Verso L’umiliazione delle stelle

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Mauro Covacich in L'umiliazione delle stelle

Per vedere. Per capire. Per sapere di più. Per vedere ancora. Per vedere al Salone del libro di Torino.

Mauro Covacich in L'umiliazione delle stelle

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5 Risposte to “Verso L’umiliazione delle stelle”

  1. cletus Says:

    Durante la corsa va a capire come, la testa elabora in modo jazz. Forse sono le endorfine che, liberandosi, consentono sequenze di pensiero altrimenti irrealizzabili. Poi, certo, molto dipende dal contesto in cui si corre. Forte, credo che sia, la sua influenza, la capacità percettiva degli odori amplificata, la sintesi fra l’occhio, il suono del proprio diaframma, il calarsi totalmente in una dimensione “fisica”, dove il corpo, muscoli sottoutilizzati, si riappropriano di un loro linguaggio e “ti” parlano.
    A volte vorrei essere un incas. Uno di quelli che, incuranti delle temperature, svolgevano tanti tanti anni fa, senza perderci al confronto, il compito di una posta prioritaria.
    Mi riesce difficile, tuttavia,
    comprendere in cosa si debbano sentire umiliate le stelle.

  2. Alessandra Says:

    Certe volte i libri ti chiamano e poi ti scelgono. Primi di marzo, un pomeriggio di commissioni in centro, entro dentro una delle librerie della mia città a cui sono più affezionata, spulcio un po’ qua un po’ là come faccio sempre, poi prendo Prima di sparire, leggo la prima pagina e terrificata rimetto a posto il libro pensando che no, è meglio che non lo legga in questo momento quel libro lì, che parla di quelle cose lì, un po’ troppo reali e vicine ancora, per me, e me na vado dalla libreria senza comprare niente. Praticamente scappo. Una settimana dopo mi trovo in un paesino del Mugello, devo aspettare delle persone, ho due ore e più di tempo e non mi sono portata nulla da leggere, niente per scrivere. Ho vuotato la borsa perché pesasse meno ma ho fatto male. Il paesino ha solo un’edicola ed entro per comprare un blocco notes. Invece l’edicola è anche una piccola libreria e quel libro, Prima di sparire, mi capita di muovo tra le mani. A questo punto lo compro. E’ stato uno dei libri più belli che io abbia mai letto. Un libro comunque spaventoso perché molto vero.

  3. andrea barbieri Says:

    Beh, il ‘fatto’ non è che le stelle in qualche modo sono umiliate, il ‘fatto’ è che una persona ha l’intenzione di sfidare le stelle esibendo il suo corpo che corre: inscenare un duello tra il fulgore delle stelle e il fulgore che può acquistare il corpo umano sotto sforzo.
    Le immagini sono anche suggestive, e mi chiedo se è un linguaggio che regge.

    Cinquant’anni fa Roy Lichtenstein ha utilizzato il linguaggio del fumetto per inventare una sua strada nella pop art.
    Quello che usa Covacich è il linguaggio del videogioco: l’immagine dell’attore-eroe accompagnata dai dati sulla resistenza fisica e sul raggiungimento degli obiettivi. L’immagine reale del corpo di Covacich scivola nella consistenza iperrealistica del corpo di un avatar. Mettere in moto questi pensieri fa pensare a un linguaggio interessante.

  4. Alessandra Says:

    Stelle che si umiliano= il grande scrittore tutto ratio ed intelletto che si ‘abbassa’ alla fisicità vile dell’essere comune.
    Oppure: Anche gli intellettuali sudano.
    O ancora: Chi l’ha detto che fisico e cervello si escludono a vicenda?

  5. Andrea Says:

    La spiegazione del titolo “L’umiliazione delle stelle” sta in un saggio di Andrea Falcon, “Corpi e movimento”, sull’interpretazione della fisica e della cosmologia aristoteliche…

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