di Gioia
Unheimlich è una parola di ambigua trasposizione e difficile da definire. Usata da Freud, che così intitola anche un suo saggio (Das Unheimliche), e da Heidegger con sfumature diverse, viene comunemente tradotta con perturbante (scelta linguistica che si deve a Cesare Musatti), un termine che ne individua la componente inquietante, di spaesamento. Nell’ambito dello Heim – patria, casa, familiarità – si insinua un elemento estraneo, minaccioso, mettendo in scacco il carattere rassicurante che solitamente gli appartiene.
Spaesamento di Giorgio Vasta è un’applicazione lucidissima del concetto di unheimlich alla ricognizione del mutamento di una città e di un intero paese. Decidendo di trascorrere gli ultimi tre giorni di ferie a Palermo, città natale in cui è vissuto fino ai venticinque anni, Vasta utilizza la tecnica del carotaggio per analizzare la realtà, vivendo continue epifanie ordinate e comprese solo nelle pagine finali, quando, con i personaggi incontrati nella sua missione, intrattiene una sorta di dialogo platonico.
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Tag: Angela Burzo, Gioia, Giorgio Vasta
28 giugno 2010 alle 15:27
È un libro molto bello. E conto Vasta tra coloro che mi consolano in questi anni. E sono anche lieto per la citazione della Morante “In una folla soggetta a un imbroglio, la presenza anche di uno solo che non si lascia imbrogliare, può fornire già un primo punto di vantaggio”. Per il resto stampo il pezzo e lo metto nel libro come faccio con le cose che necessitano di cura e rilettura. Grazie.
3 luglio 2010 alle 09:35
A parte lo spaesamento di Vasta, complimenti per la recensione: un autentico viaggio culturale.