Cambiamento

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Barcellona, luglio 2005.

Barcellona, luglio 2005.

[Leggi, sullo stesso argomento, il comunicato di Sironi Editore].

di giuliomozzi

Il 31 maggio 2009 terminerà – non per mia scelta – il mio rapporto di collaborazione con Sironi editore, iniziato nel 2001.

In questi otto anni mi è stata data la possibilità di pubblicare alcuni libri che mi sembravano, e mi sembrano, importanti. Ringrazio chi mi ha data questa possibilità. In questi otto anni ho imparate molte cose. Ringrazio chi mi ha data questa opportunità.

Il percorso non è stato privo di errori. A me interessano i miei. Questo evento mi dà l’occasione di riflettere sul mio percorso professionale: dal suo inizio – che io identifico nella telefonata con la quale Massimo Canalini, nel maggio del 1995, mi propose di curare con Silvia Ballestra il volume Coda. Undici “under 25” nati dopo il 1970 (uscito nel 1997 per Transeuropa) – a oggi.

In questi otto anni, va detto, mi sono anche molto divertito.

E’ stato un onore per me, prima che un piacere, lavorare con persone appassionate. Per la passione e l’affetto ringrazio in particolare Massimiliano Bianchini, Paola Borgonovo, Enrica Brambilla, Ilaria Caretta, Pietro Coerezza, Fausto Lanzoni, Giuseppe Vottari, Monica Winters.

Terrazza Sironi, maggio 2005. Fotoricordo in occasione della publicazione di Perceber, romanzo di Leonardo Colombati. Da sinistra a destra: Paola Borgonovo, Pietro Coerezza, Ilaria Caretta, Massimiliano Bianchini, Monica Winters.

Terrazza Sironi, maggio 2005. Fotoricordo in occasione della publicazione di Perceber, romanzo di Leonardo Colombati. Da sinistra a destra: Paola Borgonovo, Pietro Coerezza, Ilaria Caretta, Massimiliano Bianchini, Monica Winters.

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30 Risposte to “Cambiamento”

  1. flavio marcolini Says:

    Un pezzo (e che pezzo…) di editoria intelligente che se ne va – temo. Che farà Sironi con i libri che Giulio Mozzi ha amato e ci ha insegnato ad amare? E – soprattutto – quale sorpresa ci riserverà ora la funambolica creatività di Giulio Mozzi, al quale in questo momento guardiamo in molti con riconoscenza, affetto e – soprattutto – attenzione (weilianamente intesa)?

  2. Felice Muolo Says:

    “Non per mia scelta.”

    Ci saranno pure delle ragioni. Possiamo conoscerne qualcuna? Così, per sapere cosa bolle dietro le quinte. Spettatori sempre ignari del mondo letterario come siamo.

  3. Luisa Roberto Says:

    Inutile commentare situzioni che non si conoscono. Non resta che augurarti un nuovo percorso felice.

  4. annalisa Says:

    Anch’io sarei interessata a conoscere le ragioni. Grazie

  5. Toni La Malfa Says:

    Inconcepibile.
    Buen camino, Giulio

  6. andrea branco Says:

    E ora. Faber&Faber?
    (-:
    In bocca al lupo!

  7. federica sgaggio Says:

    Ah.
    Quante cose mi verrebbero da dire.

  8. Felice Muolo Says:

    “Non per mia scelta”

    Mica si saranno ingelositi perchè sei ‘passato’ a Einaudi?

  9. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Peggio per Sironi, che perde una persona di talento, infaticabile e appassionata.
    Non credo che qualcuno del ramo si lasci scappare l’occasione di poterlo avere nella sua squadra.
    In bocca a lupo, Giulio, con affetto grandissimo.

  10. Giovanni Realdi Says:

    Gentile Giulio, mi dispiace.
    Solo per aver avuto il coraggio di darti ascolto e pubblicare Luisito Bianchi, Sironi dovrebbe ripensare a questo cambiamento, di cui per altro non conosco le ragioni.
    Giovanni

  11. elena g. Says:

    non conosco i tuoi programmi, ma ti auguro un futuro affrontato con appassionato modo.
    ciao

  12. vibrisse Says:

    Non posso condividere una battuta come “Peggio per Sironi”. Non mi va che si auguri il peggio a un gruppo di persone con le quali ho lavorato a lungo condividendo la passione, e per le quali ho solo affetto.

    Luisito Bianchi fu portato in Sironi da Paola Borgonovo. E a lei lo fece leggere, se non ricordo male, una zia. A queste donne, alla catena di passaparola che portò don Luisito fino in Sironi, va il merito.

    Ovviamente non sta a me, in questa evenienza, parlare a nome dell’editore. Che dirà, se vorrà, le sue “ragioni”.

    Grazie per gli auguri.

    giulio mozzi

  13. cletus Says:

    Giulio, quando succedono queste cose, facci caso, tutti diventano più buoni, si stringono attorno, manifestano in qualche modo la loro solidarietà.

    Credo che il primo ad esser convinto di aver fatto un gran bel lavoro sei tu stesso. Impossibile pensare che tali capacità svaniscano, sottobraccio ad un contratto.

    Guarda con fiducia avanti, hai il pregio di agguantare le viscere della letteratura e saperle rigirare come un sapiente macellaio.

    Continua a coltivare, e a condividere, il gusto per le cose belle.
    Un abbraccio
    cletus

  14. Bartolomeo Di Monaco Says:

    E’ un’espressione, Giulio, che si usa (“Peggio per lui”) la quale non ha in realtà un contenuto malaugurante. In sostanza significa che l’editore (non certo il gruppo di persone a cui ti riferisci) si è privato di un collaboratore valido, che avrebbe fatto meglio a tenersi in azienda. Insomma, sta perdendo qualcosa che era strettamente legata alla sua immagine. Per molti Sironi (che pure pubblica varie collane) ha sempre significato soprattutto Giulio Mozzi. Ti ricordi (passo al ciclismo) la Bianchi? La Bianchi significava Coppi.

    Anch’io sarei curioso di conoscere le motivazioni di questo “divorzio”, e spero che Sironi (che non è tenuto, ovviamente) sia così generoso nei nostri confronti, noi che ti abbiamo seguito con simpatia, per non dire addirittura con amore. Se non ricordo male, in una tua stanzetta nella sede di Sironi, hai trascorso molte nottate a leggere manoscritti. Solo questo è indice di passione e serietà, doti non comuni. Poi hai scoperto, insieme con la tua squadra, e fatto pubblicare alcuni autori che hanno avuto successo.

    Certo, non tutte le scelte, pur valide, riescono ad avere il riscontro del mercato. Accade a tutti gli editori, credo, anche a Mondadori e a Einaudi.

    Insomma, non riesco a capire come un imprenditore “si liberi” di una persona valida come te, a meno che non intenda mutare il suo progetto editoriale e impegnarsi, ad esempio, in pubblicazioni più commerciali. Ne ha diritto, ovviamente, perché fare soldi è la filosofia di un imprenditore.
    Lo è meno, secondo me, per un imprenditore-editore.

    Per quello che vale il mio rapporto con te in tutti questi anni (sono già un bel grappolo), fossi stato un editore, non mi sarebbe mai passato per la testa di lasciarti andare.

    Se Sironi oggi è un editore piccolo sì, ma conosciuto lo deve, certo anche alla tua squadra, ma soprattutto a te. Questa notorietà acquisita senza spendere un soldo in pubblicità viene con il tuo allontanamento malamente ripagata.

    Vorrei precisare che non sto scrivendo un panegirico nei tuoi riguardi, ma dico, come sempre, ciò che penso.

  15. vibrisse Says:

    Bartolomeo, ti prego di non aggiungere pezze peggiori degli strappi (“un tacòn pezo del sbrégo”, si dice dalle mie parti). Il “peggio per Sironi” è comunque un’espressione dalla quale tengo a prendere le distanze, per rispetto e affetto verso le persone con le quali ho lavorato otto anni. Così come tengo a prendere le distanze da un’immagine da Libro Cuore come quella della “stanzetta” dove avrei “trascorso molte nottate a leggere manoscritti”: semplicemente in Sironi c’è, per le emergenze, un divano-letto; e mi è capitato di dormirci. Devo chiarire che non è mai esistita una “mia squadra” in Sironi: le persone che lavorano ai libri Sironi sono dipendenti dell’editore, scelti dall’editore. Sicuramente “fare soldi è la filosofia di un imprenditore”, ma credo che questo valga anche per l’imprenditore-editore. Se si guarda a romanzi pubblicati da Sironi come quelli di Massimo Cassani, Fabio Bussotti, Luca Masali, Tullio Avoledo, Federica Sgaggio eccetera, o a operazioni come quella attorno a “Lo Zar non è morto”, si vedrà che in Sironi (e in me) un’attenzione alla letteratura “commerciale” (nel senso di: dotata potenzialmente di vasto pubblico) c’è sempre stata. Peraltro, il long-seller di Sironi è “La messa dell’uomo disarmato” di Luisito Bianchi, che a 6 anni dalla pubblicazione continua a vendere 100 copie al mese; e il recente “Davide” di Carlo Coccioli sta vendendo discretamente. Credo infine, Bartolomeo, diversamente da te, che l’editore sia “tenuto” a comunicare qualcosa, non per sua “generosità” ma per un dovere morale nei confronti dei lettori.

    giulio mozzi

  16. Bartolomeo Di Monaco Says:

    Non vorrei inziare un’altra discussione lunga con te:-)
    Spero che Sironi ci faccia sapere qualcosa (magari pubblicala su vibrisse)

  17. vbinaghi Says:

    Io ho pubblicato con Sironi un romanzo e confermo che, a partire dal piacere e dall’intelligenza delle cose che ho ricavato lavorando con Giulio Mozzi, l’ambiente della casa editrice è stato per me ospitale e ricco di stimoli. Ci sono strade che divergono, e non per questo c’è torto e ragione.
    Certo, personalmente ci penserei cento volte prima di dare l’addio, da editore, a uno che ha scoperto autori come Avoledo e re-imposto all’attenzione del pubblico italiano un genio dimenticato come Coccioli.
    Giulio, però, farà benissimo altrove, perchè l’intelligenza è nelle persone, prima che nei posti e nelle occasioni.

  18. Fabio Fracas Says:

    Un semplice “in bocca al lupo” per il tuo futuro e per quello che deciderai di farne. Un caro saluto,

  19. vibrisse Says:

    “Ci sono strade che divergono”, scrive Valter Binaghi, “e non per questo c’è torto e ragione”.

    Sono d’accordo.

    gm

  20. federica sgaggio Says:

    Penso anch’io che avrebbe senso che la casa editrice, per linearità davanti ai suoi lettori (e ai suoi possibili autori futuri?), argomentasse le ragioni di un cambiamento come questo.
    Intendiamoci: va benissimo anche se non lo fa; non muore nessuno.
    Però, sono molte le cose che, fatte oppure omesse, non uccidono nessuno; eppure quelle azioni e quelle omissioni possono dare, insieme, la cifra di una statura. Opinabile, per carità; ma la danno.

    Sono certa anch’io, comunque, che le strade possono divergere e basta, e che non ci sono per forza torti o ragioni.
    Ma sono anche sicura che, in generale, il cuore è estremamente poco disponibile ad accettare senza struggimenti i dati di fatto riconosciuti senza troppa fatica da una mente che sa leggere la realtà.

    La malinconia, insomma, fa parte di ogni saluto; e qui, in effetti, non vedo la malinconia di Giulio – che d’altra parte immagino (e so) impegnato in mille e mille cose, e tra l’altro del tutto poco incline a giocare il personaggio del «non autosufficiente/richiedente aiuto» – ma la nostra.

  21. Achille Maccapani Says:

    A me spiace sinceramente. Perchè attraverso Sironi ho scoperto Avoledo, ma anche Colombati. E ho assistito al decollo di Magliani, partito originariamente da un piccolo editore della mia città. Non posso che augurarti un sincero “in bocca al lupo”, nella convinzione che – a mio parere – ci sia già qualcosa in pentola nel tuo futuro di consulente editoriale.

  22. fabio bussotti Says:

    Io sono molto dispiaciuto e sinceramente non capisco. Ma non voglio essere triste perché Giulio ha lasciato un segno importante, ha contribuito a scoprire aurtori, idee, storie e persone. Questo patrimonio non andrà perduto, anzi. Chissà che accadrà adesso? Voglio proprio vedere…
    Voglio bene a Giulio e anche ai ragazzi di Sironi. Non capisco, ma mi adeguo. Provo anche ad essere ottimista (non come Berlusconi perché è impossibile, ma ci provo). E vi abbraccio, perché sono un sentimentale di mer…
    Baci. Fabio.

  23. Felice Muolo Says:

    Giulio non è il primo collaboratore che, dopo aver lavorato indefessamente e con grandi risultati per un’azienda, viene messo alla porta per un motivo o per un altro. Accade di frequente, è successo anche a me, ed è una faccenda maledettamente dolorosa. Importante è tirare avanti, non quardarsi indietro più di tanto. Il nostro ha mezzi e qualità da vendere per riprendere il cammino. I miei auguri più sinceri.

  24. Lucio Angelini Says:

    Consolati nuotando in stile libero…

  25. Luca Tassinari Says:

    In bocca al lupo per le tue prossime avventure libresche, Giulio. Sono sicuro che continuerai a fare l’ottimo lavoro di sempre anche con altri committenti.

  26. mimmo Says:

    Nella vita si va solo avanti, buon proseguimento.

  27. davide musso Says:

    mi spiace, giulio. davvero tanto.
    davide

  28. Giovanni Says:

    Caro Giulio,
    ho seguito la tua avventura in Sironi praticamente dalla nascita della casa editrice, avendone presentato i primi 4 titoli nel maggio del 2002 a Bozen. L’ho seguita prima da lettore e poi da autore. Vorrei esprimerti la mia gratitudine, da lettore, per i tanti libri belli e importanti che hai fatto arrivare nelle librerie e nelle nostre biblioteche, da scrittore, per avermi dato la possibilità di esordire. Altrettanta gratitudine va, naturalmente, allo staff di Sironi.
    Sono certo che il tuo lavoro, che ha già dato ottimi frutti, prima con Sironi poi con gli altri editori con cui tanti scrittori da te scoperti stanno continuando a pubblicare, continuerà a darne.
    In bocca al lupo per la tua consulenza con Stile Libero di Einaudi e per tutto quello che sono certo farai con altri editori, come sempre con gusto, passione, onestà e competenza.

  29. silvana Says:

    che bella immagine che hai scelto, giulio, per questo post. ogni cambiamento è una nuova possibilità. in bocca al lupo per il tuo futuro, per le tue prossime pagine.
    e, da lettrice, grazie.

  30. vibrisse Says:

    Grazie a te, Silvana lettrice. E a tutte le lettrici, a tutti i lettori, e a tutti gli e le beneauguranti. gm

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