Un uomo ha deciso di scoprire dove finiscono i manoscritti che manda a un consulente editoriale di nome Giulio Mozzi. Un’ossessione che lo porterà a cambiare città e lavoro: diventerà postino, si trasferirò a Padova, e col tempo riuscirà a farsi assegnare la via dove abita il lettore delle sue prose, e si vendicherà sottraendo ogni tanto alla sua posta le grosse buste sigillate che contengono le speranze di altri scrittori. Il giorno in cui il postino va in pensione decide di mandare un’ultima lunghissima lettera a Giulio Mozzi, confessando il suo piccolo crimine e offrendogli un campionario di voci, come prova dei suoi furti. Estratti di romanzi, racconti, saggi, plagi. Alcuni di questi scrittori nel frattempo sono diventati autori di valore (dal risvolto).
Il magazzino delle alghe, inventato e curato da Marino Magliani, edizioni Eumeswil, con la partecipazione di Giovanni Agnoloni, Franco Arminio, Mauro Baldrati, Remo Bassini, Mario Bianco, Valter Binaghi, Fabrizio Centofanti, Riccardo De Gennaro, Marco Drago, Riccardo Ferrazzi, Francesco Forlani, Carlo Grande, Franz Krauspenhaar, Stefania Nardini, Alberto Pezzini, Giacomo Sartori, Beppe Sebaste, Giorgio Vasta.
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6 aprile 2010 alle 12:02
hahahaha!
sembra divertente.
ma tu lo sapevi?
o ti han fatto una sorpresa?
6 aprile 2010 alle 13:21
Chiedo scusa per il paio, anche 3-4, refusi che appaiono nel risvolto e nella quarta. I testi sono stati rivisti, dagli autori e dal postino e dall’editore, sul risvolto e quarta di copertina invece qualcosa non ha funzionato e la colpa è giustamente del curatore.
All’interno dell’antologia, quello indicato come campionario, i testi appaiono come ” corpi ” sottratti alla posta destinata a Giulio Mozzi,
ma non si riesce a comprendere chi sia l’autore. Naturalmente si tratta,
per la maggior parte, di autori riconoscibili perché in possesso di una voce propria. Ma questo non basta per dire con certezza quale pezzo
appartenga a uno o all’altro. E’ una cosa geniale, credo, in tempi di marcata autorialità, aver pensato a questo. L’idea, brillantissima, che vale il prezzo del biglietto, è stata di Beppe Sebaste che me la passò l’anno scorso a Torino in mezzo ai libri. Lo ringrazio, con un abbraccio, e ringrazio ogni antologizzato per il contributo.
Mi piacerebbe pensare ogni autore in possesso delle sue due copie. Il mio impegno era questo.
So che avverrà, ho fiducia nell’editore. E lo ringrazio.
6 aprile 2010 alle 14:09
Bello!! Bravo Marino!!!
6 aprile 2010 alle 14:49
Ciao Monica.
Dimenticavo: naturalmente ringrazio Giulio Mozzi.
7 aprile 2010 alle 06:03
chissà perchè associo questo spunto narrativo a quello di tal Faciolince, autore di un ignoratissimo Scarti.
Anche costui, in qualche modo, si intromette nella vita di uno scrittore (anche se non fa l’editor, nè il postino), che gli abita un paio di piani sopra al suo appartamento. Il titolo fa già capire di cosa si occupi l’autore: rovistare fra l’immondizia e “restituire” gli appunti, i racconti, i deliri di cui lo scrittore decide di liberarsi.
Amabili spunti, entrambi.
7 aprile 2010 alle 08:13
Cletus, credo proprio che a un certo punto ci sia stata una mania da parte degli scrittori di raccontare furti di testi e cose del genere. Io seguo abbastanza le manie, nella maniera pericolosa in cui non me ne rendo conto, ossia mi pare di fare una cosa originale. In realtà, cosa sia diventato Il magazzino delle alghe, è un ripiego: inizialmente, l’autore,
non il postino dunque, ma io, non riuscivo a piazzare nessun mio romanzo, racconto ecc. Non mi demoralizzavo e un giorno, anziché continuare a mandare bustoni mi venne in mente di farmi dei biglietti da visita: un testom che contenesse brani, estratti, incipit deille mie cose,
ma strutturato come fosse un romanzo, un’antologia ecco. Man mano che gli editori, col tempo, accettarono i miei lavori, questo lavoro si mutilò, toglievo i pezzi, come si tolgono le cose a un pollaio, una lamiera, un palo, una griglia, le galline erano scappate da un pezzo.
da buon ligure non gettai l’idea, quello che tu chiami lo spunto narrativo,
e invitai alcuni narratori e saggisti a regalarmi delle cose, a Eumeswil
l’idea piacque subito.