[Questo articolo è apparso in La compagnia del libro].
Il titolo viene dal Vangelo e fa riferimento all’episodio in cui Gesù affronta l’indemoniato di Gerasa. “Legione” è il modo in cui il Diavolo si fa chiamare in quel caso, alludendo alla sua natura: “perché siamo in molti” riporta Marco. Una molteplicità che è caratteristica dell’inafferrabilità e irriducibilità del male che non si presenta con un profilo riconoscibile ma come un agglomerato di pulsioni, stimoli, direi uno sciame di cose più reali quanto più camuffate in un’oscurità inestirpabile dal volto del mondo.L’episodio c’entra anche se non molto con il romanzo di Demetrio Paolin, già noto al pubblico per l’eccellente “Una tragedia negata” riflessione acuminata e senza sconti sul rapporto tra letteratura e anni di piombo. C’entra proprio perché, come fosse una tattica del demonio, svia l’attenzione del lettore frettoloso o del recensore interessato da quello che è il vero nocciolo del libro che non è semplicemente il confronto col male.
2 luglio 2009 alle 08:43
L’articolo è di Saverio Simonelli.
2 luglio 2009 alle 08:55
Lapsus. Grazie, Tonino, ho corretto. gm
3 luglio 2009 alle 20:53
Dovere.
Del libro di Demetrio ne abbiamo parlato anche qui: http://www.pupidizuccaro.com/2009/06/23/il-mio-nome-e-legione-buio-caravaggesco-e-unimperfezione-per-amare/