…la retorica è inutile, si dice, e a volte persino dannosa. Ora, a parte il fatto che c‘è retorica e retorica, proprio come ci sono buoni e cattivi discorsi, vi sono almeno due argomenti che gli spregiatori della retorica dovrebbero prendere in considerazione.
I due argomenti, proposti da Massimo Adinolfi, sono qui.
Tag: Massimo Adinolfi
19 Maggio 2010 alle 00:28
Ha ragione.
Aggiungerei un terzo argomento: la vita è una narrazione (non un sillogismo) che deve convincere prima di tutto il narratore. La retorica è in primo luogo la percezione umanizzata nell’immagine, in cui riconosciamo il mondo e l’evento come una parola che ci si rivolge e a cui, umanamente, corrispondiamo con stile.
Una volta Giulio mi hai detto: “Sono figlio di due biologi e cerco sempre una ragione biologica per spiegarmi i cambiamenti umani” o una cosa simile. Ci ho pensato su, e ho capito che c’è una configurazione estetica dell’esperienza (che io chiamo narrazione), che è radicata nel biologico ma si eleva da esso come il fiore dallo stelo, ed è l’esordio della discontinuità tra animale e uomo. Da lì in poi, come aveva già detto Aristotele nella metafisica, c’è spazio per la configurazione intellettuale dell’esperienza, la domanda sull’essere delle cose.
La retorica è la tecnica di suscitare ammirazione: può servire la menzogna, per accidente, ma nella sostanza è pedagogia dell’umano.