Vota:
Vuoi condividere alla svelta?
Tag: Arrigo
This entry was posted on 11 Maggio 2010 at 09:24 and is filed under Abitare, Retoriche. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.
11 Maggio 2010 alle 12:29
Il microrazzista non è Arrigo, ovviamente: sono i suoi clienti potenziali.
11 Maggio 2010 alle 12:37
Quelli – e solo quelli – che scelgono Arrigo perché è italiano e perché dice di esserlo. gm
11 Maggio 2010 alle 18:11
Arrigo è un brand stracolmo di fiducia, puoi metterti nelle Sue mani, ti faranno di tutto e sarà facile capirsi!
Forse lo precisa perchè in realtà -vista la mia esperienza- a svolgere questi lavori di trasporto indifferenziato, elasticità di orari, multiformità d’intervento sono soprattutto non italiani…è che lui poi ci appiccica elementi che fanno pensare all’ingresso nella nostra intimità domestica (pulizie, tapparelle, scarichi….) ed è proprio lì che si annida la diffidenza, la necessità di cautela….
ps: ma riferimenti di questo tipo (precisazione d’italianità) non sono comuni da anni nel settore degli annunci sui giornali?
v
11 Maggio 2010 alle 22:12
@giulio, certo. ma suppongo siano tanti, altrimenti Arrigo non si sentirebbe in dovere di specificarlo. tanti da mettere a repentaglio il suo business qualora non lo specificasse.
11 Maggio 2010 alle 22:44
In un mondo di percezioni ogni microazione contribuisce ad un macroeffetto.
Quello che conta è la percezione o sensazione, cioè una cosa che esiste solo nella nostra testa e che ha poco a che vedere con i fatti.
. C’è una linea che divide la sicurezza—– dalla percezione di sicurezza, E’ il sistema usato dai manipolatori di parole e menti, infatti è la percezione è contagiosa, multiforme invisibile e pericolosa . La percezione é il controllo.
Basta pensare alle pubblicità: lo yogurt che toglie la sensazione di gonfiore, il dentifricio che da la sensazione di pulito, il detersivo che non pulisce, ma i nostri occhi lo percepiscono pulito, il tuttofare italiano, percepito come affidabile e non pericoloso, tutto ciò contribuisce alla manipoazione della realtà, al matrix a cui mi riferivo in altri post. Se il Signore vuole lavorare deve essere percepito come sicuro.Potrebbe essere un ladro o un assassino?Lo scopriranno solo dopo averLo chiamato.
11 Maggio 2010 alle 22:56
Arrigo è un nome italiano. Posto che il particolare non sfugga. Il suo eccesso di specificazione tradisce la paura che a chiamarsi cosi sia qualcuno dal colore di pelle diverso, o quand’anche lo stesso, di origini diverse.
Curioso vedere quanti Arrigo, residenti a Padova, possano “vantare” cittadinanza italiana o di più, esserlo a tutto tondo.
12 Maggio 2010 alle 07:26
Stefano, tu sostieni una supposizione con altre supposizioni. E’ una supposizione tua che Arrigo si sia sentito “in dovere” di segnalare la sua italianità (conosci tu l’interiorità di Arrigo?); ed è una supposizione tua che, non facendolo, avrebbe “messo a repentaglio” il suo lavoro (hai sottomano la sua contabilità, l’elenco dei clienti, eccetera?). Perciò la tua conclusione (“suppongo siano tanti”) risulta della combinazione di due supposizioni. Non è quindi proprio fortissima.
A me pare più sensato supporre, invece, che Arrigo abbia ritenuto conveniente segnalare la propria italianità per incrementare il volume proprio lavoro. E mi pare ancora più sensato dire che non ho idea – come non ce l’hai tu – di quanti siano i clienti potenziali che diventano clienti effettivi grazie a quella segnalazione. gm
12 Maggio 2010 alle 09:22
Insomma, ma italiano di dove? Ci sono italiani e italiani. Io a un padovano non mi rivolgerei mai, e nemmeno a un veneziano (e ai veneti in generale: sono pedanti e fanno sempre la fattura). A un calabrese sì, ma con discrezione (TUTTI i calabresi sono permalosi, lo sanno TUTTI), a un siciliano no (i siciliani rubano), a un romano nemmeno (sono burini), a un piemontese no (sono quasi TUTTI siciliani), a un milanese con discrezione (sono quasi TUTTI calabresi). O faccio da me o trovo un rumeno (anche TUTTI i rumeni rubano, ma se glielo rimproveri fanno la faccia di chi non ha capito, che è una faccia simpatica).
12 Maggio 2010 alle 19:04
Ma povero Arrigo. Io trovo che al più Arrigo fa leva su un ricordo d’infanzia – donne è arrivato l’arrotino. Che è anche legittimo, perchè sennò scusa aboliamo anche la coppa del nonno, e vista l’età media dei lettori di vibrisse, non vi conviene, io so per certo che per molti di voi la coppa del nonno è un tasto dolente. In difesa di Arrigo e di coloro che lo scelgono io posso chiedervi: l’uomo di fatica della vostra infanzia parlava forse slavo?!
(Oltretutto: questi slavi, che stuprano le nostre donne! s’insinuano nelle nostre case! sturano i nostri cessi!)
12 Maggio 2010 alle 23:25
Con il clima che tira oggi in Italia, ringrazio Arrigo per quel ITALIANO. Perchè mi sarei aspettato un “Arrigo è padano”, e invece no, Arrigo ha scritto Italiano. Mi tocca essere contento del microrazzismo, che è già un po meno del razzismo. Mah.
Magari è solo che Arrigo è meridionale
13 Maggio 2010 alle 01:05
@Giulio, in effetti nessuno di noi conosce Arrigo, nè interiormente nè esteriormente. Concordo con l’annotazione per cui Arrigo non si sente in dovere di dichiararsi italiano, ma presumibillmente lo fa perchè lo trova conveniente (infelice scelta del termine da parte mia). Che lo faccia per incrementare il suo business o per non danneggiarlo, mi pare una disputa terminologica. E no, non sappiamo quanti clienti potenziali può attirare così facendo, ma se Arrigo (che immagino conosca il proprio mercato) percepisce e considera tale mossa come conveniente, pochi non saranno (questa è una supposizione, ed è mia. è sensata?)
13 Maggio 2010 alle 13:09
Stefano, scrivi: “Che lo faccia per incrementare il suo business o per non danneggiarlo, mi pare una disputa terminologica”. Sì, se i termini fossero questi. Io ti contestavo l’espressione “mettere a repentaglio”, che mi pare assai più forte di “danneggiare”.
Non è sensato supporre che l’intuizione di Arrigo sia giusta (cioè che effettivamente così acquisirà nuovi clienti), perché non è sensato supporre che tutte le intuizioni dei microimprenditori (quale Arrigo sembra essere) siano giuste: se così fosse, non sarebbe così elevata la percentuale di microaziende che ogni anno chiudono (sostituite da altre): “quasi centomila miniaziende hanno chiuso nei primi nove mesi del 2009. Nello stesso periodo di tempo ne sono nate poco più di 84mila: il saldo finale è dunque negativo, con oltre 12mila imprese in meno. Sono i numeri elaborati dalla Cgia di Mestre” (tratto da qui). Certo, c’è la crisi: ma (e qui vado a memoria, e posso sbagliarmi) è un po’ di anni che il saldo è negativo.
gm
g.
13 Maggio 2010 alle 16:29
a questo punto bisognerebbe dare un colpo di telefono ad Arrigo, per capire la sua posizione
(scherzo)
(sono sempre Stefano, arrivato per vie traverse)
13 Maggio 2010 alle 20:15
il fatto è che in Italia, trasversalmente da Nord a Sud, non c’è lavoro o il lavoro bisogna inventarselo, è un pullulare – ed è giustissimo – di imprese di pulizie e Arrigosimili; in Salento noi disponiamo da diversi anni di un servizio molto più laconico, antirazzista e politically correct: Lo Spazzacamino Gerbino