Veronica Tomassini ha scritto un romanzo che fa ribollire il sangue. Un romanzo d’esordio nell’editoria ufficiale che vanta già su di sé i crismi del classico. Ha creato una figura, quella del protagonista (il polacco Sławek), che gareggia ad armi pari con le figure mitiche della Letteratura. Un gigante che gareggia col Danny di Pian della Tortilla. Con l’Aureliano Buendìa di García Márquez. Non è solo un compagno di sbronze, Sławek , ma ha su di sé, su quella pelle piagata dalla fame di vita, le stimmate dell’eroe: il Principe degli Alcolizzati, il Cristo della Vodka, il Profeta dei Fedifraghi, “l’angelo nero, gentile, gonfio soltanto un pochino”.
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