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27 giugno 2010 alle 13:03
“giustizierebbero” proprio? Non “farebbero giustiziare”?
Accetterebbero di prendere in mano lo strumento e assassinare il pedofilo?
Tristemente, ce ne son già ottocento
27 giugno 2010 alle 13:22
Perchè limitarsi ai preti pedofili…? Tutti, senza distinzione.
Io prima li metterei in prigione, in una cella piccola insieme a un grande, grosso, violento omosessuale di brutto carattere e di cattivo umore. Poi, glielo taglierei. Non chimicamente. Realmente. Anche con l’ anestesia, se proprio: non voglio essere crudele.
27 giugno 2010 alle 20:30
Mi impressiona il «nessuno tocchi i nostri figli».
Su quelli degli altri fate pure?
28 giugno 2010 alle 00:07
ok. purchè i forconi li distribuiscano aggratis.
28 giugno 2010 alle 16:41
bravi, complimenti.
non li bruciamo in piazza? in fondo, perché elaborare una civiltà dovrebbe elaborare una cultura giuridica quando ci sono vossignori, illuminati e sapienti “amministratori” del genere umano?
magari siete pure di sinistra..
complimenti
28 giugno 2010 alle 16:43
Be’, il nostro scommettitore esibisce un manifesto di Azione Giovani, con fiaccola tricolore.
L’invito ad aiutarlo è ironico. Mi pare sia chiaro che lo è.
gm
28 giugno 2010 alle 17:20
Beh a giudicare dal tenore di alcuni commenti caro Giulio direi che la cosa non fosse proprio chiara a tutti
28 giugno 2010 alle 17:45
non molto. era piuttosto nascosta.
soprattutto perché oltre al titolo non c’era nemmeno una stringa minima di testo che esplicitasse la posizione opposta..
comunque, prendo atto.
28 giugno 2010 alle 20:10
Invece l’arcivescovo emerito di Belluno, Monsignor Alfeo Giovanni Ducoli risponde alla domanda “E nel caso di violenza sulle donne?”:
“una cosa barbara. La donna merita ogni rispetto. Con la stessa sincerità va detto che alcune donne oggi vestono in modo indecente e scollacciato, mostrando in pubblico le loro forme sensuali. Questo può eccitare menti deboli o poco ordinate e spingerle ad atti di violenza. Dunque se anche loro aiutassero con modi di vestire più castigati sarebbe bene. Alcune loro esibizioni in pubblico possono causare atti violenti ed istigare ed anche la loro attitudine é un attenuante, vi é provocazione, istigazione all’ atto violento. Gay e certe donne non sono stinchi di santo”.
Fonte: http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/4706-ingiusto-picchiare-i-gay-o-violentare-donne-ma-sia-gli-uni-e-che-le-altre-talvolta-provocano-i-gay-non-sono-stinchi-di-santo-la-decadenza-etica-si-chiama-edonismo-sessuale-godimento-sfrenato-materialismo-tornare-alla-difesa-dei-valori
Appena prima aveva espresso la stessa idea verso le persone omosessuali.
Questa è una giustificazione della violenza, non c’è da girarci molto intorno, e viene da una carica importante della gerarchia ecclesiastica.
28 giugno 2010 alle 20:26
Monsignor Vincenzo Franco, Vescovo Emerito di Otranto, a proposito di dialogo con gli islamici:
“penso che con quella gente ogni tentativo di dialogo sia tempo perso e inutile. Loro, per natura e per la vocazione violenta della loro religione, non si convertiranno mai e, per aggiunta, tentano di sottometterci con la violenza o le armi demografiche, ecco perché bisogna stare molti attenti al pericolo islamico”
“il dialogo vale quando gli interlocutori disposti a farlo sono in due. Ma appunto occorre la massima disponibilità dell’ altra parte, se tale favore non esiste, a che cosa serve? Fa perdere tempo a noi e a loro, ai quali questo dialogo non interessa affatto.”
“rafforzare le difese immunitarie della nostra fede davanti a questo autentico pericolo e non abbassare la guardia. Indubbiamente oggi non possiamometterci ad ingaggiare guerre di religione, ma dal punto di vista ideologico e dottrinale si fissino chiare e nette distinzioni senza cedimenti dalla autentica dottrina della Chiesa che sul punto é chiara”.
Sugli islamici presenti in Italia, dice:
“questo é un problema che spetta ai governi, lo valutino loro, ma credo che sino ad oggi siamo stati troppo tolleranti e che occorra maggior selezione e attenzione nel permettere gli ingressi e se qualcuno non rispetta la legge e non si adegua ai nostri costumi torni a casa, non ne sentiremo l’ assenza”.
Fonte: http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/4730-il-dialogo-con-islamici-e-tempo-sprecato-sono-oppositori-della-chiesa-e-non-si-convertiranno-mai-i-governi-provvedano-a-mandarli-via-le-crociate-un-fatto-buono-il-vaticano-ii-ebbe-natura-pastorale-e-dottrinale
28 giugno 2010 alle 20:32
Monsignor Giacomo Babini, Vescovo Emerito di Grosseto:
“le crociate, che ebbero sicuramente dei lati negativi, partono da un santo intento, in perfetta linea con lo spirito del Vangelo e furono un evento santo ed evangelico. Bisognava a quel tempo, ed anche oggi, difendere la fede con l’armatura della Scrittura e nella stessa Parola si usano questi termini e non vedo nulla di male se dei cristiani partono per proteggere il sepolcro di nostro Signore dalla barbarie islamica. Pertanto le crociate, fatta la tara dei loro lati negativi, furono un fatto storico perfettamente ispirato allo spirito evangelico e mi augurerei che questo spirito anche oggi fosse recuperato, ma ne dubito”.
fonte: http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/4591-il-bastone-si-usi-contro-le-eresie-di-preti-e-vescovi-e-per-gli-islamici-uno-strumento-pastorale-di-amore-non-di-violenza-le-crociate-un-evento-evangelico-lislam-implodera-da-solo
28 giugno 2010 alle 20:49
Vescovo Emerito di Benevento, Monsignor Serafino Sprovieri:
“Penso che il giudice abbia detto bene. A mio giudizio, specie i trans, sono un’offesa alla natura,la stravolgono con una condotta depravata e capricciosa. Sono contrari a Dio e al suo progetto, che io paragono ad un quadro da disegnare a tinte di amore. Ma loro questo quadro non lo completeranno mai in quanto conoscono il piacere, ma non l’ amore che non é solo accoppiamento fisico, ma servizio e soprattutto, volto alla riproduzione. Quando qualcuno mi spiegherà come un trans o un gay possa generare vite, mi ricrederò”
Fonte: http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/4542-i-trans-sono-unoffesa-alla-natura-umana-e-a-dio-rischiano-la-dannazione-eterna-vanno-contro-il-progetto-di-amore-gli-islamici-figli-di-dio-ma-non-fratelli-in-cristo-che-neppure-riconoscono-come-salvatore
Bene, chiudo qui. Leggete, quando avete un po’ di tempo, il sito che contiene gli articoli linkati. Ma leggetelo per capire, non magari per arrabbiarvi. La rabbia non serve a nulla.
29 giugno 2010 alle 06:26
Certo, Laserta, non c’era “nemmeno una stringa minima di testo” che avvertisse il lettore dell’ironia in atto.
Però c’è un blog, vibrisse, che contiene (in questa sua ultima incarnazione) 987 articoli: ed esiste dal 4 agosto 2000, cioè da dieci anni meno un mese. E c’è un curatore del blog che dal 30 aprile 1993 in qua ha pubblicato una quindicina di libri e migliaia di articoli.
Ovviamente uno può anche aprire il “Corriere della sera”, leggerci dentro la frase “Se ti ci provi t’ammazzo”, e decidere che il “Corriere della sera” è un giornale che istiga alla violenza (vedi il numero di ieri, p. 29, in basso a destra). Ma, anche chi non sapesse esattamente che cos’è il “Corriere della sera”, basta un’occhiata alla pagina nel suo insieme per capire come quella frase va letta.
(E, visto che mi si chiede di spiegare tutto: sì, lo so, la frase precedente è un anacoluto. E: no, non sono “di sinistra”: sono un democristiano genetico).
giulio mozzi
29 giugno 2010 alle 06:54
“Lo scandalo pedofilia sui media non è altro che «un attacco sionista, vista la potenza e la raffinatezza: loro non vogliono la Chiesa, ne sono nemici naturali. In fondo, storicamente parlando, i giudei sono deicidi» ha dichiarato il vescovo emerito di Grosseto monsignor Giacomo Babini, secondo quanto riporta il sito cattolico Pontifex. […] Successivamente però il vescovo emerito di Grosseto ha smentito seccamente – attraverso un comunicato inviato dalla Cei – di aver mai espresso giudizi antisemiti, dai quali, anzi, prende le distanze” (“Corriere della sera”, qui).
“Lunedì 12 novembre è uscita un’intervista sul sito internet Petrus (www.papanews.it), che sostiene di riferire le mie opinioni su una serie di punti. Non esito a dire che questa intervista è una totale distorsione di quello che io ho detto al giornalista. L’intervista è stata condotta in inglese e, dalle sue osservazioni durante il nostro colloquio, ho avuto l’impressione che non avesse capito quanto gli stavo dicendo, tanto che, in tre o quattro occasioni, gli ho chiesto se avesse compreso. Il titolo dell’intervista afferma che sono “il presidente mondiale dei tradizionalisti”. È un titolo redazionale a effetto. In nessun caso un presidente della Federazione Una Voce si attribuirebbe una cosa del genere: la nostra autorità è limitata all’interno della nostra federazione internazionale. La rivista dichiara inoltre che avrei presentato in esclusiva a Petrus il mio “programma di governo che riserverà non poche sorprese.” Effettivamente il seguito dell’articolo presenta delle sorprese, tutte sgradite e prive di qualsiasi relazione con quanto avevo detto al sig. Volpe. Nella prima domanda il giornalista chiede se sono soddisfatto dell’elezione, poi entra nel dettaglio sul mio saluto al mio predecessore. Domanda e risposta sono un’invenzione”. (“Una voce – Venetia”, qui).
“Si smentisce nella forma e soprattutto nella sostanza l’intervista di mons. Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, apparsa (venerdì 05 marzo 2010) sul portale Pontifex.Roma.it a firma di Bruno Volpe, e poi ripresa da altri periodici e siti online. […] Il presule lucano, dunque, ” prende con chiarezza e nettezza le distanze da talune parole e frasi che, sia pure in buona fede e forse originate da un eccesso di sintesi giornalistica, non riflettono il proprio articolato pensiero e ne travisano il suo forte messaggio di ispirata sensibilità ecumenica e pastorale”.” (“Tursitani”, qui).
Bruno Volpe, direttore di Pontifex e specializzato in interviste a vescovi emeriti (ovvero ultraottantenni), sembra uno che si prende parecchie libertà.
Ciò detto, Pontifex è davvero da leggere, “per capire”.
gm
29 giugno 2010 alle 13:16
Dei link che citi Giulio, il secondo è l’unico in cui l’intervistato cita le parti di testo che sarebbero state manipolate – informandoci (dopo avere espresso ammirazione all’arcivescovo Lefebvre “per il lavoro di tutta la sua vita a favore della Chiesa”) che:
“”Il sig. Volpe sostiene ancora che “non siamo affatto contro il Concilio Vaticano II, che apprezziamo nei suoi documenti” e che “l’ecumenismo è una tappa fondamentale e da mettere in pratica”. Non so come sia arrivato a una tale conclusione, tutto quello che posso dire è che un amico prelato molto ortodosso mi ha detto per telefono che pur avendo visto il mio nome nell’articolo, quando ha letto queste dichiarazioni, si è domandato con chi esattamente avesse parlato il giornalista.””
Vescovi ‘emeriti’, ovvero dici tu ultraottantenni. Vero, ma cosa significa ‘emerito’? Viene dal latino ‘emeritus’ che significa ‘ben meritare, finire il proprio servizio’. Quindi chi finisce il proprio servizio mantenendo il merito, l’onore.
Vorrei anche precisare che mi rendo conto che nei discorsi che ho linkato un credente cattolico-cristiano (spero sia giusto dire così) faccia fatica a rispecchiarsi.
Detto questo, perché a me interessa il materiale pubblicato su Pontifex? Perché mi permette di riflettere su cosa sia ‘opinione’, cosa ‘incitamento all’odio’, come le parole agiscono sulla vita delle persone, quale la risposta migliore ai discorsi ‘oppressivi’.
29 giugno 2010 alle 13:24
Non ne so molto di dichiarazioni poliche o della Chiesa riportate su giornali, televisione, eccetera. Però ho assistito di persona a uno di questi casi, “in atto”, e sono rimasta sconvolta: soprattutto perchè questo sacerdote ha cercato di colpire una famiglia quando era più debole perchè stava passando attraverso un dolore atroce. Tre fratelli, due maschi e una femmina, la femmina era la primogenita e mia amica. Il secondogenito muore causa caduta col motorino. La famiglia era già debole perchè il capofamiglia era dedito all’alcol. Tutti a casa loro per giorni, per sostenerli in questa tragedia. Tra noi, anche il curato della parrocchia, che si occupava proprio degli adolescenti. La mia amica ha fatto in modo di allontanarlo dalla loro casa senza clamore (ce n’era già abbastanza, di clamore) quando, in inorridita, si è accorta che il curato stava concupendo il suo fratellino minore. Il curato, pochissimo tempo dopo, fu trasferito in un’altra parrocchia, dove anche lì si sarebbe occupato degli adolescenti. Per me è stata l’ultima mazzata nei confronti della mia di fiducia nei sacerdoti. Sono disgustata anche ora, mentre ne sto raccontando, anche se sono trascorsi molti anni.
29 giugno 2010 alle 14:24
Andrea: quando raggiungono l’età di ottant’anni, i vescovi sono tenuti a rimettere i loro incarichi nelle mani del papa. Il quale generalmente li solleva da ogni incarico. “Emerito” è il tecnicismo con il quale si indicano i vescovi in questa condizione di, chiamiamolo così, pensionamento. Mi interessa far presente che i vescovi intervistati da Volpe non sono cinquantenni. In queste cose qui c’è anche (credo) un fatto generazionale.
E non intendo sostenere che le dichiarazioni raccolte da Volpe, e da te citate, siano false. Mi interessa far notare che è, diciamo così, una fonte un po’ tendenziosa, e – così a occhio – abituata a tirare l’acqua al proprio mulino.
Detto questo: gli articoli di Volpe rappresentano un modo di pensare che nella chiesa cattolica c’è. E Pontifex è una pubblicazione interessante da leggere: la seguo da un po’, esattamente per le stesse ragioni per cui interessa a te.
Feliciana: la persona più buona e giusta che io conosca è un sacerdote. E ho avuto che fare con un sacerdote che perseguitava una sedicenne. Se generalizzo sulla base del primo, tutti i sacerdoti sono buoni e giusti. Se generalizzo sulla base del secondo, tutti i sacerdoti sono maiali. Quindi cerco di non generalizzare. La gerarchia è un’organizzazione, e funziona come tutte le organizzazioni di questo mondo.
giulio mozzi
30 giugno 2010 alle 14:35
Giulio, anche una delle persone a me più care e uno dei rarissimi che è riuscito a starmi vicino nei momenti più barbari della mia vita è un sacerdote, un sacerdote/missionario. Hai ragione di non generalizzare. Ma quell’evento che ho raccontato è stato troppo, per me: ho sentito che qualcosa “dentro” si è rotto. Una categoria a cui mi avvicinavo con fiducia, ora mi avvicino con sospetto. Scruto ogni partecipante della categoria con occhi indagatori. Non per timori verso la mia persona, naturalmente. Lo so, è brutto.