di Amedeo Savoia
Oggi alla mia seconda di liceo scientifico toccava la poesia.
Abbiamo letto tanto.
Di Petrarca Solo e pensoso, di Dante Guido i’ vorrei e Tanto gentile, di Cecco Angiolieri S’i’ fosse foco.
Poi abbiamo rivisto qua e là Il vetrino, Il platano e Regalo di fiori del nostro amico Stefano Dal Bianco che è venuto a trovarci la settimana scorsa.
Siamo tornati anche su Io ti farò cucù e curuccuccù di Edoardo Sanguineti e ci abbiamo trovato dentro La bella lavanderina, Lavandare di Pascoli e Lasciatemi divertire di Palazzeschi. Lette e canticchiate anche queste ultime, siamo transitati alla Ballata delle donne.
A chiudere, abbiamo osato la temibile Laborintus 23.
Ancora di Edoardo Sanguineti.
Se penso che, mentre lui se ne andava, ci stava donando una sorpresa, un sorriso e un pensiero, concludo che lui lo sapeva e l’ha fatto apposta: è stato l’ultimo straniamento. E per questo voleva essere lucido. Per noi. Per sempre.
Ai miei studenti per posta elettronica ho scritto che potranno dire di averlo conosciuto da vivo. Dato l’attimo, lui, con il consueto garbo, correggerebbe: “Semivivo, nel caso”.
Trento, 18 maggio 2010
19 Maggio 2010 alle 09:43
… semivivo e MAI MORTO … eterno nella poesia, il caro “gatto lupesco”!
DaniMat
31 Maggio 2010 alle 18:52
Complimenti: sapere che qualcuno in classe si permette il lusso di leggere certe poesie, mi consola e mi fa ben sperare.
3 luglio 2010 alle 17:42
semimorto e mai vivo…ripristiniamo l’odio sociale…Edoardo…qui c’è una sinistra che si spaccia per sinistra…ci vuole tempo,forse troppo,è più probabile una guerra civile…
14 Maggio 2011 alle 11:35
segnalo agli amici di sanguineti questo lavoro, svolto con grande passione:
http://www.edizionijoker.com/Pagine%20libri/LCC%20-%20Temperamento%20Sanguineti%20-%20AA.VV.html