Il dramma alle porte

by
Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

di Stefano Di Michele

[Questo articolo di Stefano Di Michele è apparso ieri nel quotidiano Il foglio, con il titolo “La tempesta”].

Forse è solo colpa di quel maledetto mal di collo – e quella testa fissa, rigida come nelle figure di certi quadri di scuola minore, lo sguardo che a fatica contiene il fastidio. Non poter girare la testa, proprio quando come mai prima soffia un vento che potrebbe essere quello della tempesta definitiva. La tempesta perfetta, per i mille e mille odiatori del Cav. Immobilizzato. E così, lo stesso da quindici anni a questa parte, è il corpo del sovrano che parla e si espone e comunica. Prima delle parole, prima di tutta l’immensa platea adorante – come il suo ideale modello, il Re Sole, il Cav. ha forgiato il suo partito, trasformando la spada in corte, la nobiltà in cortigiani: docili, ma nel bisogno sostanzialmente inutili – è il suo corpo che come sempre parla, come del suo corpo quasi sempre lui ha parlato. Appare un corpo dolente, quello che in questi giorni si trascina tra telegiornali e visite di stato, Gheddafi e Obama, abbracci e baci – ma sempre quell’ombra di inquietudine, il soffio di qualcosa che si sente arrivare ma non si può controllare.

Scomposto, vivisezionato, ammirato, osannato, detestato, impiccato – e sovranamente curato, cerone e approssimativa capigliatura, apparenza e sostanza, i gesti (sempre quelli), il sorriso (sempre quello), uno stranito stupore (questo del tutto nuovo), il corpo del Cav. (da cui pure apposito saggio antipatizzante di Marco Belpoliti) è stato sostanza ed espressione della stagione epica della sua politica. Ancora la settimana scorsa, ai virgulti della Confindustria, raccontava del fastidio di stringere mani sudate, che poi magari quello a cui la stringi successivamente pensa che sei tu che sudi e non sa che è il sudore di quello precedente – e un sussulto di antichi accorgimenti e di patimenti che ormai evocano più sottigliezze da stagione chiusa che strategie di conquiste di nuove stagioni.

Il corpo del Cav. è stato il Cav. prima del Cav. stesso: il mito della calza sulla telecamera al suo debutto, il tripudio del doppiopetto, le scarpe col tacco o senza tacco (sospetta cattiveria comunista, ecco), gli anni che biologicamente si dimezzavano, le notti metà in discoteca e metà a raccontarsi, “se dormo tre ore, poi ho ancora energia per fare l’amore per altre tre”, il vedersi e il tastarsi e dunque il lodarsi, “vi auguro di arrivare a settant’anni nello stato di forma in cui sono arrivato io”, il cerone che maligno, a volte, lasciava lieve traccia sul collo della camicia azzurra.

Nella storia repubblicana, mai il corpo di un politico era stato così tanta sostanza della stessa politica. La mentina in bocca contro il cattivo alito, il sole in tasca sempre raccomandato, i corpi dei candidati (in generale, non c’entra la storia delle veline) esaminati e filmati, il corpo che si levava alto (be’, diciamo: più in alto) sul predellino per fondare un partito. Il corpo, il corpo, sempre il corpo. Identico sempre, pur sempre mutando, dalle cravatte di Marinella alla bandana, dalla camicia nera al ciondolo sul petto: prima che leader, il Cav. si era trasformato in icona perfetta, riconoscibile sempre – persino nell’odio, che è lo stesso un modo di mostrare forza. Il piano inclinato degli ultimi mesi ha mutato il corpo quasi insopportabilmente vitale in corpo dolente, le tante qualità (pur discutibili, ma quasi santamente eversive nel pantano italico) in grottesche parodie di ciò che furono: la vanagloria in sospetto, la considerazione di sé in eccesso di sé, un divertito populismo in ombroso stordimento.

Le qualità e i difetti, come appunto il corpo stesso, sono stati lo specchio dove tutti infine si riflettevano – per banalmente adorarlo, e pure per odiarlo e lucrarci politicamente sopra, quello specchio era necessario. Fu, se non sposa del regno, come la grande Elisabetta I (pure lei maschera e senso di un’intera epoca), quantomeno zio – saggio o matto o divertente. Ora, quello specchio si è deformato, rimanda l’immagine che per primo non riconosce il diretto interessato. Forse non definitivamente rotto, certo non più levigato e lucido come fino a poche settimane fa. Vede, il Cav, ciò che tutti vediamo – quella meraviglia nello sguardo, sorpresa inattesa e sgradita, mentre intorno si accaniscono, foto su foto, plotoni di ragazze che sbucano dappertutto – quasi termiti, ormai famelicamente mediatiche. Fu Giustiniano, fu Erasmo, fu il Re Sole, fu infinite gioiose parodie, il Cav. Fu rottura, fu sorpresa, fu testardo, fu rivoluzionario, fu l’anticristo reazionario e fu il Cristo della buona rivoluzione. Fu molte cose e il suo contrario. Ma fu – e il dramma alle porte è tutto qui.

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62 Risposte to “Il dramma alle porte”

  1. Giacomo Brunoro Says:

    Ho avuto la stessa sensazione fisica di disfacimento ieri sera, guardando distrattamente il telegiornale.

  2. catalin Says:

    in qualsiasi altro paese europeo (eslusa forse la polonia e qualche ex dittatura comunista) un soggetto del genere non avrebbe mai governato così a lungo.
    purtroppo in italia un soggetto del genere potrebbe durare ancora a lungo. io non sopravvaluterei l’ intelligenza degli elettori.

  3. ruben c Says:

    l’articolo sale e poi scende lento a sintetizzare il finire, il passato remoto che non appassiona più, neanche chi di passioni ha fame e sete -fanno passare il tempo, lo sostanziano, lo crogiolano, lo manducano, lo spurgano.
    e così poi diventa quasi una specie di cronaca di una mummificazione, scribi sempre più distratti e medici gancetti sangue -finirà in sangue, è l’ultimo brivido? o liquido giallognolo, chè il sangue è finito e tiratelo giù, dai!
    la sabbia dentro ai sandali non si toglie facilmente con tutta questa umidità e bende a non finire a tenere insieme e robe nere e odori che non ti immagini, scrivi tutto, certo, guardo a destra a sinistra in fondo al corridoio ce n’è un altro.
    l’hanno fatto giocare su tutti i tavoli ed un po’ si è tirato su ed un po’ si è tastato, culi che saranno mosci e vendette di signore ben depilate, nessun petronio ossequioso e che si fa le cameriere, padane, ronde, piazze, bandiere, l’ano è un ampolla ed il dito ci affonda piano.

  4. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Non si può combattere un uomo in questo modo. E’ da barbari.
    Per questo, finchè non lo si combatterà per il suo modo di governare, sarò dalla sua parte. Tentare di distruggere un uomo in questo modo volgare mi ripugna. Chi lo fa dovrebbe vergognarsi.
    Ne parlo anche qui:

    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=5273

  5. Vincenzina Pace Says:

    Un uomo pubblico non può permettersi di pretendere la licenza del vizio privato.
    Che poi l’opposizione faccia di ciò l’unico argomento politico è un discorso diverso.
    la verità è che soffia un insoffribile vento di decadenza

  6. Antonella Lattanzi Says:

    Non credo che il signor Di Michele stesse “combattendo” nessuno. Credo che stesse ragionando. Mi vien da pensare che in Italia, forse, ormai le parole “ragionamento”, “riflessione” abbiamo scordato cosa significano. Non “combattimento”, certo.

  7. catalin Says:

    in qualsiasi altro paese europeo (esclusa forse la polonia e qualche altra nazione dell’ ex blocco comunista) un premier ricattabile da una qualsiasi prostituta… o un premier che offre magari candidature in politica alle proprie “showgirls”… oppure un premier che organizza festini con “escort”per i propri ospiti in villa… sarebbe già stato cacciato a pedate.

    Quindi in italia potrebbe durare ancora a lungo: non sopravvaluterei l’ intelligenza degli elettori.

    Comunque è sufficiente leggere l’ opinione di Jacques Chirac (noto comunista) per capire di che pasta è fatto il vostro premier.

    per chi sa leggere in francese:

    http://www.lexpress.fr/actualite/politique/chirac-et-le-cavaleur-berlusconi_768124.html

  8. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Chirac (che ha sempre irriso all’Italia, snobbandola) si è mostrato un vero cafone. Faceva meglio a tenersi per sé queste confidenze private.
    Sono convinto, anzi arciconvinto, che nel nostro parlamento siedano uomini che, se spiati nella loro vita privata con lo stesso accanimento con cui si sta spiando la vita privata di Berlusconi, ne farebbero uscire delle belle.
    Noi siamo degli ipocriti, dei falsi moralizzatori, se non sappiamo giudicare Berlusconi che attraverso soprattutto i suoi vizi privati. Quella che stiamo prendendo è una deriva pericolosa. Festini e orge, giri di droga chi sa quanti uomini delle nostre istituzioni coinvolgerebbero. Si deve aprire il fuoco su questo fronte?

    Potrei anche essere d’accordo, ma allora spariamo su tutti. Mi pare di rivivere i tempi di Craxi, quando, una volta riusciti a metterlo a nudo con quella sua coraggiosa dichiarazione in parlamento (Le tangenti le prendiamo tutti), gli si fece pagare il conto più salato. I vizi di Berlusconi non sono solo suoi. Non si può attaccare solo lui se non si alza interamente il sipario.

    Faccio un esempio del passato, secondo me assai più grave, che traggo dal mio “Cencio Ognissanti e la rivoluzione impossibile”:

    “Un fatto analogo accadrà nell’estate del 1999, questa volta nei confronti del ministro della giustizia Oliviero Diliberto (del Partito dei comunisti italiani di Armando Cossutta), che viene scoperto da un imprenditore emiliano in vacanza alle Seychelles occupato, sotto gli occhi vigili di due uomini della scorta, al tavolo della roulette: “Diliberto mi sembrava perfettamente a suo agio nel distribuire le puntate alla roulette”, precisa l’imprenditore, che così continua: “Quando sono uscito era ancora lì. E i due uomini della scorta erano sempre con lui, non lo perdevano di vista mai un attimo. Giusto, altrimenti che scorta sarebbe stata? Ma mi domando che bisogno c’è di garantire un servizio del genere, a spese dello Stato anche quando un ministro è in ferie sull’Oceano Indiano.” (La Nazione del 5 settembre 1999, pagine 1 e 16, sotto il titolo:”Diliberto alle Seychelles. Con scorta a nostre spese”, a firma di Alessandro Antico”.

    Contro Diliberto non si accanì nessuno. Il fatto non ebbe risonanza, come ad esempio ha avuto risonanza la storia degli aerei di Stato utilizzati da Berlusconi, che la magistratura ha archiviato perché tutto era in regola.

    Ripeto, non ci si può accanire in questo modo contro un uomo, cercando di distruggerlo moralmente e psicologicamente. E’ nazismo bello e buono. Lo si attacchi per quello che fa o non fa nel governare il nostro Paese.
    Più che il politico, oggi desidero difendere l’uomo da una campagna che dovrebbe far arrossire di vergogna chi la agita con tanta spavalderia (e magari non è immune dalle stesse colpe).

    Solo chi lo ha provato può immaginare il dramma profondo che un uomo può soffrire quando i suoi vizi privati vengono esposti pubblicamente al ludibrio e allo scherno. Quante tragedie, quante morti produsse l’operazione Mani Pulite! Ce le siamo dimenticate? In più casi bastò solo la paura di essere sfiorati dal sospetto e di cadere in pasto all’opinione pubblica per far perdere la ragione ad uomini che poi – dopo la morte – risultarono onesti.

    E’ un cannibalismo che non posso approvare, mi dà il voltastomaco. Come ho scritto nel mio blog, si arriverà anche ad accusare Berlusconi di essere un nuovo Jack lo squartatore, attribuendogli qualche omicidio di donne rimasto insoluto. Ciò soprattutto se la maggioranza degli italiani con i ballottaggi di oggi e di domani, continuerà a dargli il consenso.

    C’è un’altra questione, faziosa ed ipocrita anche questa, che va sottolineata e contrastata, giacché è offensiva del corpo elettorale. Ed è questa: quando la vittoria va al proprio schieramento gli elettori sono maturi e intelligenti; quando va all’avversario sono dei pecoroni e si deve stare attenti a non sopravvalutare la loro intelligenza.

    Poco fa sono andato a votare Sì ai tre referendum. Mi piacerebbe che il corpo elettorale rispondesse all’appello di Mario Segni e si superasse quel 50% + 1 necessario per la validità della consultazione e vincessero i Sì. Al mio seggio elettorale l’affluenza alle ore 12 era dell’!,4%. Impossibile quindi raggiungere il quorum. Quasi sicuramente non lo si raggiungerà in tutta Italia.
    Devo allora omaggiare il corpo elettorale – che in questo caso ha un orientamento diverso dal mio – come ottuso e pecorone?
    Che rispetto sarebbe questo della democrazia?

  9. Cristina Says:

    Scusi Di Monaco,

    il fatto che Berlusconi peschi nel suo parco-ragazze le persone da candidare alle elezioni (comunali, provinciali, europee e politiche) ha a che fare solo con i suoi vizi privati o non è piuttosto un guasto della cosa pubblica?
    Il fatto che il nostro presidente del consiglio menta alla collettività che rappresenta ha a che fare solo con i suoi vizi privati?
    Il fatto che il nostro presidente del consiglio è portavoce di un sistema di valori – quello del partito di maggioranza – che predica la tutela della famiglia, il rispetto della vita ad ogni costo, la consonanza con i valori della chiesa cattolica, non le sembra entri gravemente in contraddizione con tutte le cose che stiamo apprendendo in questi giorni?
    Lei, da suo elettore fedele, da cattolico, da cittadino italiano, da uomo, da ‘persona’ non si ritiene offeso e mortificato?
    Io, che in primo luogo mi ritengo una persona, poi una donna, poi una cittadina italiana e in ultimo una non credente e una non elettrice di Berlusconi, mi sento offesa e mortificata.

  10. cat Says:

    povero premier,
    ecco come lui affronta la “questione offensiva del corpo elettorale” e il garbo con cui affronta i suoi contestatori:

    in effetti il trattamento riservatogli dal Tg1, dal Tg4 e dagli altri telegiornali di sua proprietà è stata veramente impietoso. Siamo fortunati a non avere la censura come in Iran, quaggiù in Italia…
    Sono sicuro che quotidiani imparziali come il giornale e libero (titolo di Libero: silvio, occhio alla coca!) sapranno normalizzare la situazione e restituire dignità a un uomo così duramente provato dagli strali dell’ opposizione comunista.

  11. emanueletonon Says:

    Così Massimiliano Parente, su Libero del 21 giugno 2009

    SEX & THE PAPICITY: ECCO COME SCOPANO I POLITICI ITALIANI.

    Va bene che lo chiamano tutte papi, ma «aspettami nel letto grande» ha lasciato tutti sgomenti. Non è difficile immaginare il livore di molti politici dell’opposizione già solo al pensiero di questo letto grande di papi Silvio, il quale fra l’altro, duro e sfacciato, ribadisce di voler «restare in sella». E tuttavia, insomma, siccome siamo prurigginosi, ci si chiede: e gli altri? Cosa diranno a letto, nei loro letti o lettucci normali? Per fortuna mi viene in soccorso una gola profonda, ovviamente da verificare, e però nel frattempo si può spifferare qualcosina anche qui, come dice papi siamo tutti spioni. Ecco pertanto quello che non leggerete mai su Repubblica e non avete mai osato chiedere, sperando che anche a me papi mandi almeno duemila euro. Per esempio Massimo D’Alema non è da meno di papi, e pare che dica «Dài bella, andiamo di là, aspettami in bicamerale». In un’intercettazione lo si sente dire un banale «Amore, vieni a letto» ma l’audio è disturbato e riascoltandolo sembra che piuttosto dica «Vieni a Letta». Massimo usa di frequente anche il termine “scossa”, “scossetta”, in frasi del tipo «andiamo a dare due scossette», «ora ti do due scosse e viene giù tutto», sperando che se non cade il governo venga giù almeno il lampadario. Walter Veltroni è più romantico, soave e rigorosamente kennedyano (sebbene di Kennedy non abbia mai mandato giù, neppure a letto, la questione della Baia dei Porci), e quindi quando arriva al dunque e perfino durante ama rivolgersi in inglese con toni sdolcinati e frasi del tipo «Oh, my sweet pussy, come on… yes I care… yes I can». L’inglese di Veltroni ha contagiato anche Clemente Mastella, e dall’estate del 2006 quando prende per mano una fanciulla recalcitrante gli scappa sempre un «Merda, why not?». Chi ha visto il letto di Fausto Bertinotti giura sia a una sola piazza rossa, Francesco Rutelli lo si sente chiedere «Palombellina, mi fai vedere la margheritina?», Umberto Bossi va da sé (e però, stranamente, gli viene duro pur non essendo operato di prostata come papi), Paola Binetti si confessa prima e dopo e dice «Aspettami e spera», Francesco Saverio Borrelli chiede prima se la signora ha le mani pulite, Antonio Di Pietro minaccia «io a quella la sfascio». La giovane Maddalena Madia, pupilla del succitato Walter, si presenta all’alcova acqua e sapone e identica alla scorsa legislatura: «Arrivo tesoro, sono brava, non ho esperienza». Francesco Cossiga, di contro, tira ancora fuori il vecchio piccone, il pm Henry John Woodcock si limita a un lapidario «Traducimi», e chi vuole intendere intenda, Romano Prodi lo vuole fare di corsa sulla bicicletta da corsa e Flavia non ne può più di sentirsi dire «Tortellina mia, ti va di aspettarmi sul sellino piccolo?». Tra i membri del Parlamento anche Oscar Luigi Scalfaro si dà da fare, sebbene inizi sempre con un «Io non ci sto». Invece Marco Pannella, al quale piacciono le bonine, non lo fa mai perché lo censurano anche lì, oppure perché prende posizioni troppo radicali, Concita De Gregorio non lo fa perché ritiene la penetrazione un atto troppo maschilista, Beppe Grillo non lo fa perché è sempre sul blog o perché lei vuole guardare e lui vuole farlo al buio con la scusa di non consumare energia elettrica, Nanni Moretti, pur provandoci ogni sera, non lo fa mai perché prima esige «Di’ qualcosa di sinistra» e la sventurata non sa mai cosa rispondere. Infine un’altra, barbosa ma succulenta intercettazione audio riguarda Eugenio Scalfari, il quale fa precedere il rapporto da lunghe lenzuolate filosofiche sul proprio pensiero («Andiamo a fornicare? Io e te? Ma chi sono io? Chi sono io per dire io? Cos’è il sesso? Cos’è la realtà?») e comunque pare accertato che perfino nell’intimità erotica si faccia chiamare “il Fondatore” e infatti qui si sente una lei non meglio identificata che urla «Fondami tutta». Intanto domani è un altro giorno e tenuto conto che il cazzo è di destra e la fica non è mai stata di sinistra, l’Italia è con il fiato sospeso: cosa verrà dopo il letto grande? L’astronave di Indipendence Day? Il Monolite di Odissea nello Spazio?

  12. catal Says:

    povero premier,
    ecco come si affronta la “questione offensiva del corpo elettorale” e il garbo con cui ci si difende dagli oppositori:

    in effetti il trattamento riservatogli dal Tg1, dal Tg4 e dagli altri telegiornali di sua proprietà è stata veramente impietoso. Siamo fortunati a non avere la censura come in Iran, quaggiù in Italia…
    Sono sicuro che quotidiani imparziali come il giornale e libero (titolo di Libero: silvio, occhio alla coca!) sapranno normalizzare la situazione e restituire dignità a un uomo così duramente provato dagli strali dell’ opposizione comunista.
    Pensate solo alla delicatezza e alla sensibilità con cui ha affrontato il caso di Eluana englaro (“una ragazza che potrebbe ancora avere figli”, secondo le sue paterne parole…) oppure alla lotta che assieme al ministro Mara Carfagna ha condotto contro la prostituzione, multando i cittadini italiani che si permettono di andare con prostitute. E’ un vero peccato che un uomo così attento all’ universo femminile sia al centro di attacchi ingiuriosi da parte di barbari comunisti come sua moglie (“e’ un uomo malato”, “va con le minorenni…”, Veronica dixit).
    Bisogna avere per lui lo stesso rispetto che egli ha verso tutti gli italiani, soprattutto di sinistra!

    Ben altri sono i pericoli per il paese, come ad esempio il comunista Oliviero Diliberto, che ormai controlla tutti i mezzi di informazione e dall’ alto del suo impero economico fa il bello e il cattivo in tempo in italia.

  13. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Di tutto ciò che sta accadendo vedo che Massimiliano Parente ha fatto una gustosissima parodia. E’ ciò che accadrebbe se il trattamento riservato a Berlusconi si estendesse ad altre personalità della politica. Uno spettacolo da burattini.

    @cat (catal). Nel video che hai riportato più sopra, le cose che dice Berlusconi sul comunismo sono vere, documentate dalla storia.
    Di Diliberto, ho riportato sopra di come, quando era ministro della giustizia, dimostrasse il senso dello Stato andandosene a giocare al casinò accompagnato, a nostre spese, dalle guardie del corpo.

    @Cristina

    Vorrei che Berlusconi non si comportasse così. Sono comportamenti che come cattolico mi mortificano. Non li giustifico. Confido che ne possa trarre un insegnamento e si corregga.
    Ciò che io combatto e mi nausea è l’accanimento contro l’uomo, mettendo a nudo i suoi vizi e girando il coltello nella ferita. Lo si poteva fare in modo diverso e non intriso di così acida cattiveria.
    Anche il titolo di questo post: Il dramma alle porte, è infelicissimo e di cattivo gusto.

    Su Veronica Lario ho scritto qui:
    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=4724

  14. Cristina Says:

    @ Bartolomeo Di Monaco

    Ma non le sembra importante combattere contro l’accanimento sulla cosa pubblica?
    Non si rende conto che la difesa del singolo qui significa la difesa di un sistema di gravissima compromissione della cosa pubblica?
    Non si rende conto che i ‘vizi’ di Berlusconi non sono vizi ma distorsioni abnormi della vita democratica del paese?

  15. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Ho già risposto, Cristina, ed argutamente ha già risposto Massimiliano Parente.

  16. emanueletonon Says:

    Bartolomeo Di Monaco mi comunica sempre estremo rigore nell’argomentare unito alla giusta misura, alla saggezza. L’esatto opposto di tutto quello scrivere a rutti e scoreggie di chi usa il filo d’erba della “cosa pubblica” per nascondersi. Poi, Parente mi sembra essere riuscito a dimostrare che l’uccello a penzoloni e la patata al vento è cosa di tutti, anche di chi sta dietro il filo d’erba.

  17. Cristina Says:

    Sì, ha ragione, mi ha risposto. Io le ho chiesto se non vede i ‘vizi’ di Berlusconi come gravi compromissioni della vita pubblica del paese. Evidentemente non li ritiene tali, ma solo ‘devianze’ di un singolo privato cittadino a cui è concesso di disporre di sé come meglio crede.
    Sarei d’accordo con lei se ritenessi che si stia violando la sfera privata di una persona libera. Ma siccome ritengo che quella persona libera abbia completamente sovvertito il rapporto tra la sfera privata e quella non solo pubblica ma della collettività nazionale, i termini ‘vizio’, ‘privacy’, ‘debolezza personale’ per me non hanno più alcun valore.
    E’ Berlusconi che ha modificato il paradigma, non i suoi presunti carnefici.

  18. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Grazie, Emanuele.

    @ Cristina

    Sono convinto, Cristina, che da tutto ciò che gli accade, Berlusconi sappia trarre una lezione per correggersi. Continuare ad insistere contro questo aspetto della sua vita privata, significa essere degli spietati aguzzini, il cui fine è quello unicamente di distruggerlo come uomo e come politico.

  19. vbinaghi Says:

    Bartolomeo, sarei daccordo con te a tacere sui vizi privati del cavaliere (disgustoso il gossip, specie se proposto da certini libertari-libertini che della famiglia e della sua morale hanno orgogliosamente fatto strame) se vedessi le pubbliche virtù, per cui non dico rivalutarlo ma almeno giudicarlo come statista? Ma dove sono?
    Questo è un uomo che si è fatto e ha insegnato al ceto medio italiano farsi gli affari propri. Disprezzo per le istituzioni, osanna e condoni all’evasione fiscale, tracotanza nella comunicazione.
    Me ne frego di come usa il suo pisello, ma non vedo l’ora che sia seppellito da un mare di merda.

  20. Sergio Says:

    Mi sembra che continuare a fare una distinzione tra sfera pubblica e sfera privata sia estremamente riduttivo, nonché fuorviante, in questo contesto (non lo sarebbe invece in uno stato di cose ideale o in qualsiasi altro Paese nel quale senso del pudore e sobrietà continuino ad avere un minimo di seguito). Cosa si pretende da una scena pubblica che ha fatto ormai da quasi due decenni dell’esaltazione delle virtù e delle capacità vere o presunte del suo super-uomo il perno fondamentale? Cosa si pretende se è stato proprio quest’uomo a sostituire al “politico” il fantomatico -aridaje- “uomo”, con relativo strombettìo di fanfare? Cosa si pretende se da allora quest’uomo ha rappresentato/ha tentato di rappresetare/è riuscito o meno a rappresentare la personificazione in terra di tutto un ventaglio di valori, emanazione più o meno diretta o riflessa della sua -a questo punto presunta- personalità? Cosa si pretende se da quando sono capace di intendere e di volere (relativamente poco, dunque mi si perdoni la verve immotivata) non ho memoria di un solo giorno dell’anno nel quale non ci abbiano inondato con la loro -la sua- personalissima campagna elettorale da one-man-show? Qui non c’è spazio né per la calunnia né per la pena, questa è una zona di fuoco incrociato purtroppo. E’ estremamente sconfortante e indecente, ma è così. Ed è questo che rivela la pochezza del tutto, non il rigirare il coltello nella piaga che non c’è. Qui c’è la costruzione voluta, cercata, ottenuta, del mito e il suo successivo -com’è normale, per tutte le cose- declino. Il nocciolo essenziale è questo, ed è questo il punto veramente riprovevole della questione, saltando i punti di riferimento (ciò che sta dentro, ciò che sta fuori, ciò che è privato, ciò che è pubblico) i riflettori rimangono puntati sul lato scoperto, cioè praticamente su tutto ciò (vita privata) che in questo caso fa da cornice al nulla restrostante (politica). E’ pura legge della giungla, se la goda chi ha creato le regole del gioco. Saluti.

  21. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Valter, come uomo politico hai tutto il diritto di biasimarlo. Statisti in Italia si contano sulle dita di una mano: De Gasperi, Einaudi, Moro… Figurati se Berlusconi è o sarà uno statista! E’ e resta un imprenditore, con tutti i limiti che ciò comporta per un imprenditore che si presta alla politica. Ho già scritto che in Italia non c’è un politico autentico che sappia governare. Si chiacchiera e ci si perde in chiacchiere, ma si lascia che la nave vada alla deriva. Hai sentito Franceschini? Quello che gli interessa è dichiarare che ha vinto questa tornata elettorale perché non ha perduto quanto gli avversari pensavano e perché gli avversari non hanno vinto quanto immaginavano. Ci prende in giro. Ci offende! Spero che in autunno lo sostituisca Bersani, che mi pare uomo più sobrio.

    Mi sento comunque di fare una previsione, che verificheremo insieme quando arriverà il tempo. Ciò per farti capire in quale situazione si trovi, a mio avviso, il nostro Paese. Ti sembrerà paradossale, ma non temo di essere smentito dicendoti che quando non governerà più Berlusconi, noi avremo governi assai peggiori di questo, siano essi di destra che di sinistra. Non vedo ancora all’orizzonte un politico in grado di dare una rotta sicura a questa nostra nave infradicita.

    Anche la barbarie che si sta consumando contro l’uomo Berlusconi è il segno del decadimento della nostra classe dirigente. Dovremo assistere a lungo a questo spettacolo miserabile. Per fortuna ho una certà età e forse non vi assisterò.

    Ho fatto notare che anche il titolo di questo post è infelice e spia di uno smarrimento frutto dell’imbarbarimento della politica.
    Mi domando di quale dramma siamo in attesa. Del crollo psicologico dell’uomo Berlusconi? Del suo suicidio? Lo si vuole vedere sconfitto ad essere la larva di se stesso? Si può arrivare a tanto?

  22. Giacomo Brunoro Says:

    Una riflessione veloce: Bart, tu dimentichi che Berlusconi in primis ha fatto della sua vita privata, dell’esibizione ostentata della sua vita privata il suo punto di forza: la sua ricchezza, le sue ville, il suo milan, la sua “famiglia”, i suoi successi, la sua fama di playboy, le sue vicissitudini giudiziarie… potremmo continuare per ore. Nella storia politica di Berlusconi non c’è mai stata differenza tra vita pubblica e vita privata, ed è inevitabile che ora venga attaccato proprio su questo campo. Mi sembra molto ingenuo meravigliarsi del contrario.

    Per di più la cosa che da parecchio fastidio a molti elettori di centrodestra, non è che Berlusconi abbia determinati comportamenti nella sua vita privata, ma che se ne vanti. Il problema è la sua incapacità nel gestire queste situazioni. Inoltre non va dimenticato che molti dei suoi comportamenti privati influenzano in maniera diretta e concreta la sua vita pubblica, è sotto gli occhi di tutti.

    Purtroppo, o per fortuna, da sempre quello che l’opinione pubblica viene a sapere della vita privata di un politico è il punto di riferimento delle sua credibilità, a tutte le latitudini e in ogni epoca storica.

  23. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Berlusconi non appartiene al mio mondo, come non vi appartiene Veronica Lario. E’ un mondo, quello dei ricchi, che non mi ispira né mi ha mai ispirato simpatia.
    Vivo in un paese alle porte di Lucca costituito da contadini, artigiani e operai. Vado in gita con loro, assisto con loro agli spettacoli teatrali di una piccola compagnia del mio paese, in cui recita anche mio figlio di 32 anni. Con loro mi sento a mio agio. E’ il mondo popolare in cui sono cresciuto.
    Tuttavia, se un ricco ostenta la sua ricchezza, è libero di farlo, e ciò non mi tocca. Anche se è un uomo che da ricco è entrato in politica, approfittando della sua ricchezza.
    Da quel momento il mio giudizio su di lui deve riguardare prevalentemente ciò che in politica fa e non fa per risolvere i problemi terribili del Paese, ereditati da governi irresponsabili.
    A Valter ho già detto ciò che penso del nostro futuro. Prova ad immaginare Franceschini al posto di Berlusconi. Che disgrazia sarebbe per l’Italia! L’ultimo esempio è di stasera: il centrodestra aveva prima delle elezioni 9 provincie e stasera ne ha 34, tra le quali Milano, e 2 roccaforti rosse come Cremona e Prato (Prato!), e Franceschini vi intravvede il declino del centrodestra e canta vittoria. Ma sono questi bugiardi gli uomini a cui leghiamo le sorti dell’Italia?

    Qualunque siano i peccati di Berlusconi, compresa la sfacciata esibizione della sua ricchezza e del suo potere, continuo a sostenere che non lo si può attaccare in questo modo. Voglio augurarmi che a nessuno interessi ridurre un uomo (Berlusconi come un altro) alla mortificazione e distruzione di se stesso. Berlusconi lo si sconfigga battendolo in politica e non accanendosi quasi esclusivamente sui suoi difetti.

    Chi sa che il forte astensionismo in questa tornata di ballottaggi non sia stata la conseguenza del voltastomaco provato dagli italiani di fronte a tanto imbarbarimento. Sono i media (e Franceschini se ne è fatto amplificatore) che hanno offerto ai cittadini il corpo nudo e dileggiato di Berlusconi. Mi pare di rivedere lo scempio che fu fatto dei corpi di Mussolini e della Petacci esposti alla morbosità della gente.

    Prima ci si limitava a chiamarlo nano (che colpa ne ha, della sua statura?), ora ho visto spuntare una serie ininterrotta di nomignoli tutti volgarmente legati alla sua sessualità. Vergogna.

  24. andrea barbieri Says:

    Bartolomeo, 1000 euro e fai la dama di compagnia, 2000 euro e resti la notte e ti guadagni una candidatura in europa, e c’è un ministro che sega i precari ma fa lezione alle ragazze candidate per l’europa.
    IO MI SONO ROTTO I COGLIONI.

  25. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Andrea, tutto questo concentramento sullo scandalismo ha portato al risultato dell’astensionismo di questi giorni.
    Cerco di analizzarlo qui:
    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=5336

  26. paolozardi Says:

    Berlusconi ha costruito il proprio successo politico sulla sua vita privata nella quale – ha ragione l’autore di questo articolo, scritto benissimo – il corpo ha un ruolo centrale. In altre parole, se Berlusconi è Presidente del Consiglio, non lo deve alla politica del fare, come si ostina a ripetere, ma alla politica del mostrare.
    Per questo motivo, ritengo che la vita privata di Berlusconi abbia una valenza politica; e lo svelare il vero volto di queste notti, che il popolo non immaginava pervase da quell’atmosfera da privé di provincia, è un atto politico.

  27. Cristina Says:

    Bartolomeo,

    come è possibile che ti impressionino solo le bugie di Franceschini, mentre quelle di Berlusconi ti appaiono solo come peccati che l’uomo provvederà a correggere nell’intimo del suo cuore?
    Che ne pensi della sentenza Mills? Cos’è quella? Un’altra debolezza che merita comprensione e rispetto?

  28. Bartolomeo Di Monaco Says:

    @paolozardi

    Mi limito a dirti che gli attacchi alla persona devono avere dei limiti. Qui sono stati superati, e mi pare di aver chiarito perché.

    @Cristina

    Le bugie sono bugie da qualunque parte provengano.

    Ho già scritto da qualche parte che mi piacerebbe che qualcuno indagasse per sapere quando i fascicoli giudiziari su Berlusconi sono stati aperti. Tardi, mi pare, se siamo vicini alla prescrizione dei reati. Che cosa si faceva prima? Si dormiva? Si è aspettato che Berlusconi entrasse in politica per indagare sulle sue attività imprenditoriali?
    Secondo me, ci mancano vari tasselli per capire meglio le responsabilità.

  29. andrea barbieri Says:

    Mandare escort per meriti sessuali al parlamento europeo è un peccato del foro interiore. Abbiamo detto tutto…

    Oh, sia chiaro, io B. lo ammiro. Il problema per me sono i suoi elettori. Altro che demonizzarlo, io sono per riconoscere la furbizia e l’intelligenza di B.. Mi tolgo il cappello davanti alle sue capacità (di raggiungere il potere, di tenerselo, di scopare milioni di femmine, di essere tanto ospitale da far girare per le sue ville gli ospiti nudi a cazzo dritto, di fare tabula rasa degli avversari politici, giudiziari, intellettuali). Bravo B., hai dimostrato la stoffa del campione!
    Ma i suoi elettori e sostenitori… tutto parte da loro.

  30. catalin Says:

    ma sì, che l’ italia si tenga il suo amato berlusconi fino alla fine.

    l’ unica nota positiva derivante da questa vicenda è in europa e nel mondo si sono resi conto di quale losco figuro sia il presidente S.B.: la sua credibilità all’ estero in questo momento sta a zero.

    le formazioni xenofobe e filonaziste che negli altri paesi hanno ottenuto più voti del solito qua in italia sono già saldamente al governo.
    Governo definitivamente (è il caso di dirlo) “sputtanato”

  31. Bartolomeo Di Monaco Says:

    @ catalin
    Per il successo della Lega Nord devi ringraziare Oscar Luigi Scalfaro.
    Se vuoi, vedi qui:

    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=5113

  32. catalin Says:

    @bartolomeo

    grazie per link, è sempre piacevole leggere un articolo contro la lega.
    Copio e incollo qui il commento di giuliomozzi sul tuo sito:

    Ovviamente: se è sfavorevole il giudizio su chi ha permesso alla Lega Nord di rafforzarsi, è altrettanto sfavorevole il giudizio su chi da dodici anni se l’è presa come alleata, l’ha finanziata, le ha concesso i migliori collegi elettorali eccetera

  33. Bartolomeo Di Monaco Says:

    @catalin
    Ahi, ahi catalin. Avresti dovuto postare anche la mia risposta a Giulio, per non lasciare i lettori in mezzo al guado:

    Eccola, nella parte iniziale:

    “Sono d’accordo. Devi ricordare però che la Lega Nord aiutò anche il centrosinistra con il governo Dini, e D’Alema ne fu ben contento. Oggi, ad elezioni avvenute, non so se ti sei accorto che si cerca di fare di tutto, da parte del centrosinistra, per mettere zizzania tra la Lega Nord e il PDL (ho sentito l’autorevole senatrice Finocchiaro in tv l’altra sera). E questo perché? Perchè chi vuol governare oggi non può fare a meno della Lega Nord, e il PD, pur di andare al potere, farebbe alleanza perfino con il diavolo.”

  34. vibrisse Says:

    Bart, quando scrivi: “Tutto questo concentramento sullo scandalismo ha portato al risultato dell’astensionismo di questi giorni”, scrivi qualcosa che dovrebbe essere provato. Ti invito dunque a provarlo.

    Nel frattempo ti ricordo che in Italia come in Europa l’astensione dal voto è una pratica in costante crescita da vent’anni. A mio avviso, è piuttosto azzardato sostenere che l’astensione dal voto in queste ultime elezioni sia conseguenza di ciò che è apparso nei giornali negli ultimi due mesi.

    Ti consiglio, prima di rispondermi, di dare un’occhiata ai Quaderni dell’Osservatorio elettorale, che la Regione Toscana pubblica da più di trent’anni. Sono pieni di informazioni scientifiche e credibili.

    (E se ti incuriosisse sapere qualcosa della mia turbolenta gioventù, fatti mandare il “Quaderno” numero 14, del gennaio 1985. L’articolo di Gianpiero Dalla Zuanna “Contributo all’analisi del voto giovanile. Un sondaggio postelettorale a Padova nel 1983” è frutto di una ricerca dell’Iris – Istituto di ricerche e interventi nel sociale, fondato due anni prima da sette giovanotti padovani: tra i quali c’ero anch’io).

    giulio mozzi

  35. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Il link che mi hai dato mi porta all’indice degli ultimi quaderni usciti, che si fermano, peraltro, alle elezioni del 2008.

    Comunque su questa tornata elettorale scrivo nel mio blog, qui:
    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=5336

    Proprio ieri sera al tg4 delle 19 ho sentito la breve intervista fatta all’onorevole Lanzillotta, deputata del PD, la quale ha espresso opinioni analoghe alle mie, ossia che si è ecceduto nello scandalismo e che l’elevata astensione ha anche a che fare con tale campagna scandalistica.

    Ma ho sentito in giro altre opinioni che confortano la mia analisi, la quale è stata fatta a caldo unendo l’astensione ai ballottaggi (che potrebbe essere la conseguenza – come qualcuno ha detto – della avversione dell’elettorato per il secondo turno) alla forte e inconsueta astensione ai referendum (che potrebbe, anche questa – come qualcuno ha detto -essere la conseguenza della stanchezza degli italiani per questo istituto).

    E’ su quest’ultima deludentissima percentuale referendaria che si è, però, fermata la mia attenzione. Ho considerato che il PD si è schierato per il Sì e per il Sì si sono schierati anche Berlusconi e Fini, nonostante che, per il dictat di Bossi, non abbiano potuto fare campagna. E’ chiaro comunque che il loro messaggio favorevole al Sì è arrivato agli elettori del PDL. Per il No erano schierati, dunque, i soli piccoli partiti, tra cui la Lega.

    La vittoria del Sì poteva dirsi scontata, a mio avviso. Invece si è avuta una partecipazione del 23%, così lontana dal quorum da destare stupore.

    Non si tratta delle solite percentuali diffuse negli USA e in Europa, notoriamente quasi sempre sotto il 50%. Qui, per il referendum, si tratta di una percentuale che non può che racchiudere un messaggio, a mio avviso.
    Ci sono state altre consultazioni referendarie che hanno avuto scarsa adesione (su materie meno sentite: mai però al 23%). Sono elencate qui, dal 1946 in poi:
    http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/italia/2009/06/22/AMPLE1gC-repubblicana_referendum_italia.shtml

    Ora, se unisco l’astensione straordinaria al referendum a quella dei ballottaggi (e tengo conto che il massimo della campagna scandalistica si è avuto nei 15 giorni di intervallo tra la prima e la seconda tornata, e la partecipazione al voto nei ballottaggi è scesa sensibilmente rispetto al primo turno) posso benissimo dedurre che questa campagna scandalistica ha avuto influenza nell’astensionismo elevata verificatosi nella seconda tornata elettorale.

    Naturalmente non sono Mannheimer, ma non credo di essere lontano da un’analisi corretta.

  36. vibrisse Says:

    Bart, il link porta a una pagina che contiene l’indice degli ultimi quaderni usciti. In quella pagina c’è anche il link all’indice dei quaderni precedenti.

    Scrivi ora: “ho sentito in giro altre opinioni che confortano la mia analisi”. Non ne dubito. Ma non ti ho chiesto di riferire altre opinioni, bensì di provare la tua affermazione.

    Nel referendum precedente (procreazione assistita) la percentuale dei votanti è stata del 25,6/25,7 per cento. Nei referendum del 2003 la percentuale dei votanti è stata di pochissimo inferiore.

    Da parecchi anni la partecipazione elettorale (a tutte le votazioni, compresi i referendum) è in calo.

    Se questa volta ha votato un 2,5 per cento in meno della volta scorsa, quanto di questo 2,5 per cento si può attribuire alla generale tendenza alla diminuzione della partecipazione elettorale, e quanto a cause contingenti?

    gm

  37. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Questi tre referendum, naturalmente secondo me, erano molto importanti, rispetto agli altri che hanno registrato basse percentuali.
    Riguardavano la governabilità del Paese, che con il bipolarismo non è stata assicurata del tutto. Come avrai capito, sono favorevole al bipartitismo, che ritengo la strada migliore per dare una guida un po’ più solida all’Italia. E’ vero che i piccoli partiti potranno rischiare di non essere rappresantati, ma mi pare il male minore rispetto alla situazione odierna, in cui a governarci di fatto sono la Lega Nord da una parte e nell’opposizione l’Idv di Di Pietro. E non i partiti che la stragrande maggioranza degli italiani ha scelto (PD e PDL)

    Poiché chi è andato a votare per i ballottaggi non avrebbe avuto fatica a votare anche il referendum, credo che il divario tra la percentuale di affluenza ai ballottaggi e la scarsa adesione al referendum debba ascriversi ad una eleoquente risposta negativa dell’elettorato alla politica.
    La risposta si è accentrata più sul referendum, in quanto – come si sa – le amministrative sono legate a situazioni locali e sono molto sentite (anche se in questo caso c’è stato un assenteismo di protersta).

    Lo scandalismo sollevato ha avuto, quindi, secondo me, proprio una conseguenza negativa sulla tornata dei ballottaggi e sul referendum

    I pochi che sono andati a votare hanno votato Sì, segno che questa è comunque un’esigenza avvertita da molti.

  38. vibrisse Says:

    Secondo te, Bartolomeo, nei giornali e tra la gente si è discusso di più di questi referendum del 2009 o di quelli sulla fecondazione assistita?

    gm

  39. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Sui referendum non si è discusso affatto, distratti dal gossip. L’ho denunciato più volte nel mio blog, durante la campagna elettorale.

    (Da ultimo nel mio blog scrivo:

    Nel mio blog scrivo:
    “A mio avviso, le consultazioni di questi giorni hanno dimostrato che la campagna di odio contro il premier imbastita dal Corriere della Sera e da Repubblica ha dato qualche frutto, se è vero che in alcune città che nella prima tornata sembravano destinate al centrodestra sono rimaste al centrosinistra. Ha giocato l’astensionismo che, secondo me, trova la sua causa principale in detta campagna. Bisogna ora capire se esso sia frutto di un’azione di protesta contro il leader del centrodestra, oggetto di questa campagna scandalistica, o contro la politica tutta. Sono per questa seconda ipotesi.”)

    Questo referendum riguardava le istituzioni, e la gente lo sapeva, anche se le sono mancati gli approfondimenti. Non ne ignorava l’importanza.

    La bassissima astensione – sempre secondo me – (e il rifiuto, recandosi ai ballottaggi, di ritirare le 3 schede) sono stati un forte segnale di protesta contro la piega scandalistica che ha preso la politica.

    Ripeto, non sono Mannheimer, ma questa è la mia convinzione.

    Se non ricordo male, nel tuo comune di Padova il primo turno vedeva in testa il PDL, poi nel secondo turno l’affluenza è calata di quasi 10 punti. E il referendum ha avuto le basse percentuali nazionali.

    Proprio il tuo comune può essere un esempio di quanto sostengo, ossia che il gossip, particolarmente violento nel periodo tra il primo e il secondo turno, ha fatto centro e ha nauseato gli italiani, spingendoli a non andare al voto.
    Ha fatto centro perché è andato a colpire soprattutto l’elettorato di centrodestra, notoriamente più fragile.

  40. vibrisse Says:

    Allora, Bartolomeo:

    – attorno ai referendum sulla fecondazione assistita ci fu una discussione enorme; pagine e pagine dei giornali; intere serate in televisione; i partiti schierati in modo molto esplicito. I quesiti erano sostanzialmente chiari. Ha votato il 25,7 per cento.

    – attorno ai referendum sulla legge elettorale c’è stata poca discussione, poco visibile e poco comprensibile; i giornali non ne hanno parlato che all’ultimo momento; le posizioni dei partiti erano varie, contradditorie (ci sono stati sostenitori del referendum che hanno “remato contro”, e viceversa); l’unico partito che avesse una posizione forte e chiara era la Lega (che invitava all’astensione). Due dei quesiti erano quantomeno sibillini (la logica era: peggioriamo ancora questa legge già orrenda, così il Parlamento dovrà rifarla). Ha votato il 23 per cento.

    Si potrebbe sostenere che, viste le condizioni, la partecipazione all’ultimo referendum è stata… sorprendentemente alta!

    Sul mio comune, ricordi male. Zanonato era già in testa, di poco, al primo turno. E il risultato finale, per quel che ne so, è stato l’effetto di una grande mobilitazione (soprattutto del Pd e della lista civica “Padova per Zanonato”: la vigilia del voto io ho telefonato a 100 persone, e sono stato uno di quelli che, per motivi vari, ci ha dato dentro di meno…). Quindi il mio comune non può essere un esempio di quanto sostieni.

    Le ragioni di fondo della sconfitta di Marin sono svariate. Il candidato Marin era stato assessore nella giunta Destro, concordemente ricordata (anche a destra) come una delle peggiori della storia. Inoltre, vista la contesa interna alla destra, fu individuato solo all’ultimo momento: quando Marin scese in campo, Zanonato stava facendo campagna da un mese. Marin dovette improvvisarsi programma e immagine. Zanonato ha vinto nonostante un grande ritorno della destra (Marin, tra l’altro, al ballottaggio aveva anche l’appoggio dell’Udc).

    Tu confermi la tua convinzione: e, guarda, non ne dubitavo. Il guaio è che non mi sembri in grado di provarla. Addirittura mi citi ad esempio – sbagliando – il mio comune, dimostrando tutta la tua disinformazione (e pensare che con due minuti di ricerca in rete avresti potuto evitare almeno questo errore).

    g.

  41. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Sulla disinformazione, quello è il tuo punto di vista. Non credo di aver sbagliato dicendo che al ballottaggio sono andati quasi il 10% in meno dei votanti del primo turno. Questo è il punto da analizzare. Il resto sono precisazioni che tu giustamente fai conoscendo la realtà del tuo comune. Ma non influiscono sul fatto concreto che più di 3 milioni di votanti non sono andati al ballottaggio, e visto che grosso modo Zanonato ha mantenuto gli stessi voti del primo truno, la maggiore astensione ha penalizzato, come dicevo, il candidato del centro destra. Ritorna quindi quindi quanto scrivevo sul blog e che ho riportato sopra, e che riporto ancora nella sua parte finale:

    “Ha giocato l’astensionismo che, secondo me, trova la sua causa principale in detta campagna. Bisogna ora capire se esso sia frutto di un’azione di protesta contro il leader del centrodestra, oggetto di questa campagna scandalistica, o contro la politica tutta. Sono per questa seconda ipotesi.”

    Un altro argomento che rafforza la mia convinzione, e anche questo non ha a che fare con la disinformazione, è che la gente è andata al ballottaggio e non ha ritirato (cosa che era facile fare) le 3 schede dei referendum. Salvo l’eccezione del 1989, era la prima volta che si verificava un accorpamento tra referendum abrogativi ed elezioni. Ciò per risparmiare soldi ma anche per agevolare l’affluenza al referendum, dimostratasi scarsa nelle occasioni precedenti. E questa volta gli elettori hanno espressamente rifiutato le 3 schede.

    Devi ricordare che il referendum sulla fecondazione assistita del 12-13 giugno 2005 non era in combinazione con qualsivoglia elezione di altra natura e perciò poteva essere valutata come stanchezza nei confronti di questo istituto per il quale la gente non intendeva scomodarsi. A riguardo della confusione ci fu anche quella volta come puoi leggere qui, nel sito di chi faceva parte dei proponenti:

    http://www.lucacoscioni.it/referendum_fecondazione_assistita

    Sulle analisi del voto non si possono avere le prove che chiedi. Sono analisi legate a valutazioni e a intelligenze soggettive.

    Riguardo ai miei ipotezzati errori su Padova ti ho risposto con i dati che, mi pare, confermano quanto avevo già detto. La disinformazione la posso accettare solo sulla personale situazione di Marin che comunque non mette in discussione per niente la mia analisi sui risultati finali.

  42. Bartolomeo Di Monaco Says:

    @Giulio

    Ho scambiato Padova per New York:-)

    Devi leggere non 3 milioni ma 3 mila. Ma per essere esatti questi sono i dati:

    PD eccetera: 1 turno: 55.808 voti; 2 turno: 56.001 voti

    PDL eccetera: 1 turno: 54.836 voti; 2 turno: 51.660 voti

  43. Bartolomeo Di Monaco Says:

    @ancora a Giulio

    I voti dell’UDC al primo turno a Padova assommavano a 3.800.

    Ho l’impressione cha a Padova sia accaduto come a Lucca, nel comune di Capannori (di cui ho parlato da qualche parte), dove al ballottaggio la vittoria del PDL eccetera era sicura, avendo l’UDC dichiarato di votare per il candidato del PDL, e invece, per i trascorsi del candidato, gli elettori dell’UDC hanno disertato le urne.

    A Padova credo si sia ripetuta la stessa storia. I vertici locali dell’UDC hanno dato l’indicazione, ma i loro elettori, non gradendo il candidato per i suoi trascorsi, hanno preferito non andare a votare.

    Mi pare che tutto quadri e il referendum (appaiato questa volta ai ballottaggi) diventa la cartina di tornasole della nausea degli italiani per la politica ridotta a gossip.

    A questo proposito, su un altro post di vibrisse ho messo i link di ciò che Il Giornale oggi 25 giugno pubblica in risposta alla campagna di repubblica:

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=361366

    Leggi poi cosa scriveva Ezio Mauro (inaffidabile e opportunista, quindi) quando scoppiò su Clinton il sexgate:

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=361381

    Quando la finiremo?

  44. vibrisse Says:

    Bartolomeo, finalmente! Dopo tanto rimestare, scrivi: “Sulle analisi del voto non si possono avere le prove che chiedi”.

    Quindi ciò che tu sostieni è senza prove.

    (Ti faccio notare che io ti ho contestata una, e una sola, affermazione).

    Stop.

    gm

  45. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Giulio, non ricominciamo:-)
    Avevo già scritto che io non sono Mannheimer, il quale – pure lui, comunque – in questo cose prove non ne può avere, ma può solo esibire analisi, certo più puntuali e argomentate delle mie.

  46. vibrisse Says:

    Bart, la sequenza è:
    1. tu scrivi una frase che afferma un fatto: “Tutto questo concentramento sullo scandalismo ha portato al risultato dell’astensionismo di questi giorni”.
    2. Io ti faccio notare che quell’affermazione dovrebbe essere provata.
    3. Tu tiri in ballo una quantità di altri argomenti, nessuno dei quali prova la tua affermazione.
    4. Alla fine, dici che la tua affermazione non può essere provata.

    Si poteva perdere meno tempo. Basterebbe, quando si esprime una semplice ipotesi, chiarire che si tratta di una semplice ipotesi. Basterebbe, se si può provare qualcosa, provarlo; e se non si può provarlo, dirlo subito. Non ci vuole mica tanto.

    g.

  47. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Vedo, Giulio, che si ricomincia:-)
    Mi pare di rivivere la discussione che avemmo su quelle parole di Veronica Lario.

    Che sulle analisi del voto di ogni consultazione elettorale non si possano esibire prove è pacifico ed implicito. Io ti ho risposto portando gli argomenti della mia analisi, perché solo di analisi, e non di prove, si può parlare in questa materia. L’analisi è il massimo livello a cui si può pervenire. E sull’analisi è possibile il confronto.

    Per portarti le prove dovrei:
    – andare in giro per l’Italia
    – farmi accompagnare da un notaio con una buona scorta di libroni (un paio di TIR)
    – portarmi dietro anche un paio di testimoni oculari, in aggiunta
    – interrogare tutti gli elettori del primo turno
    – interrogare tutti gli elettori del secondo turno
    – domandare a quelli del primo turno se sono andati anche al secondo turno e se non sono andati, perché non sono andati
    – a tutti domandare se hanno votato per il referendum, e se non lo hanno fatto, perché non lo hanno fatto.

    Dimentico probabilmente qualcosa.
    Le prove che tu chiedi non potrebbero essere che queste. Nemmeno Manneimher ha mai pensato a una cosa del genere. Perché impossibile. Inoltre bisognerebbe fare i conti con gli interrogati, i quali si potrebbero divertire ad inventarti bugie.

    Le uniche prove non possono essere che di tipo analitico: è ciò che fa Mannheimer e fanno tutti quelli come lui.

    Ma davvero chiedi delle prove su questo argomento? Secondo me, tu ti vuoi divertire alle mie spalle, sapendo che prendo sul serio tutto ciò che dici:-)

  48. vibrisse Says:

    Bene, Bartolomeo. Ora dici: “Che sulle analisi del voto di ogni consultazione elettorale non si possano esibire prove è pacifico ed implicito”. Tuttavia l’altro ieri tu hai perentoriamente affermato: “Tutto questo concentramento sullo scandalismo ha portato al risultato dell’astensionismo di questi giorni”; e quando io ti ho chiesto di provare questa perentoria affermazione, prima di arrivare ad ammettere che non sei in grado di provarla, ci hai girato attorno scrivendo una quantità di righe in quattro diversi interventi.

    Peraltro, non è per niente vero che “sulle analisi del voto di ogni consultazione elettorale non si possano esibire prove”. Tant’è che esistono numerosi lavori scientifici. Si tratta di prove probabilistiche (quando si fa analisi dei flussi) o statistiche (se si fanno questionari e interviste): ma prove sono (e sono prove scientifiche, ossia prove delle quali sono noti i limiti di validità).

    Ripeto: basterebbe, quando si esprime una semplice ipotesi, chiarire che si tratta di una semplice ipotesi. Basterebbe, se si può provare qualcosa, provarlo; e se non si può provarlo, dirlo subito. Non ci vuole mica tanto.

    Non ho alcuna intenzione di divertirmi alle tue spalle. Queste discussioni non mi divertono.

    Trovo atroce, ad esempio, che tu scriva: “Ma davvero chiedi delle prove su questo argomento?”. Certo. A che cosa serve discutere, se non ci si domanda se quello che si dice è vero o no, se si può provare che sia vero, in quale misura sia vero, eccetera?

    gm

  49. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Mi pareva chiaro che le mie erano analisi personali. Te ne può dare prova quanto più sopra ho riportato dal mio blog:

    ““Ha giocato l’astensionismo che, secondo me, trova la sua causa principale in detta campagna. Bisogna ora capire se esso sia frutto di un’azione di protesta contro il leader del centrodestra, oggetto di questa campagna scandalistica, o contro la politica tutta. Sono per questa seconda ipotesi.”

    Se invece su vibrisse ho trascurato di mettere “secondo me”, sei troppo pignolo nel farmelo notare, perché la tua osservazione è più di forma che di sostanza.

    Comunque hai ragione nella forma. Ma devi tener conto che quando si scrivono i commenti, lo si fa sempre a caldo. Anche i sondaggisti in tv grosso modo, mi pare, analizzano a caldo allo stesso mio modo, ed è sempre implicito il concetto di ipotesi.
    Sono d’accordo, comunque, di finirla qui.

  50. andrea barbieri Says:

    Volevo rispondere a Bartolomeo su una cosa che aveva scritto, ma non la trovo più. Va bene misteri della rete o mio rincoglionimento. Non importa.

    Diciamo almeno questo, io difendo la libertà sessuale di B.. Se lui vuole circondarsi di ventenni vestite come Tinì Cansino ai tempi del Drive In, gode della mia approvazione, perché la sua libertà sessuale è la libertà sessuale di tutti.

    La questione invece è la candidatura di una escort in seguito alle sue prestazioni.

    Particolare che segna anche la differenza dall’empeachement di Bill Clinton, che NON aveva candidato Monica Samille Lewinsky a cariche pubbliche.

    Va anche ricordato che l’empeachement NON riguardava la questione sessuale, ma soltanto l’accertamento di questo fatto: se il presidente degli USA avesse o no mentito sulla questione Lewinsky.

    Ciò per rispondere al rozzo articolo linkato da Bartolomeo.

  51. andrea barbieri Says:

    Ecco mi è venuto in mente che quello che cercavo è in un altro colonnino.

  52. Cristina Says:

    Perfettamente d’accordo con Andrea. Mi sembra tra l’altro essenziale sottolineare come l’impeachement di Clinton fosse centrato unicamente sulle bugie che il presidente degli Stati Uniti d’America aveva detto riguardo a un rapporto orale con una stagista. Niente commercio di cariche politiche dunque: l’unica cosa in discussione era la bugia allo stato puro. Una questione di filosofia morale dunque, per la quale Clinton ha rischiato di andare a casa.

  53. vibrisse Says:

    Bart, scrivi: “Mi pareva chiaro che le mie erano analisi personali”. Intendi dire che quando fai delle “analisi personali” non t’importa se ciò che dici in pubblico è vero o no?

    Poi scrivi: “la tua osservazione è più di forma che di sostanza”. Ma certo. Stiamo discutendo. Tu affermi una cosa perentoriamente. Io capisco che tu credi che sia vera, e te ne chiedo le prove. Dopo quattro interventi, finalmente tu dici che non puoi provare l’affermazione (il che significa che nemmeno tu sai se è vera o no). Ti sembrano questioni di forma, queste? Ti pare che si possa discutere se uno si comporta così?

    Poi scrivi: “Comunque hai ragione nella forma”. Quindi ho ragione: perché continui a rimestare, se ho ragione?

    Poi scrivi: “Ma devi tener conto che quando si scrivono i commenti, lo si fa sempre a caldo”. E io ti dico: prima di scrivere, pensa. Se non sai conservare la tua freddezza, smetti di intervenire a caldo. Intervieni quando hai la mente lucida. Nessuno ti obbliga a “intervenire a caldo”.

    Poi scrivi: “Anche i sondaggisti in tv grosso modo, mi pare, analizzano a caldo allo stesso mio modo”. Non so cosa facciano i “sondaggisti in tv”. Suppongono però che siano dei professionisti. Suppongo che abbiano strumenti e conoscenze che tu non hai. E suppongo quindi che non analizzino “allo stesso tuo modo”, ma in maniera un pochettino più
    precisa e rigorosa. Quinti ti invito a non paragonarti a loro.

    Peraltro l’argomento del tipo: “così fan tutti” mi pare un pessimo argomento. Se tutti sbagliano, sono forse autorizzato a sbagliare?

    Infine scrivi: “è sempre implicito il concetto di ipotesi”. La tua invece era un’affermazione perentoria, nella quale il “concetto di ipotesi” era proprio escluso.

    gm

  54. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Giulio, mi pare che tu stia eccedendo e sfiorando l’insolenza. Ho cercato di assecondarti riconoscendo che nella forma hai ragione, ma nella sostanza hai torto marcio. Ma se vogliamo perdere altro tempo, allora bisogna che ti muova qualche critica, dicendo che sei tu un lettore disattento e superficiale, legato solo alla forma e poco alla sostanza (come ti ho già fatto notare altre volte). Sei quello che non vede la trave nel suo occhio, insomma. Mi tedia questa discussione, ma hai usato un tono che non mi piace, da professore in cattedra che non conosce bene però il suo mestiere. Avevo cercato di chiudere (anche perché da domattina sarò assente per una settimana), e invece tu alzi la cresta, senza alcuna umiltà di voler comprendere gli altri.

    Le cose sono andate così.

    – Ancor prima che tu fossi entrato nella discussione avevo scritto due giorni prima (il 22 giugno ore 23,57):

    “Chi sa che il forte astensionismo in questa tornata di ballottaggi non sia stata la conseguenza del voltastomaco provato dagli italiani di fronte a tanto imbarbarimento.”

    Questa non l’avevi letta? Eppure doveva servirti a capire il contenuto della frase successiva che tu critichi e definisci “perentoria”.

    – Solo dopo, infatti, viene la mia breve risposta ad andrea, che contiene secca secca la frase incriminata:

    “23 Giugno 2009 alle 10:06
    Andrea, tutto questo concentramento sullo scandalismo ha portato al risultato dell’astensionismo di questi giorni.
    Cerco di analizzarlo qui:
    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=5336

    Il link (devo farlo notare ad uno che tiene corsi di scrittura creativa?) fa parte della risposta, la integra, e tu non sei, ancora una volta, andato a leggere. Devo riscrivere, perciò, per i lettori, uno stralcio della parte iniziale del link:

    “Ha giocato l’astensionismo che, secondo me, trova la sua causa principale in detta campagna. Bisogna ora capire se esso sia frutto di un’azione di protesta contro il leader del centrodestra, oggetto di questa campagna scandalistica, o contro la politica tutta. Sono per questa seconda ipotesi.”

    Dunque, tu devi leggere la risposta ad Andrea, integrata dal contenuto del link. Non puoi estrarla in modo isolato.

    – Quando il 24 giugno ore 7,17 sei entrato a gamba tesa nella discussione, ti sei ben guardato dal leggere quanto gli altri ed io ci eravamo già detto nei commenti e soprattutto ciò che avevo scritto io (visto che ti sei rivolto a me) e senza filologicamente documentarti e riflettere (sei tu che non rifletti) mi hai rivolto l’accusa.

    Insomma, ti sei limitato a riportare la frase da me scritta a Barbieri senza completarla con la lettura del link, né con la lettura di quanto avevo scritto il 22 giugno, prima ossia del tuo intervento del 24 giugno.

    – Lo stesso 24 giugno, comunque, ti rispondevo alle ore 9,19 e subito in principio ti segnalavo il link per rispondere alle tue accuse:

    “Comunque su questa tornata elettorale scrivo nel mio blog, qui:
    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=5336

    Ma tu ancora non vai a leggere e insisti a dire: “Se non sai conservare la tua freddezza, smetti di intervenire a caldo. Intervieni quando hai la mente lucida. Nessuno ti obbliga a “intervenire a caldo” “.

    Sono intervenuto a caldo, e ho fatto solo il piccolissimo errore di non mettere, nella risposta a Barbieri, quel secondo me” o la parola “ipotesi” che era ricorsa sempre negli altri commenti e nel contenuto del link. Ma se io sono intervenuto a caldo, la temperatura dei tuoi commenti, per approssimazione e incongruenze, è pari a quella con cui si arrostiscono i dannati all’inferno.

    Ripeto: ho accettato la tua accusa solo nella forma che ho usato in questa occasione e mi sono giustificato dicendo che era implicita perché integrata dal contenuto del link. Sono stato volutamente sbrigativo, perché avrei potuto rinfacciarti a quel momento che leggevi i testi frettolosamente e con approssimazione.

    Penso che i lettori abbiano ben capito che l’insieme dei miei commenti portano ad interpretare che quanto affermavo era in via di ipotesi.

    Ti ho già scritto che è lo stesso caso già accaduto tra noi sull’interpretazione della frase di Veronica Lario: “frequenta le minorenni”, che tu richiamavi solo nella forma ma non nella sostanza e tutto il mondo (non solo l’Italia), ha dato a quella frase un significato chiaramente sessuale, come l’avevo dato io.

    Ma siccome vuoi insistere, ora affronto anche la tua precedente risposta, che avevo sorvolato al solo scopo di chiudere.

    – Riguarda la parola “prova”.

    Scrive il dizionario del Battaglia, analizzando il secondo dei 22 significati della parola: “Esperienza pratica, conoscenza diretta di un problema, di un aspetto della realtà, di un’attività, di una situazione, di una nozione, di un sentimento – Anche: la conoscenza acquisita tramite l’esperienza.”

    Analizzando il suo sesto significato, scrive: “Testimonianza o argomentazione fondata su un ragionamento (e, spesso, corredata o costituita da doccumentazioni scritte) e diretta a spiegare o a dimostrare la verità o la validità di una proposizione, di un principio, di un concetto, di un’affermazione, di una teoria, a sostenere una tesi con argomenti logici e razionali, ad attestare la veridicità di un fatto. – In partic.: ciascuno degli specifici tipi di processo mentale che portano a tale risultato (anche nelle espressioni Prova logica, a priori o deduttiva o prova empirica o a posteriori).

    Mi pare che nelle due spiegazioni ci stanno tanto i due TIR di verbali redatti da un notaio, quanto la mia “argomentazione fondata su un ragionamento”

    Quando usi il termine “prove” senza alcuna aggettivazione devi dunque stare attento, perché le prove sono quelle che definisce il Battaglia e che ho riportato sopra. E a quel “prove” io ho risposto correttamente.

    Se poi tardivamente parli di “prove probabilistiche (quando si fa analisi dei flussi) o statistiche (se si fanno questionari e interviste): ma prove sono (e sono prove scientifiche, ossia prove delle quali sono noti i limiti di validità)”, tu entri in un altro campo: quello che attiene appunto alla statistica e alla probabilità, in cui le prove hanno altro segno da quelle che definisce il Battaglia. Esse non dànno mai la certezza, ma una indicazione (che non sempre è corretta, fra l’altro) in base ad assunti che, se non rilevati omogeneamente dai singoli Istituti, portano a risultati diversi.
    In politica l’esempio è dato dalle previsioni sui risultati elettorali, che portano a esiti spesso divergenti tra rilevatore e rilevatore, nonostante – come dici tu – abbiano usato metodi scientifici.

    Dunque, quando tu mi chiedi delle prove, io ti ho riferito quelle che definisce il Battaglia, che comprende anche la mia personale analisi del voto (“argomentazione fondata su un ragionamento”) , anche se non ho l’autorità di Mannheimer. Ossia la mia “argomentazione fondata su un ragionamento” è – se si può dire – più prova di quelle prove probabilistiche e statistiche da te richiamate.

    La mia è una prova “per argomentazione fondata su un ragionamento”, e può benissimo non essere assistita da documenti. Infatti il Battaglia fra parentesi scrive: “(e, spesso, corredata o costituita da documentazioni scritte). Spesso, però. Non sempre e necessariamente.
    Se scriverai stasera ti risponderò. Altrimenti ci risentiremo al mio ritorno dalle vacanze. Ti risponderò probabilmente nella mattinata del 5 luglio. A meno che tu non venga a trovarni in Alta Badia, a La Villa, dove sarò alloggiato nel Residence Sottsass, ma sarò rintracciabile solo la sera, facendo durante il giorno delle escursioni con i miei due fratelli, mia moglie e mia cognata.
    Spero che il tempo sia bello, giacché le previsioni non sono rosee.

  55. vibrisse Says:

    Sfioro l’insolenza, Bartolomeo? Davvero? E non è insolente, scusa, che a una richiesta di provare un’affermazione perentoria tu risponda tre volte divagando, e solo al quarto intervento ammetta che sì, in effetti, non sei in grado di provare quanto hai perentoriamente affermato?

    Ho discusso con te qui. Non ho letto i tuoi interventi altrove. Se ti faccio una domanda qui, mi aspetto una risposta qui. Mi pare una cosa normale. Se tu intervieni discutendo qui, mi aspetto che tu dica qui quello che hai da dire.

    Oltretutto, aspettavo da te una risposta di poche parole (qualcosa tipo: “Non sono in grado di provare quell’affermazione perentoria”). Mi è toccato leggere qui risposte lunghissime, e che non rispondevano. E dovevo andare a leggermi degli altri pezzi lunghissimi?

    Un po’ di igiene, per favore.

    gm

  56. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Sto partendo, ho fatto in tempo a leggerti.

    1 – E’ inutile che io mi metta a spiegare per filo e per segno – come ho fatto da ultimo – irritato dal tuo tono saccente – se tu dai mostra, con questa risposta, di non aver capito niente, ahimé, di ciò che ho scritto, e mi dici che non rispondo. Tu non sei andato a leggermi nemmeno qui! Questa è la verità che cerchi di nascondere malamente e che ti rende contraddittorio (e nemmeno te ne accorgi)
    Per esempio l’intervento del 22 giugno. Ma lo hai letto? Ho scritto tanto per nulla!
    Spero che leggano i lettori e si facciano una loro un’idea. A me è più che sufficiente ciò che pensano di questa diatriba. Mi rimetto a loro.

    Tu sei bravo a scrivere racconti, ma una cosa è scrivere e una cosa è leggere. Quando leggi tu non riesci a vedere la polpa che ingrassa la parola, ossia la sua succulenza, la sua bellezza, la sua poliedricità, il suo plasmarsi ad un contesto. Ti ho mostrato che la parola “prova” viene dal Battaglia esaminata in ben 22 significati. E neanche davanti al Battaglia hai fatto un passo avanti. Tu: silenzio assoluto sui 2 significati che ci riguardano.
    Nelle tue mani di lettore, la parola si affloscia come un fiore che non abbia acqua a sostenerlo. Ossia quando scrivi tu, la parola (a questo punto devo dire: a tua insaputa) ha la freschezza dell’incontaminazione, dei fermenti che l’hanno agitata dentro di te. Quando leggi, non sai vedere la stessa cosa nelle parole degli altri. Le fai inaridire, offendendole.

    2 – Quando uno mette un link, per non tediare con un’aggiunta ulteriore, la buona educazione e il desiderio di capire dovrebbero spingere a tenerne conto, leggendolo. Qualcuno, mi pare Cristina e catalin, quando ho integrato con il link, sono correttamente andati a leggerlo, evitando che mi ripetessi lungamente qui. Perché si mettono i link, allora, se non si vanno a leggere? Li metti anche tu, ed io li vado a leggere. E’ una cosa che dovrebbe essere normale: una regola tra persone che discutono. E invece a te i link degli altri non interessano. Solo i tuoi. Bel modo di ragionare!

    – Riguardo all’igiene. Tu hai fatto troppa pulizia: hai esagerato, perché hai sacrificato la bellezza della parola.
    Ci risentiamo (spero di no: la ulteriore discussione è inutile, mi pare) il 5 luglio.

  57. vibrisse Says:

    Bart, io ho letto i tuoi interventi. Ho fatto un’osservazione sul più breve dei tuoi interventi (e solo su quello). Dopo averci girato intorno un po’, mi hai dato ragione.

    Poi hai ricominciato a rimestare. Ma a che serve? Prima ammetti che non puoi provare la tua perentoria affermazione, poi sfoderi il Battaglia per dire che non l’hai provata ma l’hai provata… Ripeto: ma a che serve?

    No, non mi sento tenuto a seguire tutti i link nei quali mi imbatto. Se metto un link in un aritcolo, è per un complemento d’informazione. Il mio ragionamento deve essere completo e comprensibile anche per chi non segue il link.

    g.

  58. Alcor Says:

    A me pare che a Di Monaco piaccia la parte politica di Berlusconi, sia pure con qualche imbarazzo per la persona, e che cerchi di allontanare questo imbarazzo cercando di stendere un velo sulla persona.
    Ho detto “a me pare”, almeno a giudicare dalla severità con cui valuta (ho letto qc sul suo blog) i leader della parte avversa, ai quali riserva ben altre reprimende che all’attuale presidente del consiglio.
    Ma, gentile Di Monaco, è lo stesso Berlusconi che indirizzando fin dall’inizio il riflettore sul proprio privato ci ha costretto a parlarne sempre, e tanto più ora.
    (Ricordo tra l’altro uno scambio di battute tra noi su veronica Lario, beh, mi sembra che alla luce di quanto è successo poi, la signora avesse buone ragioni per chiedere il divorzio)
    E’ lo stesso Berlusconi che ci ha portato a questo, perché non ha saputo né voluto distinguere tra privato e istituzione, e si è sempre presentato raccontandoci la favola bella del pater familias virtuoso.
    Quando il pater familias virtuoso non è virtuoso si mette nelle mani di possibili ricattatori.
    Un uomo politico ricattabile per cose private è pericoloso in quelle pubbliche.
    Al di là della sua parte politica.
    Ci si vergogna di lui (non tutti, anche questo è vero), di avere un presidente del consiglio di questa natura e statura, e si teme che i suoi comportamenti siano di danno all’intero paese, al di là della valutazione del suo operato politico.
    Non è colpa dei giornali se il presidente del consiglio si circonda di escort e di trafficanti.
    Non è scandaloso che i giornali ne parlino, lo scandalo sta nella realtà.
    E grave che televisioni e giornali siano di proprietà dei suoi figli e parenti ( Libero in primis) ma persino questo è oscurato dalla melma pubblica nella quale ci costringe a vivere la sua incontinenza privata, sulla quale, se fosse il mio idraulico, non mi sentirei di aprir bocca.
    La SUA incontrollabile incontinenza, non quella di Repubblica o del Corriere.

  59. catalin Says:

    l’ elettore tipo di berlusconi è l’ “uomo con la casa in abruzzo” di guzzanti.

  60. Sergio Says:

    Con il massimo rispetto (non vorrei trovarmi a rispondere a dozzine di messaggi dopo questa blanda e inutile e pressocché anonima puntatina), mi pare che nella discussione sovrastante il brodo si sia allungato a dismisura, a torto o a ragione (la prima che hai detto!). L’articolo di Stefano Di Michele mi pare abbastanza trasparente ed efficace, e questo si, perentorio. Ma chi conosce le regole della comunicazione sa bene dove e come premere i tasti giusti, anche quando si tratta di tirare fuori dal cilindro discorsi paralleli, fuorvianti, estenuanti. Per fortuna però la libera espressione del proprio pensiero (che dio la benedica) permette a noi figli dell’occidente ipertrofico e democratico anche questo, persino nei casi in cui basterebbero due/tre righe compiute ad esprimere un’idea, un concetto, una sega mentale. Qui ci troviamo di fronte a dei fatti, fatti oggettivamente riscontrabili in quanto composti in primis da atteggiamenti, modi di essere e di fare ben visibili e anzi ostentati: l’articolo insomma non fa una grinza a mio modesto parere, e muove anzi una critica leale all’ “immagine”. Dunque su cosa accapigliarsi? Sono daccordo/non sono d’accordo. Bell’articolo. Brutto articolo. Non voto. Voto. Bravo bravissimo. Poveraccio.
    Cordialità.

  61. andrea barbieri Says:

    “Il mio ragionamento deve essere completo e comprensibile anche per chi non segue il link.” (Mozzi)

    Infatti piazzare un link senza prima svolgere un ragionamento si chiama ‘spam’.

  62. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Sono rientrato da poco e ho ancora negli occhi le meraviglie delle Dolomiti.

    @ Alcor

    Ti ricordi quando Montanelli disse che bisognava turarsi il naso e votare DC? Vale oggi più di ieri. La vita privata di Berlusconi non mi piace, ma noi oggi abbiamo bisogno di uomini del fare, e non ci sono scelte valide alternative a Berlusconi, men che meno nella sinistra, già negativamente sperimentate. Ne ho già parlato.

    @ andrea

    Aveva ragione il brillante e acuto Lucio Angelini quando ti trattava da bambino. Io ti difesi, sbagliando. Hai fatto qui due interventi che gli danno ragione:

    – il primo è l’ offesa gratuita che ti sei permesso di indirizzarmi sul post “Niente eroine, per favore”, il 24 giugno ore 16,23;

    – il secondo è quest’ultima tua malignità circa lo spam. Il mio testo che giudichi spam è il seguente:

    “Andrea, tutto questo concentramento sullo scandalismo ha portato al risultato dell’astensionismo di questi giorni.
    Cerco di analizzarlo qui:
    http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=5336“,

    Dovrebbe essere chiaro a te e a Giulio che il link è parte integrante del testo perché fa riferimento ad una analisi che lì è contenuta.

    @ Giulio
    Alt! Ho scritto che ti do ragione sulla forma ma non sulla sostanza (sulla quale hai torto marcio, come ho già scritto). Solo sulla forma: perché non immaginavo di trovare lettori come te, distratti, che dicono di aver letto tutti i miei interventi e dimostrano di non averli capiti.

    Ho citato il Battaglia (per la precisione bisognerebbe dire il Battaglia /Squarotti, visto che Salvatore Battaglia – mortis causa – ha completato solo 8 dei 22 volumi del famoso dizionario) giacché le prove che volevi tu erano materiali (quelle del notaio e dei TIR che, poveretto, si sarebbe dovuto trascinare dietro, carichi dei suoi verbali, al solo scopo di accontentare uno come te. Lo ripeto: queste prove sono impossibili!
    Il Battaglia/Squarotti parla di prove basate sul ragionamento, e il mio ragionamento è una prova.

    Dovrai essere onesto con me e quando leggerai delle valutazione sul risultato elettorale che richiameranno le mie, dovrai farti vivo e scusarti: ciò che non hai fatto per quanto riguarda il significato della frase “frequenta le minorenni” di Veronica Lario, che hai trascinato a lungo – come stai facendo ora – nella discussione con me.

    Infine: siccome dici di avere letto tutti i miei commenti, ti rimprovero di non essere riuscito a trarne il giusto significato e ti ricordo che perfino il codice civile recita all’art. 1362:
    “Capo IV
    Dell’interpretazione del contratto

    1362. Intenzione dei contraenti. — Nell’interpretare il contratto si deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti e non limitarsi al senso letterale delle parole.
    Per determinare la comune intenzione delle parti, si deve valutare il loro comportamento complessivo anche posteriore alla conclusione del contratto [1326] (1).
    Note

    (1) Nell’interpretazione del contratto il giudice deve valutare la volontà comune delle parti: l’interprete non deve limitarsi al senso letterale che emerge dalle parole adoperate, ma deve valutare anche il comportamento complessivo delle parti, (riferito sia alla fase anteriore alla stipulazione, sia a quella della conclusione, sia alla fase posteriore del contratto). Tale comportamento può essere costituito sia da atti materiali, sia da atti giuridici. ”

    Non ti basta?
    Non vale nulla per te quanto ho scritto (prima del tuo intervento del 24 giugno) il 22 giugno e quanto è contenuto nel link del 24 giugno, indirizzato ad andrea, che precede la tua poco ponderata critica?

    Ma che esegeta sei, Giulio?
    Finiamola qui, perché ci stai facendo una magra figura.

    @ Sergio

    Ti ringrazio del rispetto. Ma come si fa ad accettare una interpretazione così cavillosa quale quella fornita qui da Giulio?

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