Christian Raimo intervista Gilberto Squizzato
La tv che non c’è era all’inizio una lettera agli amici sui mali della televisione pubblica? Come mai una questione privata è diventata una questione pubblica e poi un libro?
Da più di quattro anni sono sottoposto dalla Rai ad un mobbing al quale neppure una sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano che ingiunge all’azienda di reintegrarmi nella mi attività di autore e regista è stata in grado di porre fine. Ho dunque avuto molto tempo per riflettere su che cosa è accaduto negli ultimi 15 anni dentro un servizio pubblico che – basta leggere i giornali e le lettere di molti lettori- molti cittadini che pagano il canone ormai stentano a riconoscere come tale: una lenta progressiva metamorfosi che ne ha per così dire mutato il codice genetico, non solo dilatando a dismisura le già forte ipoteche esercitate dal sistema dei partiti ma anche facendola assomigliare sempre più alle emittenti commerciali. Ho perciò pensato utile offrire anche ai cittadini che hanno a cuore la cosa pubblica un racconto ragionato, pacato e argomentato sulle ragioni di questa mutazione genetica, perché amo il servizio pubblico a cui ho dedicato 30 anni della mia vita professionale e lo considero un bene comune che non può e non deve essere snaturato né piegato a fini di parte.
29 aprile 2010 alle 09:06
Gentile Mozzi. Non ci conosciamo. Saverio Caglisi. Alcuni amici mi hanno detto di questo blog e vorrei farle alcune domande dal momento che si occupa di libri. Vorrei sapere, in questi tempi, qual è la vita media di un libro in termini di mesi, anni. Cioè quando commercialmente si reputa conclusa la sua vita in libreria e se poi ci sono varie tipologie di percorso. La domande nascono da alcune ricerche su libri piuttosto recenti ma introvabili sia a Feltrinelli che a Mondadori e talvolta persino in biblioteca. Per il momento è tutto. La ringrazio Saverio
29 aprile 2010 alle 09:12
Invito a non inserire commenti a sproposito, come questo qui sopra. Se qualcuno vuole dirmi o domandarmi qualcosa, può scrivermi direttamente. In ogni caso, Saverio, consiglio la lettura di Voltare pagina di Paola Dubini. giulio mozzi
29 aprile 2010 alle 12:05
Grazie, leggerò con grande interesse il volume consigliato e mi scusi sinceramente, ma non ho i suoi contatti. Sasà
29 aprile 2010 alle 16:42
I miei recapiti sono qui in vibrisse. giulio mozzi
2 Maggio 2010 alle 19:06
per uno svarione non si spara addosso a nessuno. Ma una selezione del personale che titola almeno i servizi del maggiore tg dell”ora di punta….stasera, sotto l’immagine dell’eroico venditore di magliette di Times Square che ha sventato l’attentato segnalando il Suv sospetto alle forze dell’ordine, testuale: ” a dato l’allarme”. Nepotismo, precariato a gogò..stanno messi cosi alla Rai ?