La notizia è

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di giuliomozzi

Una motovedetta donata dall’Italia alla Libia affinché la Libia desse una mano all’Italia nel contrasto all’immigrazione via mare, con a bordo sei agenti della Finanza italiana, ha ripetutamente mitragliato e inseguito (fin quasi a Lampedusa) un motopeschereccio italiano (senza ammazzare nessuno, ma per puro caso), in acque che la Libia considera libiche e tutti gli altri (compresa l’Italia) considerano internazionali (vedi).

Il peschereccio non si era fermato al segnale di alt.

“Ci hanno intimato di fermarci – racconta il comandante – ma io, sapendo quello che ci aspettava, ho preferito proseguire spingendo i motori al massimo. A questo punto hanno aperto il fuoco, continuando a sparare a intervalli di circa un quarto d’ora-venti minuti”. Il capitano ha ancora negli occhi il terrore provocato da quei colpi di mitraglia: “Ci hanno inseguito fin quasi dentro le nostre acque territoriali. Solo all’alba, quando eravamo in vista di Lampedusa, ci siamo sentiti in salvo”. Da anni le autorità libiche rivendicano la loro giurisdizione sul Golfo della Sirte, sequestrando le imbarcazioni mazaresi sorprese a pescare in quel tratto di mare. Ma il capitano assicura che l’ “Ariete”, al momento del tentativo di abbordaggio, stava navigando e non era impegnato in una battuta: “Non avevano nessun diritto di fermarci” (Ansa).

Il ministro degli Esteri italiano ha dichiarato:

A seguito dell’azione della nostra ambasciata, il comandante della Guardia costiera libica ha espresso le sue scuse alle autorità italiane per l’accaduto. Il comandante libico ha ordinato di sparare in aria – ha spiegato Frattini – anche se poi purtroppo i colpi sono arrivati sulla barca italiana (Ansa).

Ovvero, par di capire: il comandante della Guardia costiera libica non si è scusato spontaneamente, ma solo a seguito dell’azione della nostra ambasciata; il ponte del motopeschereccio italiano è stato spazzato dalle mitragliate, più volte, per puro caso, perché il comandante libico ha ordinato di sparare in aria, più volte, e purtroppo i colpi sono arrivati sulla barca italiana, più volte; il fatto che a questa operazione abbiano partecipato (o: pur essendo a bordo, non abbiano potuto impedirla) sei agenti della Finanza italiana, non merita nemmeno una parola.

Non so se dico una sciocchezza, ma a me mi pare una presa per il culo. Molto più una presa per il culo che la faccenda della predica alle cinquecento modelle – con tanto di conversioni a pagamento – e così via. Per carità: magari ci sono ottime ragioni di Stato per tenere un atteggiamento del genere (che non è un’invenzione di questo governo: qualcuno si ricorda la visita di Gheddafi all’Unione europea, durante la presidenza di Romano Prodi?): ma forse dovrebbero essere un po’ spiegate. Vi pare?

Attendendo le spiegazioni, invito a guardare Come un uomo sulla terra, il documentario di Dagmawi Yimer e Andrea Segre (fresco vincitore a Venezia, quest’ultimo, con il documentario Il sangue verde sui fatti di Rosarno). Dove si spiega con molta chiarezza che l’immigrazione via mare (una percentuale minima dell’immigrazione, peraltro) è generata dalla decisione del governo italiano (retto allora da Prodi) di non concedere il visto per l’Italia a persone provenienti da certi paesi. Non potendo arrivare comodamente in aereo (cosa che gli costerebbe anche meno) queste persone scelgono un’altra via.

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6 Risposte to “La notizia è”

  1. Chiara Says:

    sissì, è la conseguenza nell’attuale regime mignottocratico dell’avere la moglie americana e l’amante libica. Però per avere un’idea del perfetto accordo fra Partito Democratico e Popolo della Libertà in materia, consiglio di leggere il resoconto parlamentare della ratifica del trattato con la Libia: http://nuovo.camera.it/412?idSeduta=0117&resoconto=stenografico&indice=cronologico&tit=00090&fase=#sed0117.stenografico.tit00090

    Il punto più emozionante è l’intervento con cui D’Alema invita all’approvazione: applausi a destra e a manca. Un estratto:

    “…Ma non ratificarlo, dopo quindici anni di lavoro e dopo negoziati che hanno impegnato cinque Governi, rappresenterebbe un drammatico errore nonché un gesto incomprensibile non solo per i libici, ma anche per la comunità internazionale (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà). So che le mie parole varranno poco, ma, sinceramente, questi seimila emendamenti (n.d.r. di Furio Colombo e dei deputati radicali) mi sembrano un di più rispetto alla necessità di un accordo che, lo ripeto, dopo molti anni, rappresenta un atto dovuto ed utile all’Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro e di deputati del Popolo della Libertà).”

  2. Giulio Mozzi Says:

    “Su indicazione del Ministro Frattini, la Farnesina segue da vicino il caso della Motopesca di Mazara del Vallo “Ariete”. In particolare, l’Ambasciata d’Italia a Tripoli è stata attivata per acquisire, in raccordo con le competenti Autorità libiche, dettagliati elementi sulla vicenda e per accertare l’esatta dinamica dei fatti, alla luce dello stretto rapporto di collaborazione fra i due Paesi, nonchè dell’esigenza di accelerare le procedure per addivenire ad un’intesa in materia di risorse marine prevista dal Trattato di Bengasi.”

    Questo è tutto quanto trovo, oggi 14 settembre, nel sito del ministero degli Esteri, a proposito di questa storia.

    Ci trovo anche questa intervista al ministro, di qualche giorno fa, intitolata Gheddafi ci apre le porte in tutta l’Africa.

  3. Claudio Rabiolo Says:

    Ai ai ai miei cari,ho l’impressione che il nostro governicchio costituito per la maggior parte da non abbia la minima idea di come ci si debba comportare in materia di politica estera.Nel caso delicatissimo della libia poi
    vige il sacro terrore di scontentare il il quale da bravo beduino
    attverebbe ogni tipo di ricatto economico e non che andrebbero a scompigliare tutti gli affari delle numerose che gravitano intorno al nostro
    Comunque meglio lasciar fare alla Farnesina in particolar modo a quel gruppetto che aveva messo in dubbio l’integrità di e dei suoi collaboratori nell’affair di Lashcargah.

  4. Giovanni Says:

    Questa spiegazione fa il paio con l’affermazione della ministra Gelmini che a proposito del polo scolastico della provincia di Brescia, tutto marchiato con simboli leghisti, sostiene che in realtà sono molte di più le scuole contrassegnate da simboli di sinistra. Nella mia scuola addirittura ci sono insegnanti che girano con la falce e martello in mano, una scusa per non firmare il foglio delle supplenze. E che dire di tutti ‘sti crocifissi appesi ovunque?
    C’è un mio collega che vuole convincermi che attorno a noi esistono altre due o tre dimensioni, invisibili a tutti, evidentemente in una vive Frattini, in un’altra la Gelmini, in un’altra ancora io, e incontrarsi, amici miei, è un vero casino. Figuriamoci capirsi!

  5. paperinoramone Says:

    http://fortresseurope.blogspot.com/

    è il blog di Gabriele Del Grande, un ragazzo che segue le vicende di cui sopra da anni. A proposito del film documentario “Come un uomo sulla terra”, io tempo fa partecipai alla raccolta firme, raccogliendone un po’ personalmente fra amici e parenti, nella biblioteca che frequento, per far arrivare all’attenzione del parlamento nazionale ed europeo i crimini commessi sui migranti. Il link della petizione: http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/2008/09/petizione-on-line-on-line-petition.html

  6. Antonio Says:

    ragazzi ma l’immigrazione via mare è una percentuale minima rispetto al totale dell’immigrazione (che avviene via terra al confine sloveno o con regolare biglietto aereo). Non centra con gli accordi ma è solo la scusa che serviva per far digerire all’opinione pubblica italiana (in pieno delirio xenofobo) degli accordi imbarazzanti e soprattutto privati tra cricche varie. (vedi ingressi di capitali libici da noi, tra banche e imprese e noi da loro, esempio impregilo eccettera)

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