di giuliomozzi
Questo articoletto è apparso, con il titolo sopra riportato, nel Corriere della sera del 17 febbraio 2010 (qui).
L’effetto Barclays (la banca inglese ha comunicato ieri risultati superiori alle attese) ha ridato fiato alle Borse europee, tutte cresciute di oltre un punto percentuale, ma ha toccato solo parzialmente Piazza Affari. Il progresso dell’ indice Ftse-Mib, infatti, non è andato oltre lo 0,79%. In realtà nel listino italiano ad appesantire il comparto del credito, che pure ha registrato in generale buoni rialzi, è stato il calo di Intesa-Sanpaolo (-1,15%). D’altra parte appartiene allo stesso settore la migliore performance della giornata fra i 40 titoli principali: si tratta di Mediolanum, che ha messo a segno un balzo del 3,66%. In questo caso, però, gli operatori non hanno guardato tanto all’andamento settoriale quanto al fatto che l’istituto guidato da Ennio Doris dovrebbe essere uno dei maggiori beneficiari dello scudo fiscale: secondo uno studio, il 46% dei 95 miliardi di euro regolarizzati dagli italiani sarebbe approdato al private banking. Banche a parte, tra i rialzi più significativi della giornata c’è quello di Tenaris (+3,27%), dopo che il Credit Suisse ha portato a 18 euro il target price sul titolo. Bene anche Parmalat (+3,31%) e Buzzi Unicem (+3,51%), mentre Fiat (+0,9%) ha beneficiato solo parzialmente degli ottimi risultati di vendita delle auto in Europa.
Vale la pena di ricordare che il 36% circa delle azioni di Mediolanum appartiene a Fininvest, società riconducibile al capo di quello stesso governo che ha inventato lo “scudo fiscale”.
Tag: Mediolanum
18 febbraio 2010 alle 19:54
…”secondo uno studio” (senza citare quale, a firma di chi) è una di quelle formule che ti piacciono tanto…
19 febbraio 2010 alle 07:00
Certo, e mi piace anche l’accenno al fatto che il 46% dei soldi rientrati sia finito nel private banking, ma messo in modo tale che un lettore non particolarmente attento (cioè il lettore normale) possa intendere che il 46% dei soldi rientrati sia finito in Mediolanum. Una sintesi dello “studio”, eseguito dall’Associazione italiala private banking (Aipb) è qui. gm
19 febbraio 2010 alle 07:09
premesso che io dal sig. Ennio Doris eviterei d’acquistare anche un banale frullatore, cosi, a pelle, perchè ho in uggia il suo spot, il suo tono di voce da imbonitore da farwest, quel gesticolare, premesso tutto ciò, ho cercato anche in rete, come dicono a Somma lombardo, “something about”, e l’unica cosa che ho trovato è questa striminzita agenzia un pò datata (è del 21 gennaio): http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-775914/banca-esperia-doris-scudo-fiscale/ .
L’appunto era alla formula utilizzata nel servizio giornalistico che riportavi.
Di economia ne so nulla.
Come di molte altre cose.
19 febbraio 2010 alle 08:01
Certo, mi era ben chiaro, Cletus. Ma se il gruppo Mediolanum si è beccato in gestione 1,5 miliardi di euro su 95 miliardi, magari non è tanto. g.
19 febbraio 2010 alle 10:57
C’è un detto: pochi, maledetti e subito.