Leggete i due inizi di editoriali qui sotto, e rispondete alla domanda: voi ve l’aspettavate? gm
Dal Corriere della sera, articolo di Massimo Franco, 2 aprile 2010:
Era prevedibile che uno degli effetti collaterali della vittoria leghista alle regionali fosse l’accentuazione della sua strategia cattolico-padana. I veti sulla pillola abortiva lanciati ieri da Roberto Cota e Luca Zaia, neogovernatori di Piemonte e Veneto, sorprendono solo in parte; e altrettanto prevedibile era la «benedizione» di monsignor Rino Fisichella. Si tratta di un asse impostato e rinsaldato da mesi, più o meno sotto traccia. Umberto Bossi e il suo partito l’hanno coltivato cancellando i ricordi di un paganesimo leghista che associava i papi e i vescovi a «Roma ladrona» e preferiva i riti celtici a quelli cristiani. E la Chiesa cattolica da tempo osserva compiaciuta questa conversione, perché è a caccia di sponde politiche che sostengano la sua agenda. Basta pensare ai colloqui che il ministro e capo leghista aveva avuto nell’autunno scorso prima col presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e poi col segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone: mosse che il quotidiano la Padania aveva celebrato come l’ufficializzazione di un legame identitario. Allora, si indovinò la voglia di Bossi di entrare in competizione con Silvio Berlusconi su un terreno che era stato sempre monopolio del presidente del Consiglio; e di riempire lo spazio lasciato libero da Gianfranco Fini, un interlocutore dal quale la Santa Sede si è sentita trascurata, se non tradita. Ma l’iniziativa controversa di Cota e Zaia sembra aprire la seconda fase della strategia cristiana della Lega: una battaglia «sui valori» giocata di nuovo dentro il centrodestra, con il supplemento di potere dato al Carroccio dal voto regionale; ma rivolta anche ad insidiare le sacche cattoliche residue nell’opposizione. (testo intero)
Da il manifesto, articolo di Marco d’Eramo, 3 aprile 2010:
Se ci avessero detto che sarebbe stata la celtica e pagana Lega a consegnare l’Italia al Vaticano, non ci avremmo mai creduto. E se ci avessero detto che la Chiesa della Caritas e dei padri comboniani avrebbe applaudito il partito della caccia all’extracomunitario, nemmeno a questo avremmo mai creduto. A dimostrazione della nostra sconfinata ingenuità.
Ma se per Enrico IV Parigi valeva bene una messa, per i cardinali Bertone e Bagnasco un embrione val bene un vu cumprà, alla faccia degli ultimi che diventeranno i primi sì, ma a essere espulsi con foglio di via. Non è facile ingoiarlo, ma una volta accettato questo principio, ci è infine chiaro perché per la curia romana votare a sinistra è più grave che molestare un minore. (testo intero disponibile per 7 giorni)
Tag: Marco d'Eramo, Massimo Franco
4 aprile 2010 alle 10:03
Beh, intanto ci sarebbe da dire che i deputati leghisti, sulla faccenda della RU486, si stanno già rimangiando la parola (la politica, a differenza della religione, può permettersi di cambiare idea quando gli pare). Quindi le tesi di questi editoriali rischiano di essere già datate.
Alla domanda “ve l’aspettavate?” rispondo “no, francamente non me l’aspettavo”, ma col senno di poi non mi sorprende affatto che la Lega tenti un riavvicinamento alla Chiesa giocando una carta che per loro non ha costo politico: le questioni bioetiche non sono mai state nel menù programmatico della Lega (non hanno mica cambiato rotta sulle politiche di immigrazione, per dire, e sì che anche in quel caso avrebbero ricevuto il “plauso” del Vaticano).
Il motivo, poi, per il quale tutti i partiti cerchino di stare simpatici alla Chiesa Cattolica, che sta sempre più antipatica a tutti, resta, per il sottoscritto, un mistero.
5 aprile 2010 alle 08:26
Ma, Federico, ciò che secondo Franco era prevedibile, e secondo d’Eramo imprevedibile, non è che la Lega “tenti un riavvicinamento alla Chiesa”: è che la chiesa tenti/accetti un avvicinamento alla Lega.
giulio
5 aprile 2010 alle 09:50
Non avevo previsto specificamente le uscite di Cota e di Zaia, ma non me ne meraviglio. Che poi la Chiesa concordi con chi sposa le sue posizioni, è logico. Questi avvicinamenti momentanei su temi specifici sono normali e solo la stampa può gonfiarli come se fossero svolte epocali.
5 aprile 2010 alle 10:37
Be’, Riccardo, certe prese di posizione hanno un peso a prescindere dal rilievo che dà loro la stampa.
giulio