di Sergio Frigo
[Questo articolo di Sergio Frigo è apparso ieri nel suo blog].
[…] La Marcegaglia e con lei gran parte del mondo industriale che in questi giorni le si è serrato intorno, mostra di ritenere che nel nostro paese non si possa esprimere liberamente il proprio pensiero sul governo, senza essere pesantemente attaccati sul piano personale, e messi in condizione di non nuocere: in buona sostanza il gotha dell’economia italiana pensa di Berlusconi e della democrazia italiana più o meno le stesse cose che pensano Di Pietro e il popolo viola. Che dunque la libertà di espressione è pesantemente compromessa, e il livello della nostra democrazia è ridotto al lumicino.
L’unica differenza è che per difendersi le persone comuni vanno in piazza e scrivono sui blog, loro invece si rivolgono direttamente all’Imperatore (naturalmente neppure per un istante [Marcegaglia] ritiene di doversi rivolgere alla magistratura o quanto meno di denunciare la cosa ai suoi iscritti). Ne parla pubblicamente solo quando apprende che sul tema c’è un’inchiesta in corso, e non può proprio farne a meno. Ma quanti di loro hanno subito in silenzio? Quanti hanno rinunciato ai loro affari per non intralciare quelli di Berlusconi? Questo va ricordato, quando i servi di turno dicono che non c’è il conflitto di interessi, e che Berlusconi è un liberale, e che la democrazia italiana è sana e vitale. [..]
Tag: Emma Marcegaglia, Sergio Frigo
11 ottobre 2010 alle 09:24
Il problema è che a destra non si fanno troppe domande e che le future alternative a questa cricca di affaristi non sono destinate ad avere fortuna. Fini servirà a far cadere l’imperatore, e non è cosa da poco, ma non porterà una ventata liberale perché il liberalismo da noi non ha mai attecchito. Da Beccaria a Einaudi, il nostro liberalismo è stato appannaggio di una elite colta e isolata (Malagodi era un gran signore, ma i suoi liberali non andavano oltre il 3%). Il PLI più che un partito era un club. La nostra borghesia è storicamente impermeabile alle idee liberali, anzi, diciamocelo chiaramente, a tutte le idee e dopo quasi un ventennio berlusconiano, non è migliorata. Vedo solo populismo, ricatto mafioso, delazione, manganello, affarismo, logge segrete, mignotte, escort, dacie russe, barzellette sugli ebrei, omofobia, smantellamento della scuola pubblica, fine del cinema e del teatro, università vicine alla chiusura… Insomma, non mi pare un programma ispirato a Pietro Verri. E purtroppo, alternative a destra non ne vedo, tranne una gran voglia di uscire dall’incubo. Della sinistra parliamo un’altra volta. Fuori piove e non vorrei che diluviasse.
11 ottobre 2010 alle 10:03
solo a margine del punto. Assordante il silenzio intorno ad un segnale, non certo indice di buona salute della libertà d’informazione, da parte della stampa “di sinistra”, relativo alla presenza dei carabinieri nella redazione di un giornale. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere a parti invertite..
11 ottobre 2010 alle 13:53
Una sola cosa: ma veramente pensiamo che le telefonate all’editore o al consigliere di amministrazione per fermare le notizie o per bloccare qualche cosa – indipendentemente dalla natura di quella cosa – arrivino solamente nei giornali di destra?
E non sto dicendo che arrivano *anche* nel giornali di sinistra: sto dicendo che arrivano anche nei giornali che amano definirsi giornali di cronaca.
E veramente pensiamo che non sia comune, il mercimonio delle informazioni?
Quanti sono i giornalisti che, a qualunque latitudine politica e professionale, nascondono le notizie nei loro cassetti in attesa del momento in cui scriverne o anche solo segnalarne la presenza alle persone giuste diventi conveniente?
E veramente siamo convinti che la Marcegaglia e Marchionne – e farò solo due nomi – siano all’improvviso diventati antiberlusconiani in grazia di una riflessione sul senso politico dell’azione del governo, e non – sempreché antiberlusconiani siano diventati, e io ho i miei bei dubbi – in virtù di valutazioni di altro genere, variabili fra il «non fa abbastanza i miei interessi» (ipotesi) e l’«avremmo già trovato un sostituto (ipotesi)?
È grave che i magistrati mandino le cosiddette forze dell’ordine vadano in un giornale. Altroché se è grave.
Però, gente, è anche grave che il giornalismo sia nello stato in cui è, e tutti noi ci riduciamo a firmatari di petizioni.
11 ottobre 2010 alle 14:14
Come al solito, Federica dice cose sacrosante. Nulla da eccepire, però mi sorge una domanda. Non affannatevi a rispondere, perché risposta non esiste. E’ una domanda, come dire, metafisica. Eccola: come mai, visto che ormai è chiaro anche ai marziani (Marcegaglia compresa) che Berlusconi si è fatto eleggere per difendere i propri interessi personali, una gran fetta di italiani (la maggioranza relativa) è ancora disposta a dargli il voto?
11 ottobre 2010 alle 16:48
io credo che:
questo episodio rientri nel normale comportamento degli italiani che hanno “qualcosa da difendere”, e come bandiere al vento si schierano con chi può garantirgli vantaggi personali.
Ciò non significa che non sappiano o che non credano giusto, in senso oggettivo, quanto sostengono Di Pietro o fini, nei confronti di berlusconi e della giustizia. Interpretano solo una parte che giustifichi la loro appartenenza. Delle idee, dei principi, della morale, chissenefrega!, Marcegaglia compresa. I suddetti principi vengono invocati, quando si accorgono che il potente berlusconi è un’arma a doppio taglio: potente quando stai dalla sua parte, ancora più potente quando lo contrasti, e gridano al pericolo solo e ancora una volta per difendere se stessi, non il gionalismo italiano, non gli industriali italiani, non noi, cittadini nel nostro complesso di nazione, semplicemente loro stessi. Senza vergogna. Ormai avviluppati in un groviglio di interessi e politica, i vari personaggi sanno di poter sopravvivere solo continuando a dire di si,e non gli si chieda di cambiare idea, perchè le loro idee sono identiche a quelle dei loro oppositori,ciò che dovrebbero cambiare è la pelle, che rischiano di rimetterci contrastando il sovrano, o il capo della cupola.
11 ottobre 2010 alle 17:09
Ma Mr. B. non scese in campo proprio per consentir libertà agli imprenditori?
11 ottobre 2010 alle 18:36
Sicuramente avrete visto ZEITGHEIST “il film” :
La corporatocrazia non è una società segreta, i suoi membri non si riuniscono per complottare, sono individui senza scrupoli che dirigono le multinazionali e si comportano come imperatori. Controllano i media , direttamente, o indirettamente con le pubblicità, controllando anche la maggior parte dei politici, perché finanziano le loro campagne elettorali. Non sono eletti e la loro carica non ha termine, quindi non devono dare conto a nessuno del loro operato ma quando uno di loro è anche Vice- Presidente degli stati uniti tanto meglio. Il sistema è semplice ed economico: La banca mondiale fornisce i soldi ai paesi poveri, li fa indebitare in modo che non possano ripagare il debito, tipico modo di agire anche del fondo monetario internazionale,ma il denaro in verità non arriva mai a quel paese, va a invece a società per la costruzione di impianti energetici, industriali, porti. A beneficiarne solo una ristretta cerchia di persone ricche di quel paese, oltre alle nostre multinazionali. Se qualche capo di stato è recalcitrante,si accusa di terrorismo. Pronunciata questa parola magica,nel loro paese si mandano aerei, soldati ,infiltrati. Alcuni cedono, quelli che non vogliono sentire vengono assassinati. Chi sono i responsabili? Le cose sono così confuse che non puoi dire se le persone stanno agendo per una società privata o per il governo, questa è la corporatocrazia.
Ecco servita la libertà agli imprenditori.
11 ottobre 2010 alle 21:48
signor cletus, non è bello mettere la gente in prigione, ma se c’è gente che commette reati, tocca farlo. non è bello che i carabinieri visitino le redazioni dei giornali, ma se nei giornali lavora gente che usa il potere della comunicazione per minacciare gli avversari del capo, una controllatina bisognerà dargliela. se un giornalista ha una notizia vera che sputtana qualcuno, è suo dovere pubblicarla comunque, ma se ha una notizia vera che sputtana qualcuno e telefona al qualcuno per dirgli sta’ buono sennò la pubblichiamo, manca al suo dovere di informare e in più è un ricattatore. se poi la notizia è falsa è peggio. i carabinieri han visitato la redazione del giornale perché c’è sospetto che ci sia ricatto, mica per farsi una gita.
12 ottobre 2010 alle 01:43
@Federica
Spero non ti venga in mente di chiamare “giornalismo” quello che fa Feltri.
Non siamo nati ieri, sappiamo bene che qualche peccatuccio di omissione nelle redazioni si fa da sempre, visto che giornali senza sponsor non ce n’è (più)
Ma Feltri è un killer a pagamento.
12 ottobre 2010 alle 14:52
@ Federica Sgaggio
tutto giusto, lo vado dicendo nel mio piccolo da secoli che i giornali nascondono le notizie piuttosto che il contrario. E mi domando, sempre da secoli: il mestiere di direttore di giornale, in Italia, che mestiere è?
12 ottobre 2010 alle 14:53
@ Federica Sgaggio
tutto giusto, lo vado dicendo nel mio piccolo da secoli che i giornali nascondono le notizie piuttosto che il contrario. E mi domando, sempre da secoli: il mestiere di direttore di giornale, in Italia, che mestiere è?
12 ottobre 2010 alle 19:01
Ah, Larry.
Saperlo.
Cioè. Io dopo diciott’anni e più un po’ lo so.
Ma non lo dico.
Ah, sai: c’è una tipa che ha scritto un romanzullo, su queste cosette.
😉
13 ottobre 2010 alle 11:56
Valter, non è giornalismo nemmeno quel che fanno moltissimi altri giornalisti. per motivi diversi, magari (ma non poi così tanto differenti).
Vieni in gita, ché ti racconto…