioia trema senza infanzia.
***
Emozione
Conosci l’emozione che non
tiene a freno nulla, la febbre
al mancato appuntamento
assonanze e risposte, tutte
le domande, quando sceglie
amore il gioco indecifrabile
chiude e stordisce.
***
Dolomiti
Quanta distanza dal mare
calpesto conchiglie e gusci saldati
dal tempo, racchiude dolomia la voce
ingrossata di onde ampie, custode
di ogni misura vivente sommersa
fra oceano e mare interno, il ventre
fertile smosso dal vento, accento
maschile insemina antiche querce.
***
Mare
Scritte nell’onda movimento
ascoltare vorrei le parole
mormorio di risacca
ascoltare quel mugolare
che risuona in tutti
i fotogrammi smemorati
dal troppo, davanti
al filmato sento quanto vorrei
posare il respiro contro la sabbia
sentire eterno il ritmo del mare.
(film, Lo spazio bianco)
***
Rosso zero
Quasi si confondono
un po’ a me e a nessuno
arrivano declamando verbi,
ritagliano lemmi da vecchie
pagine in disuso, discorrono
producono incomprensioni
e alternano brusio, le bocche
muovono disegni di labbra
conturbanti zeri corollati
di rossori. Quando il sesso
convince, la parola non
esprime che il dopo.
***
Bussa piano
La nota scritta in fretta
la calligrafia di chissà chi
righe e anelli sospesi
la mano non lascia segno
sembra chiaro il senso
del pensiero il compito
lasciato in lettura
passa nella sera e bussa piano
un rovello senza risposta
la notte frugata fra tante
la porta chiusa da cercare
finestra socchiusa
vicino rumore di passi
bussa piano se passi nella sera.
***
A ritroso
Non è ancora tornata
chi e cosa, se non l’attesa
di te maschile femminile
di tutti i giorni andati a ritroso
ripresi in bava di ragnatela.
***
Plurale
Indolore il passaggio rimane
aperto, non sentiamo la voce
delle cose, sottofondo il rumore
mescola indistinte note
e richiami, la fastidiosa resa.
***
Quando il giorno
Noi prossimi alla soglia
guardiamo la direzione dei venti
il segno premonitore dell’aria
chiara, sempre più persistente
vediamo le ombre allungarsi
dietro alberi ancora spogli.
***
Prisma
Allineati risultano nel prisma
il nido e il tuo polso
attorno muove quello che sarà
fra un mese oppure ora.
***
Il punto
Per chi vola e chi guarda,
il punto è un segno,
l’aereo un istante di passaggio.
***
Rami di bosso
Intaglia rami di bosso
lama del piccolo dio
feroce d’istinto e facile
commozione, se muove
cantando l’amore che
nel flauto soffia le sue
melodie e richiami
d’ogni arte amando
selvatiche fantasie.
***
Spigoli
La stranezza nel contuso
generare di spigoli, ognuno
contro le parole, rimbalzano
dubbi scivolano rimedi.
***
Pedine
Ci siamo trovati senza ricordi, buio
attorno e dentro gli sguardi, vedevamo
il contorno di noi, sconosciuti sempre
qualcosa di entrambi abbandonato
fuori il perimetro della scacchiera.
***
Troppo facile
Capita da sempre, pause senza remissione
incontrare la superficie appena levigata
le parole tonde, quelle benevoli e inutili
conosci il rotolare lontano del troppo facile
complimentarsi, chiedere se vivi felice.
***
Le partenze
Inutile cercare il ritorno solo
poche immagini refrattarie alla
dissolvenza riportano indietro,
nella stazione scambiamo i posti
mescoliamo le partenze.
(a mio padre)
***
Le sorelle
Al ritorno camminano le nubi
sull’acqua, sicure di andare altrove
rincorrono come sorelle il rumore
riflesso della terra, sul lago
la donna sola guarda.
***
Il silenzio dei luoghi
Luoghi come stazioni
il passaggio un congedo
il silenzio chiude
vetrate
lo sguardo altrove
pensieri diversi e fragilità
possibili
vedersi e andarsene
con un cenno della mano.
***
Bianco e nero
Dietro la vetrata lasci
parole rilegate, il bianco
attira il nero
(non ora dirai)
lo scaffale sbagliato
mantiene bianca ogni carta
posata
(non sempre)
sulle Alpi rimane la neve
pochi giorni d’estate
spogliano la pelle
(nuda come ricordi)
corre veloce il passo
dell’amore, passa
e non torna.
(sospeso il ricordo)
***
Cecità
Copriamo di gesti forma e vita
le mani a nascondere gli occhi
guardare diventa l’impegno
di cecità dissuasive.
***
Abitudine
Per abitudine incontro
la solitudine vestita con
l’estate e il sorriso in
ogni vuoto, non so perché
quando tacciono forse
dimenticano.
***
Dopo
Dopo ogni ritorno, forte
il vuoto squassato
dal vento ruvido di selci
il bruciore spento con la notte
ogni parola sollevata
sui rami alti dei lecci
dopo ogni ritorno, mancano
le voci schiumate del mare.
***
Giorno o notte
Ogni partenza sembra l’ultima
del viaggio iniziato dove tutti
eravamo, inconsapevole cammino
andato a caso tirando il senso del filo
destino chiaro e oscuro, forse
dell’alba forse del tramonto.
Il risveglio
Piano lieve quasi un
soffio da sembrare vero
il passaggio veglia-sonno
posa grigio un niente
il dubbio sulla spalla
il sipario scende scarlatto
non il palco non la strada.
***
La stanza del colore provvisorio
Quel pensiero di parole
non dette ritorna a cadenze
di luce, davanti al mattino
la finestra apre la stanza
del colore provvisorio.
***
Disegni umani
Nel segno rovescio del tempo
distorte immagini sfuggono
al quadro, percuotono suoni
nel gioco illogico di mappe
perdute e geometrie di segni
contrapposti, simili alle materne
cure, dosiamo disegni umani.
***
Nel vento le parole
Non so quando tornerai
troppo poco sappiamo
le parole perdono la
direzione della giornata
anche il vento porta accenti
negli angoli, i fogli scombinati
i tuoi capelli arruffati
non so quando tornerai
a M.
***
Incontri
Non chiamare, ognuno
corre nel solco sconosciuto
dietro ombre di alberi
fossili, nella stessa via
incontravamo mani e voci
semplicemente umane.
***
Lontano
Non lascio la linea stretta dove
l’occhio si perde cercando sempre
più lontano, un punto un varco
un niente davanti all’immaginario
scarto di macerie, erbe con spighe
d’avena, il sorbo sulla collina
oltre sta quello che non si vede
irraggiungibile, ma non perdo.
***
Ombra provvisoria
Puoi guardare indietro
nell’ombra provvisoria
di tutte le ore, notturno
rintocco della torre,
batte il tempo meccanico
codice dell’ingranaggio
durevole oltre la dissolvenza,
memoria cede tasselli di ieri
immagini e voci distorte
improprie intrusioni, prestito
da una vita inventata.
***
Pagina del tempo
Lo strappo, la pagina staccata
muta, la parola rimasta sola
non sai il pensiero rivolto a te
immagini, il sogno dove sorridi
domani, appuntamento inutile
ripeti i segni del tempo, solare
meridiana ferma sul tramonto.
***
Prima dell’estate
Passa nella voce roca
che prende con il respiro
baciavi e non lasciavi fiato
poco il ricordo come
ritorno di ieri, solo dei
frammenti, la mano che
rincorre il tuo profilo
il nostro luogo oscuro
ritornava nei mesi senza
luce, nascosti al piano basso
l’amore che sapevamo
finire, prima dell’estate.
***
Quando la vela
Un qualsiasi nome il limite
dove aspetti, non sai quando
non sai dove precisamente
cadrà la vela schermata
inganno perpetuo in vita.
***
Quello che manca
Manca la voce morbida attorno alle pompose
gioie, manca la parola dettata a filo di voce
la salita degli ultimi gradini, spezzava il sorriso
il respiro imprigionava la voce necessaria.
***
Argine e luna
Infreddolita pallida luminosa
insolita nel passo della memoria
la distrazione verso l’argine, rientra
un giro di volante, due file di nubi
galleggiano verso il mare rabbioso.
***
Trilogia di un amore
Dentro rimane muto il grido
chiamarti con tutte le parole
oggi, sempre cercarti in ogni
movimento, un corpo sconosciuto.
Azzero il pensiero di te
copro ogni luce ferma
sulle tue labbra, il dopo
senza voce vuoto
da questo niente, il buio
riprende a disegnare
il tuo profilo, una carezza.
Scrivo o meglio fingo
la vernice sull’asfalto
parla per me, batte
alla porta, fingo ancora
che tu apra.
***
Spavento
Improvvisamente il silenzio
sola, tutti gli altri
dove, nel grigio delle pietre
segni del passaggio
improvvisamente riprendono
le voci, rispondono i motori.
***
Sistole
Sorprende capelli e stormi di passaggio
il vento infilato nella valle
separa le voci e disperde lettere
d’alfabeto, non sentiamo neppure
un verbo ne l’imprecazione all’angolo
del crocevia, la mano tesa
protegge il vuoto indurito nel cavo
di una sistole.
***
Uscendo
Sapevi dire aspetta, non ora
siamo andati avanti nei giorni
con le dimenticanze di ritorno
e l’abbozzo rimasto nel segno
di grafite vicino all’uscita
lo stipite a destra uscendo.
***
Preleva qui il pdf di La stanza del colore provvisorio di Anna Maria Ercilli.
Tag: Anna Maria Ercilli, Gettoniera
5 novembre 2010 alle 10:28
Un grazie da me e dal colore d’autunno
5 novembre 2010 alle 11:01
Che bello! E’ tornata la Gettoniera! 😀 Happy!
5 novembre 2010 alle 18:28
Che cosa vuol dire “la pubblicazione di un plaquette non significa nulla”?
5 novembre 2010 alle 18:55
preferisco quelle che suggeriscono delle immagine concrete e nello stesso tempo suggestive, ad esempio “Dopo”, ” Nel vento le parole”, “argine e luna”, “spavento”, “sistole”.
5 novembre 2010 alle 21:22
Che cosa vuol dire “la pubblicazione di una plaquette non significa nulla”?
7 novembre 2010 alle 12:24
Hale-Bopp/ricurva
Formiche Alate/ritardo
Mimica/ritroviamo-riprende
Quando Aspetto/ricordo
La rivalsa/ripete
Bambini/risveglio
Emozione/risposte
Dolomiti/ritroso
Plurale/richiami
Rami di bosso/richiami
Spigoli/rimbalzano
Pedine/(senza) ricordi
Le partenze/ritorno (inutile cercare il)
[…]
una poetica imperniata sul ritorno, questa silloge, almeno con evidenza nella prima parte mentre nella seconda che personalmente faccio “partire” proprio dalla poesia guarda caso “Le partenze” il ritorno è diventato inutile cercarlo. tutto quello che muore non torna ma lo affermiamo solo dopo che qualcosa è morto a noi: ecco il taglio che però è anche a mio sentire la coincidenza compatta che divide in due questa bella raccolta qui presentata della quale ho apprezzato soprattutto la seconda parte che trovo con punte poetiche notevoli dove i versi senza mai essere appesantiti da rassegnazione diventano più introspettivi ma mai clastrofobizzanti per chi legge e non si leggono più parole come “ritorno” “richiamo” perfino “ricordo” eccetera: come se la morte avesse trovato il suo senso nell’ esistenza delle cose come l’ altra metà del cielo come altra metà oscura come se la morte avesse preso anche confidenza con la scrittura dell’ autrice parlandole con una commestibilità grafica che la Ercilli coglie appieno nel gradiente e riesce a fonderla preziosamente nel chiamare a sé per poi offrirla all’ alterità (alterità che è molti di uno/gli altri che siamo noi stessi = ecco l’ unione senza ritenzioni) la sua maturata poetica finale.
mi scuso per la prolissità e forse la poca chiarezza di esposizione
un saluto
paola
8 novembre 2010 alle 11:38
Mi permetto di rispondere io: la pubblicazione di una plaquette non significa nulla, perchè il più delle volte non ti legge nessuno, men che meno i 20 amici a cui l’hai regalata e i 5 a cui sei riuscito a venderla. Diciamola tutta: la poesia non vende e viene letta pochissimo. Anche i fortunati e/o bravi che ricevono recensioni ecc. sono letti poco e da pochi.
Ma forse è inevitabile. E’ nella natura stessa della poesia essere letta (quando è letta) piano, goccia a goccia. Mica è un romanzo avvincente, che non lo molli, finchè non sei alla fine.
Questa raccolta, per esempio: quasi 50 composizioni. Brevi, sì, come piaccione a me, ma la brevità non è sinonimo di semplicità, tutt’altro.
Io, che la amo la poesia, ne ho lette 4 0 5 di seguito, ma so già che ci dovrò ritornare, per ‘entrare’ in ciascuna. M’è piaciuta la cadenza soft, ma è tutto quello che riesco a dire, per ora… e forse è tutto quello che dirò. Potrei metterci un mese a leggerle tutte, ma siccome ho in ballo altri libri, ci metterò di più.
Non è un problema, perchè per me la poesia è un evento, un momento che può essere perfetto, proprio perchè eccezionale.
E amo quando alcune parole mi si fissano nella mente da subito e mi accompagnano durante il giorno, come un refrain:
“percorre la voce tutte le stanze
la gioia trema senza infanzia”
Grazie ad Anna Maria Ercilli. Grazie a Vibrisse. 🙂
8 novembre 2010 alle 12:34
belle, ci vuole tempo, molto tempo per leggerle tutte…
8 novembre 2010 alle 14:32
La frase “la pubblicazione di un libro o di una plaquette [di poesia] spesso, anzi il più delle volte, non significa nulla” significa che spesso alla stampa non consegue alcuna distribuzione (anche se magari il titolo è ordinabile via internet o per le vie tradizionali), e quindi è addirittura improprio parlare di “pubblicazione”.
Tutto questo è approssimativo, certo.
9 novembre 2010 alle 01:12
Non so rispondere alle vostre parole, ma sento che attraversano quanto mi era nascosto.
Conservo i vostri nomi.
‘Cara polvere’ dove l’ho incontrata?
Vi ringrazio
assieme a Giulio
9 novembre 2010 alle 12:38
@ Anna Maria Ercilli
che ci siamo certo incrociate navigando, forse a vista, e vedendoci? potrebbe:)
un saluto.
paola
9 novembre 2010 alle 13:16
Giulio, una domanda.
La raccolta di poesie che ti inviai tempo fa nel frattempo è diventata (giustappunto) una plaquette pubblicata.
Ora, la domanda è: posso inviarti qualcos’altro o sono, per così dire, “bruciato” per la Gettoniera?
15 novembre 2010 alle 00:36
Sono passata di qua… Grazie, Anna Maria.
25 dicembre 2010 alle 11:16
Lascio qui il Natale
Lo so è Natale, nell’intimo più nascosto, mi piace ricordare com’era,
non inquinato, dalle troppe parole inutili, dall’esibizione di quello che non è, preferisco credere alla semplicità di un dono tutto interiore, una fetta di pane dolce, un pensiero a te che non conosco.
Anna Maria
16 marzo 2017 alle 01:58
Spero d’incontrarti in primavera a Milano con PDS e tutti gli altri. Non mancare. Un saluto da Manu’
6 giugno 2018 alle 15:38
Cara Manu, abbiamo saltato un anno e siamo già oltre, speriamo di rivederci presto. Ti ringrazio, un caro saluto Anna Maria