
Una scrittrice emergente, vista da lontano.
di giuliomozzi
[Questo articolo appare oggi, in prima pagina (qui), nel quotidiano Il Mattino di Padova].
L’altra sera, nell’aula magna dell’Università di Padova, il Premio del Libraio «Città di Padova 2009» è stato consegnato a quattro persone: a Piero Angela per la carriera, a Margaret Mazzantini per il romanzo Venuto al mondo (Mondadori), a Daria Bignardi per il romanzo d’esordio Non vi lascerò orfani (Mondadori), a Giuliano Pisani per il saggio I volti segreti di Giotto. Le rivelazioni della Cappella degli Scrovegni (Rizzoli).
Non si può dire certo che i premi siano stati male assegnati.
Piero Angela ha prodotti i migliori programmi di divulgazione scientifica della televisione italiana; Non vi lascerò orfani di Daria Bignardi è un libro commovente e coinvolgente; I volti segreti di Giotto di Giuliano Pisani è un’opera piacevolissima e istruttiva; non ho letto (non si può legger tutto) Venuto al mondo di Margaret Mazzantini, ma il precedente Non ti muovere è stato un caso raro e fortunato di libro insieme bello, difficile e popolare.
Tuttavia: Piero Angela è un noto volto televisivo i cui libri sono pubblicati da Mondadori, Daria Bignardi è un noto volto televisivo, Margaret Mazzantini è una nota donna di spettacolo (ha fatto cinema e televisione, ora è concentrata su letteratura e teatro), Giuliano Pisani è un illustre studioso ma anche un ex assessore della città di Padova e il Presidente del Comitato tecnico del Premio Campiello Giovani (la sezione del Campiello dedicata alle opere narrative).
Un osservatore disincantato farebbe queste considerazioni:
* Per vincere un premio letterario in una città di provincia forse non è necessario, ma probabilmente aiuta essere un noto volto televisivo, un protagonista del mondo dello spettacolo, o ameno il presidente di un altro premio letterario.
* Per vincere un premio letterario in una città di provincia forse non è necessario, ma probabilmente aiuta essere pubblicati dal gruppo editoriale che domina il mercato italiano: o almeno dal gruppo secondo per dimensione.
Un quotidiano locale (non questo) ha scritto che il Premio del Libraio «Città di Padova» «si conferma un trampolino di lancio per scrittori emergenti e non». A parte l’orrendo accumulo di cliché (provate a immaginarvi uno scrittore che contemporaneamente «emerga» e «stia su un trampolino di lancio»), la cosa semplicemente non è vera: questo premio, tanto per stare nei cliché, non fa che portare legna al bosco. E se il rettore dell’Università, Giuseppe Zaccaria, ha veramente detto (come leggo nello stesso quotidiano), che «si fa un gran parlare che il libro verrà sostituito da quello elettronico ma la vitalità di questo premio è la smentita alla sua presunta scomparsa», evidentemente non si rende conto che questo premio celebra appunto l’abolizione del libro e la sua sostituzione con la produzione di Volti Noti. I quali magari (è questo il nostro caso) scrivono buoni libri, ma vengono chiamati e premiati e lodati in quanto Volti Noi, non in quanto autori di buoni libri.
Punto.
(Domanda: «Mozzi, ma non pubblica anche lei con il gruppo Mondadori?». Risposta: «Sì. Negli anni scorsi mi fu proposto di partecipare a questo premio. Non accettai»).
Tag: Daria Bignardi, Giuliano Pisani, Giuseppe Zaccaria, Margaret Mazzantini, Piero Angela
31 ottobre 2009 alle 10:00
come è vero. magari adesso dico una banalità, ma insomma mi fa incacchiare anche un’altra cosa: l’idea che pubblicare un libro diventi per i volti una chance da grande fratello, un inutile ripescaggio. penso a fazio alle inerviste sulla poltroncina bianca a Citati e a Cassano, entrambi per lo stesso motivo: un libro in uscita. La subrettina dell’isola pubblica, ex autori televisivi, cantautori, Venditti ci si è messo di suo. la Maionchi del talent show..l’elenco è lunghissimo e mi preoccupa e mi fa incazzare..
31 ottobre 2009 alle 10:23
Per certi aspetti, è simile alla tendenza che imperversa anche nella politica. Prendo a prestito la popolarità di un volto per ricavarne (in forza di una improbabile legge transitiva) visibilità.
Con buonapace degli esiti.
Facevo questa considerazione, l’altra sera, osservando i banchi di una libreria dentro un megacentro commerciale. La gran parte dei testi esposti, in bell’evidenza, recavano firme di quelli che tu chiami elegantemente, “volti noti”.
Sia.
31 ottobre 2009 alle 11:06
La foto è bellissima.
Dice tutto.
31 ottobre 2009 alle 11:14
E nelle cinquine del Premio c’erano altri volti noti:
http://www.padovanews.it/content/view/52593/111/
31 ottobre 2009 alle 11:55
piero angela per me è un mito…, ogni premio che riceve è sicuramente meritato!. Interessante il tuo sito.
Ciao buona domenica. 😉
31 ottobre 2009 alle 11:59
La cinquina della sezione “nuove proposte” è splendida: due notissimi personaggi televisivi (Daria Bignardi ed Enrica Bonaccorti), due notissimi musicisti (Claudio Baglioni e Mauro Pagani) e un unico vero “emergente”, tale Luca Randazzo, che nella mia ignoranza sento nominare per la prima volta ma che dal web scopro essere, in effetti, al suo esordio letterario.
Al di là del valore delle opere, che non posso giudicare perché non le ho lette, direi che conferma in pieno quanto sostiene Giulio Mozzi.
31 ottobre 2009 alle 15:05
A PROPOSITO DI PREMI: CONSIGLIO A TUTTI DI LEGGERE “i MIEI PREMI” DI Thomas bernhard, appena pubblicato da Adelphi
Qui il grande bernhard prende per i fondelli tutti quelli che lo hanno premiato nel corso della sua carriera, rivelando che ha accettato le onorificenze solo perchè c’ erano in ballo dei soldi.
Questo è lo spirito giusto, secondo me: uno scrittore emergente che vincesse un premio che non comporta alcuna entrata finanziaria perchè mai dovrebbe andare a ritirarlo?! Per ritrovarsi sullo stesso palco con Bruno vespa e Margaret Mazzantini?!
Potrebbe impiegare il tempo più proficuamente scrivendo oppure facendo una passeggiata in centro…
P:S: un’ aspetto biografico che non conoscevo: Thomas bernhard prima di fare lo scrittore faceva il camionista…
31 ottobre 2009 alle 16:18
Condivido quel che scrive Cletus. I premi, soprattutto quelli meno noti, tipicamente chiamano persone note per avere essi stessi riconoscimento. Questo non vale solo per i premi, vale per esempio nei convegni, vale anche nei media radio e tivù dove, quando se lo possono permettere, i palinsesti cercano di avere volti o voci note anche indipendentemente dalle competenze necessarie.
E’ un comportamento comprensibile, ma l’effetto dannoso è l’assenza di pluralismo, di dialettica, di sviluppo di nuove idee.
Per lavoro nel 2008 ho assistito a una cinquantina di convegni nel settore di cui sono esperto, ma non credo di aver sentito in totale opinioni o interventi di più di un paio di centinaia (sto largo per prudenza) di relatori diversi. Eppure non credo che questo novero esaurisca le competenze che avrebbe senso coinvolgere.
Si sviluppa così un sistema di riconoscimento reciproco all’interno di un gruppo chiuso, che è una forma di protezione dalla concorrenza, la quale (protezione) diventa causa e insieme sintomo di mediocrità e di declino.
31 ottobre 2009 alle 16:26
“Se una ha il culo che parla
e ben conosce l’italiano
la giuria vorrà premiarla
Come Volto Noto dell’ano.”
Scusatemi, non mi sento bene. Meglio Ragazzoni:
“Sugli allori ciascuno riposa,
Anche io che allori non ho.
Ogni fiore si sente un po’ rosa,
ogni fiume si sente un po’ Po.”.
31 ottobre 2009 alle 16:54
Interessante che si dica “volto noto”. E che dietro certi libri i lettori siano costretti a sorbirsi il faccione dell’autore del testo.
Alla lettera accompagna sempre l’immagine, chè la lettera, tutti dicono anche senza prove, ha vita breve. Dunque non diamole troppo credito e sfruttiamo il visibile, il volto, il già visto che questi passano ovunque senz’affanno.
31 ottobre 2009 alle 18:16
Giulio, partecipare all’evento o ritirare il premio?
31 ottobre 2009 alle 18:46
“in quanto Volti Noi”
Noi, non ci pubblica nessuno, tantomeno ci danno premi, nemmeno una comparsata da Fazio.
31 ottobre 2009 alle 19:05
Giulio, ritiro la domanda. Ho appena letto le modalità dell’assegnazione del premio.
1 novembre 2009 alle 08:31
Nel 1998 mi fu proposto di concorrere al premio. Non accettai. Tra l’altro, nel momento stesso in cui mi fu fatta la proposta, mi fu spiegato chi l’avrebbe vinto. “E il voto dei lettori?”, domandai, “Quelle schede che i lettori compilano e consegnano nelle librerie?”. “Ah, quelle…”, disse alzando le spalle il presidente dell’Associazione dei librai.
gm
1 novembre 2009 alle 11:51
Non temi una querela?
1 novembre 2009 alle 12:07
No, Felice. Grazie a dio non ho di queste preoccupazioni. g.
3 novembre 2009 alle 21:16
ho letto il libro della bignardi e sono arrivata a pagina 20 del libro della mazzantini e l’ho chiuso.
non mi ero mai fidata dei premi e non mi sbaglavo.
23 novembre 2009 alle 16:17
Collaboro con varie riviste di letteratura. Per una di queste feci un’intervista ad una pornostar che aveva scritto un libro edito da Mondadori. Mia madre disse che se volevo essere pubblicata con quello che racconto, dovevo parlare di sesso, parecchio, e mi disse anche che quella lì nella vita aveva capito tutto. Per il nuovo Stilos che uscirà a breve, ho intervistato un bellone del piccolo schermo, Paolo Seganti (Elisa di Rivombrosa II, ecc…) che ha scritto un libro anche lui. L’ho intervistato, anche lui, e ha chiacchierato tre ore, per montare l’intervista mi ci è voluta una domenica pomeriggio (tanto pioveva), il libro non so com’è, magari è anche un bel libro, ma non l’ho comprato. Mi è stato detto un miliardo di volte che per essere pubblicati è meglio se sei già ‘qualcuno’, perché le case editrici sono delle aziende, e le aziende devono fare le vendite. Sarà che per pubblicare (e prendere i premi!) dovrei essere ‘qualcuno’, ma per scrivere devo solo essere me stessa. E io scrivo, oh! Ma guarda un po’!