di giuliomozzi
Non ne ho le prove, ma immagino che al nostro governo non importi nulla della vita di Eluana Englaro. Il decreto tentato venerdì poteva essere tentato anche la settimana scorsa, o in un qualunque momento successivo all’ultima sentenza che ha dichiarato non contrario alla legge quanto ciò Beppino Englaro dichiarava di voler fare. Idem per la legge. Si potrebbe azzardare, addirittura, che il governo abbia deciso di agire in questo momento perché solo agendo in questo momento avrebbe avuta la certezza di fallire.
Un’Eluana viva, infatti, è di scarso valore. Non è – per dire – come un’operatrice umanitaria salvata dalle mani dei rapitori. Non può scendere dalla scaletta di un aeroplano e abbracciare il padre e il presidente del consiglio dei ministri. Non può fare, raggiante di felicità, una conferenza stampa. Non può apparire in televisione tra un padre anch’egli raggiante di felicità e un presidente del consiglio dei ministri fiero del suo operato. Ahimè: no. Un’Eluana viva non può che starsene lì, nel suo letto. E c’è sempre il problema di questo padre, che anche lui sta sempre lì, come una spina nel fianco.
Un’Eluana morta, invece, può avere grande valore. Si può dire: abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare. Si può dire: vedete quanto sono cattivi i nostri avversari, che contro la legge e contro tutti hanno ammazzato questa ragazza? Si può dire: il padre è un assassino. Si può dire: d’ora in poi non succederà mai più. Certo: per poter dire questo, è necessario dare l’impressione che sia vero. E’ vero che questo governo ha fatto tutto quello che poteva fare per impedire la morte di Eluana? No: il decreto e/o la legge potevano essere tentati ancora settimane fa (o almeno il giorno prima, tanto da non dover far passare sabato e domenica prima di convocare il Parlamento…). Ma è questo il punto: proprio l’agire all’ultimo momento, proprio la drammatizzazione estrema che si produce agendo all’ultimo momento (fatevi il film, immaginate un montaggio alternato: mentre Eluana lentamente muore, a Roma tutti si battono alacremente per tentar di impedirne la morte; le immagini della stanza di Eluana, immersa nella penombra – una discreta musica d’organo in sottofondo, lei immobile nel letto -, si alternano a quelle del concitato e rumoroso agire di governanti, parlamentari e prelati…) può dare l’impressione che davvero il governo abbia fatto tutto quello che poteva fare. Ed è importante definire bene quali sono i cattivi (il padre assassino, il presidente della Repubblica che ha una “cultura della morte”, la Costituzione scritta dai comunisti…) e quali sono i buoni (il governo, la chiesa cattolica…).
E un’Eluana morta renderà molto di più di un’Eluana viva. Avrà un funerale, ad esempio. Immagino che Beppino Englaro tenterà di fare un funerale in forma privata. Ma i funerali, si sa, sono molto televisivi. Immaginate uno stuolo di autorità, di prelati, di persone comuni, che si presenti al funerale di Eluana. Immaginate – osate questa immaginazione! – un presidente del consiglio dei ministri che concede a Eluana i funerali di Stato. Immaginate una folla enorme. Immaginate un grido che percorre la folla: Mai più! Mai più! Immaginate un uomo che per farsi vedere e sentire si arrampica sul predellino di un’automobile, e grida: Se volete che non accada più, datemi il potere! Datemi tutto il potere!
Un’Eluana morta, dunque, sarà utile strumento per tentare un cambiamento della Costituzione in senso autoritario: perché al presidente del consiglio dei ministri interessa conquistare il potere di governare per decreti legge, con un Parlamento bue che li approva senza nemmeno discuterli. Tutto qui.
Bene ha detto, in questi giorni, il presidente del consiglio dei ministri: “Non voglio la responsabilità di questa morte”; che è cosa diversa dal dire: “Non voglio questa morte”. Io non ho prove, ma immagino che questa morte egli la voglia: purché la responsabilità sia di un altro. E Beppino Englaro che – mi pare – non ha mai cercato di togliersi di dosso responsabilità, è perfetto per essere questo altro.
[Questo articolo è stato ripreso in Il primo amore, qui; nel forum Come Don Chisciotte, qui; in Nutopia, qui; in Hellzabloggin, qui; in iMod, qui; in Dalla parte di Asso, qui; in Me and Constance, qui; in Indymedia Lombardia, qui (senza indicazione della fonte); in NoirPink, in qui; in Gravità zero, qui; in Lola corre, qui; in Ulivo Velletri, qui; in Steff, qui; in Disordinati pensieri, qui; in Curiosità, qui; in ilPrins, qui; in Scritti Inediti, qui; e forse anche altrove] [Una versione leggermente diversa di questo articolo è apparsa nei quotidiani Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova Venezia, mercoledì 11 febbraio 2009, qui] [Un ragionamento in parte simile al mio, ma pubblicato un giorno prima, in Falso idillio].
Tag: Eluana Englaro
8 febbraio 2009 alle 19:04
Ho pensato più o meno lo stesso.
8 febbraio 2009 alle 19:37
è tutto drammaticamente e dannatamente realistico. O reale?…
8 febbraio 2009 alle 19:54
Sì, è possibile che abbiano premeditato la cosa come dici tu, Giulio. Ma io trovo quella gente, e il suo capo in particolare, troppo “italiani”, troppo poco organizzati, troppo propensi agli stati d’animo del momento, a cavalcare i sentimenti popolani peggiori, troppo opportunisti per concepire un disegno così raffinato. A me sembra che un Paese popolato da gente per bene e competente e intelligente sia caduto in mano a un manipolo di cialtroni, di guappi, di bulletti da osteria che non perdono occasione per declamare battutacce da postribolo e subito lanciare un sorriso complice al prete come a dire “don Peppì, si fa per scherzare”. Che disgusto.
8 febbraio 2009 alle 21:12
Livio, non si vincono le elezioni, non si diventa presidente del consiglio dei ministri eccetera, se non si è “organizzati”.
8 febbraio 2009 alle 23:29
Penso anch’io che sia così. E quello che ne consegue è molto preoccupante. C’è da augurarsi di potere ancora continuare a parlare di queste cose, visto quello che si prepara:
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=2
9 febbraio 2009 alle 00:35
anch’io sono convinta che sia andata così. E sono convinta che sia stata calcolata anche l’indignazione che si sarebbe sollevata. Di questo per esempio ho letto pochissimo in rete: http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/giustizia-9/processo-penale/processo-penale.html
9 febbraio 2009 alle 01:25
Ho pensato esattamente la stessa cosa anche io !
E’ pazzesco!
Ma io mi domando: ma dove siamo tutti noi laici?
Segnalo il blog http://appellolaico.wordpress.com/
9 febbraio 2009 alle 09:11
condivido in pieno.
9 febbraio 2009 alle 09:55
condivido tutto.
9 febbraio 2009 alle 10:23
Condividido tutto e aggiungo: a questo punto vedo un motivo in più (un motivo meno spirituale e più temporale, lo riconosco) per augurarmi che Eluana non venga fatta morire: mandare all’aria la strategia infame di Berlusconi.
9 febbraio 2009 alle 10:25
Grazie Giulio, per aver dato parola lucida a quelli di noi che sono indignati (incazzati) tanto da non riuscire neanche a organizzare un discorso sull’argomento.
9 febbraio 2009 alle 10:40
Faccio fatica a scrivere. Da quando è stato “invocato” il silenzio praticamente ogni essere vivente si sente in dovere di dire qualcosa sull’argomento. Io non voglio parlare dello specifico da cui tutto è nato.
E’ assurdo dover assistere alle prevaricazioni di un governo e di un’istituzione come la chiesa cattolica che si muovono mostrando assoluto terrore per ciò che è la morte. E’ chiaro che il nostro governo, che di tutto si è occupato meno che di fare una legge su questo importantissimo tema, ora si muove per i motivi così bene individuati da Giulio ed espressi in questo pezzo. Noi dobbiamo opporci all’eversione quotidiana di questo governo, semplicemente in ogni nostro atto quotidiano.
La Chiesa ha completamente dimenticato (presa dalla sua lotta di “potere” contro le altre “fedi”) il concetto di resurrezione che Cristo ci ha donato, esorta a seguire la scienza che ci tiene in vita con un sondino come cento anni fa non era possibile e condanna la scienza che crea le “pillole abortive”…come le chiamano loro…è una chiesa allo sbando che lotta per non decomporsi anche qui in Italia come le è già successo nel resto del mondo. E’ ovvio che sia una chiesa “aggressiva”, ma perdente perché tradisce il messaggio evangelico fin dalle sue basi, perché non crede più nella vita ultraterrena.
Non mi capacito che Berlusconi, nel suo delirio di onnipotenza, non si sia ancora recato a imporre le sue mani per far alzare Lazzaro. Questa, visto quello che si sostiene, sarebbe la soluzione più ovvia e migliore per tutti.
A nessuno (non solo al governo o alla Chiesa) importa nulla del Lazzaro in questione: improvvisamente NOI tutti vogliamo più bene a Lazzaro che il padre di Lazzaro. Sappiamo tutti approvare o disapprovare ogni singola mossa di questo folle percorso, in qualsiasi direzione vada. I laici senza dubbi, i credenti senza nemmeno provare ad avere fede in quello che dicono di voler preservare.
Questo è quello che si respira in mezzo alla gente. Oggi è lunedì e qui in piazza si parla come sempre di Roma e Lazio e di questo…..
Io mi auguro solo che la politica tutta sia al suo ultimo giro di lancette. Mi auguro che l’intontimento quotidiano di cui siamo vittime sia finalmente smosso da quest’ultimo attacco che un governo antidemocratico sta portando al paese. E che su tutto il resto cada da oggi il silenzio almeno da parte di chi si affida al rispetto del volere del padre terreno di Lazzaro, augurandomi che i finti credenti e i veri credenti la smettano di giocare a fare il padre celeste di Lazzaro.
9 febbraio 2009 alle 11:03
Siamo tutti d’accordo, credo…
Ma se avessimo evitato di dare corda ai deliri berlusconiani e li avessimo lasciati soli, soli contro Beppino Englaro, Questo governo, questa maggioranza, questo CasinButtiglione e tutte le gerarchie ecclesiastiche unite contro Beppino Englaro, forse li avremmo visti sconfitti. Invece la nostra protesta ha avuto il paradossale risultato di fortificarli e legittimarli.
9 febbraio 2009 alle 11:06
dicono: dopo 17 anni, che cosa costa questo padre aspettare ancora qualche giorno? aspettare che ci sia una legge? e nessuno dice: questa legge renderà per sempre impossibile liberare Eluana Englaro. suo padre ha vagato per tutti i tribunali possibili, dal giudice di pace al tar, per poter fare come diceva lei. non lui, lei. e adesso gli dicono: ma brav’uomo che fretta hai? aspetta un attimo che ti diamo la legge. peccato che così non si potrà più fare niente. e nel bailamme noi cittadini veniamo distratti e ci dimentichiamo che stanno facendo anche un’altra legge (quella sul testamento biologico, non questa proposizione da farisei odiosi da cuocere in fretta nel forno della cattiva coscienza e della piaggeria. ma questi parlamentari sono davvero a tal punto e tutti ominicchi?). Questa legge (in discussione al Senato) impedirà a TUTTI di poter decidere per sé stessi se mai si cadesse in stato di incoscienza
(Articolo 5. Nella DAT il soggetto non può inserire indicazioni finalizzate all’eutanasia attiva o omissiva. Articolo 6. Alimentazione ed idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze e NON possono formare oggetto di Dichiarazione Anticipata di Trattamento.)
e anche quel poco che si potrà indicare non sarà vincolante
(Art. 8 – RUOLO DEL MEDICO – La volontà espressa dal soggetto nella sua Dichiarazione Anticipata di Trattamento è attentamente presa in considerazione dal medico curante che, sentito il fiduciario, annoterà nella cartella clinica le motivazioni per le quali ritiene di seguirle.).
siete preoccupati? non è abbastanza, grazie all’insipienza o alla furbizia dell’estensore, anche da coscienti non c’è da star sicuri che il medico – alla fine – debba rispettare la vostra volontà
(Articolo 2 L’attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute, nonché all’alleviamento della sofferenza *non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente*, attraverso la *non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute,* da cui in scienza e coscienza si possa fondatamente attendere un beneficio per il paziente.
Articolo 3 – Il divieto di accanimento terapeutico non può legittimare attività che direttamente o indirettamente, *per loro natura o nelle intenzioni di chi li richiede o li pone in essere*, configurino pratiche di carattere eutanasico o di abbandono terapeutico.)
Avete notato il “nelle intenzioni”? io sono spaventata e non solo per la povera Eluana Englaro. per suo padre così coraggioso (e lo dico con il più grande rispetto: coraggioso e amorevole, capace di amare fino in fondo!), non solo per la sorte della nostra democrazia, ma anche per la mia sorte, di ciascuno di noi. abbiamo un governo che si dichiara liberale perché “non mette le mani nelle tasche degli italiani” e poi le mette sui nostri corpi, sulle nostre libere coscienze e sulle NOSTRE INTENZIONI!!!
scusate la lunghezza.
9 febbraio 2009 alle 11:12
Anche io sono d’accordo.
Non sono d’accordo con il commento di Federico Platania, invece
Stavo giusto per scrivere: il fatto che il padre vada avanti nella sua dignitosa, drammatica battaglia è il segno della qualità di qest’uomo, la cui ostinazione si smarca dalla abietta logica politica in cui si muove Berlusconi: nella logica politica “farebbe comodo” che Eluana non-muoia. Ma a Beppino Englaro non interessa la logica politica. E penso faccia molto bene.
Ezio
9 febbraio 2009 alle 11:28
Post di una lucidità e di una verità esemplari.
9 febbraio 2009 alle 11:58
concordo sul fatto che il governo non ha fatto tutto, che si sia mosso tardi, che Berlusconi stia agendo male e tutto quanto; ma che addirittura il presidente del consiglio voglia la morte della ragazza al fine di una specie di trionfo personale mi sembra un’ accusa decisamente esagerata e grave, figlia di quella mentalità che sospetta il complotto ovunque e che io personalmente non sopporto.
9 febbraio 2009 alle 12:13
La pluralità di fronti su cui queste squadriglie di guastatori si muovono lungo tutte le possibili linee di frattura della nostra società è tale per cui non riesco nemmeno a immaginare quale mai possa essere un’ipotetica priorità da assegnare a qualcosa per cui “combattere” (e il fatto che questo verbo mi chiami l’uso delle virgolette è un doloroso lapsus freudiano, credo).
La profondità della sconfitta è così enorme che a volte penso che esistano solo due possibilità: la mimetizzazione apneica e silenziosa con lo sfondo; o l’espatrio.
E’ sconvolgente la determinazione di questi eversori a non fermarsi davanti a niente, lucidamente nutriti ciascuno della forza delle proprie droghe che non saprei se definire ideologiche o relative all’orgia di potere.
E’ sconvolgente la fiacchezza delle reazioni di ciò che va impropriamente sotto il nome di opposizione.
E’ sconvolgente la mancanza di consapevolezza dell’eccezionalità del momento dimostrata dalla mia categoria professionale, quella dei giornalisti, che è come se non riuscissero a capire che, comunque vada, questa vicenda rappresenta l’acme, il punto di non ritorno.
Parlo di Eluana, certo (e d’altra parte questa gente mai si è fatta fin qui scrupoli a utilizzare ad oggetto le donne vive, vivissime, gravide, aspiranti gravide, madri, morenti o morte), ma anche Internet, e il testamento biologico, e la riforma della giustizia, e i medici-spia, e il reato di immigrazione clandestina, e il decoro come forma di esclusione, e la povertà come colpa, e il filo-nazismo come medaglia, e il leghismo come legittimazione della flatulenza…
9 febbraio 2009 alle 12:19
grazie Giulio della tua lucidità.
Cristiano
9 febbraio 2009 alle 13:09
L’ipocrisia e il cinismo che stanno accompagnando l’esito di questa storia dolorosa sono insopportabili.
Quando mia nonna, a novantanni passati, lucida e in perfetta salute fisica e psichica, salvo la rottura di un femore che aveva portato al suo ricovero in un istituto di suore che la accudivano senza partecipazione, indurite, probabilmente, da una infinita serie di vecchi corpi che passavano di lì, ha deciso che era ora di morire e ha riifutato il cibo, nessuno le ha messo un sondino, o la ha obbligata a mangiare, nessuno ha combattuto per prolungarle la vita.
Ci è parso giusto e naturale, e altrettanto giusto e naturale è parso evidentemente ai medici, alle suore e ai religiosi che passavano nelle corsie.
Ma era vecchia.
Evidentemente un vecchio corpo e una vecchia persona hanno meno valore e più libertà di un corpo che vegeta ma non ha ancora quarant’anni.
Ma poichè è così, non mi si venga a dire che la vita è SEMPRE un valore, c’è vita e vita, anche per la Chiesa.
Si dirà che nel caso Englaro non c’è prova certa delle volontà della paziente.
Una sentenza definitiva dice il contrario, ma ammettiamolo pure, ammettiamo che la Englaro potesse uscire da sé e guardare dall’esterno il suo corpo e la sua mente inerti da 17 anni e profondamente cambiati da questi 17 anni di vita vegetativa, vorrei guardare in faccia chiunque sostiene che non sarebbe d’accordo con suo padre.
C’era la pietà una volta, ma è morta, e se non è morta è costretta a nascondersi.
9 febbraio 2009 alle 14:46
Putroppo, le cose stanno esattamente come dici tu: alla serietà, alla buona fede, al coraggio, si sono sostituiti il calcolo politico, la meschineria, il gesto televisivo. La democrazia è un meccanismo fragile – i fatti di questi giorni dimostrano che il suo crollo avverrà tra il silenzio inebetito di tutti.
9 febbraio 2009 alle 14:53
Credo che la conferma a questa teoria ce l’avremo presto
9 febbraio 2009 alle 15:28
Sottoscrivo parola per parola. E aggiungo che proprio questo divario tra le assunzioni di responsabilità fa del Governo un governo senza dignità e di Beppino Englaro un padre pieno di dignità.
9 febbraio 2009 alle 15:51
Le loro facce compunte, seriamente preoccupate per i figli devianti che tentano l’omicidio. La loro parata menzognera per nascondere il loro abuso di potere
Dopo aver fatto i loro comodi, dimenticheranno quel corpo che sarà lasciato putrescere nel dimenticatoio. Sarà compito nostro ricordare ad ogni passaggio istituzionale l’amoralità e il cinismo di questo capo di governo e di quei lupi travestiti da pastori che mostrano il loro pietismo peloso per ottenerne prebende e risarcimenti.
Sono molto incazzato, ma non potrò mai dimenticare il valore civile di Beppino Englaro che, invece che volare in Olanda per un trattamento eutanasico ad Eluana, ha combattuto qui, in Italia, il paese più retrivo di questo mondo, che per questa vicenda meriterebbe di scivolarein fondo ad ogni classifica dei diritti (civili, politici, sociali)
9 febbraio 2009 alle 17:18
Io non sono un “complottista”, però mi rendo conto che quello che ha ipotizzato Mozzi potrebbe essere vero, eccome. Solo ad immaginare mi vengono i brividi… Un fatto però resta: Eluana sta morendo. E questa morte è giusta o è sbagliata? Ed è questa la domanda da porsi?
Cordialmente…
nm
9 febbraio 2009 alle 17:27
Nevio, ci sono tre questioni distinte. Una è la questione del diritto a disporre della propria morte (con i suoi corollari: se si possa disporre della propria morte per via testamentaria, se un tutore possa disporre della nostra morte nel caso in cui noi non si possa farlo personalmente eccetera). Di questo si sta discutendo ormai da anni.
La seconda questione è il giudizio su questo singolo caso. E io ho solo un’opinione: sono convinto che il signor Beppino Englaro agisca per amore.
La terza questione è l’uso eversivo di questa vicenda da parte dei nostri attuali governanti. Ed è di questo che ho parlato in questo articolo.
A “supernaut” dico: il “complottismo” non mi appartiene. Ma in questo articolo ho effettivamente fatto qualcosa che non faccio quasi mai: ho fatto delle immaginazioni – e lo dico da subito, fin dall’inizio dell’articolo, che sono solo immaginazioni – sulle intenzioni altrui.
9 febbraio 2009 alle 17:41
La vicenda di Eluana, come quelle di Welby e Nuvoli, si svolgono in un’area non ancora definita – una zona oltre confine dove non si è ancora arrivati a sviluppare una morale condivisa. Così come facciamo fatica ad adeguare il nostro appetito al variare dell’habitat (il nostro DNA è stato selezionato dalla scarsità di zuccheri, grassi e sale: quelli che si accontentavano di una ghianda sono tutti morti), allo stesso modo la tecnologia ci pone di fronte a situazioni che non avevamo mai incontrato prima: fino a poco tempo fa, il tempo che passava tra un trauma cranico e una morte “totale” bastava a malapena per chiamare il prete.
E credo che proprio l’ammissione di questa difficoltà debba essere il punto di partenza: questa società si sta ancora interrogando sul senso da dare a parole come “vita”, “autocoscienza”, “morte cerebrale”. Le soluzioni sono tutte, per forza, provvisorie: lo dimostra il fatto che questo Stato sta, contemporaneamente, emanando una sentenza definitiva in Cassazione, cercando di promulgare un DDL di segno opposto, portando un disegno di legge in Parlamento dove l’opposizione voterà secondo coscienza, avviando indagini per tentato omicidio, proteggendo con forze dell’ordine la camera di Eluana, dando a disposiozione una struttura pubblica in Friuli e negandola in Lombardia.
Di fronte a queste spinte centrifughe, deve rimanere al centro l’unico fatto innegabile: cioè l’amore di un padre per la propria figlia, che ha – quello sì – fondamenti biologici e sociali profondissimi.
9 febbraio 2009 alle 19:03
Mi è piaciuto molto il post di qualche giorno fa, incentrato su “quale sia il BENE” per chi è prossimo alla morte.
Perché è proprio questo il punto: chi ha il potere di prendere una decisione dovrebbe avere come obiettivo il bene.
Per quanto ci si giri intorno la questione di Eluana è: eutanasia sì o eutanasia no?
Attiva o passiva, ma sempre eutanasia: ovvero legittimare la possibilità di fermare una vita di sofferenza o una vita vegetativa. Ovvero una vita senza speranza di tornare indietro a quella vita di prima con tutto il bene e tutto il male, ma piena e degna di essere vissuta.
Di eutanasia sì o no si discute da moltissimi anni e non si sono finora tratte conclusioni condivise.
È inevitabile: è una scelta difficilissima.
Oggi l’etica e la religione devono fare i conti con la scienza e con tutte le possibilità che questa offre: si può tenere in vita una persona all’infinito, allora facciamolo. Ci sono i mezzi, dunque usiamoli.
Ma siamo davvero sicuri che sia sempre per il bene della persona interessata?
Forse dimentichiamo che l’obiettivo principale della scienza medica dovrebbe essere non di aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni.
Altrimenti detto: ricordiamoci che esiste anche la Dignità. Ogni persona ha la sua Dignità. Sarebbe il caso di rispettarla, anche favorendo ciò che rende la vita dignitosa e fermando ciò che non la rende tale.
Dimentichiamo anche che a volte è necessario lasciar fare alla natura, che evolverebbe spesso diversamente da come noi vorremmo.
Dimentichiamo che in tutti questi anni Eluana è stata tenuta in vita con alimentazione forzata, quindi in modo innaturale.
Ci vuole coraggio per scegliere di smetterla di interferire con la natura.
Guardando le cose da un altro punto di vista immaginiamo di mettere sui piatti di una bilancia i due oggetti del contendere: da una parte l’accanimento terapeutico e dall’altra l’eutanasia.
Chiamo semplicemente le cose con il loro nome, senza giri di parole.
Su entrambi i piatti c’è qualcosa che dipende dalla volontà umana: l’accanimento terapeutico, in questo caso l’alimentazione forzata, può essere giusto o sbagliato e in generale lo si ritiene sbagliato. Tuttavia si continua a farlo, spesso per mettersi a posto la coscienza e dire a se stessi che si è fatto tutto, ma proprio tutto il possibile.
Sull’altro piatto della bilancia c’è l’eutanasia, argomento abbastanza recente e controverso: giusta o sbagliata? Tutto è relativo: in alcuni contesti sarebbe giusta, in altri sbagliata. Ma esiste e molti la desiderano e non credo proprio si possa o si debba considerarli criminali per questo.
La bilancia di Eluana è in equilibrio perché l’ago viene tenuto fermo in una situazione di stallo. Ma ad un certo punto bisogna decidere, scegliere quale delle due cose prendere e lasciare l’altra indietro.
Semplicemente perché non si possono prendere tutte e due: una sola.
Ed è difficile.
Io non mi aspetto affatto da questo o da qualsiasi altro governo una decisione frettolosa e discutibile. Anche perché il caso Eluana sta creando comunque un precedente per preparare o meno il terreno alla legittimazione dell’eutanasia.
E la decisione del governo non sarà mai da tutti condivisa, qualunque essa sia.
E, ora lancio una provocazione, siamo sicuri che quando interrompiamo la vita, intenzionalmente, legalmente, con buonissime intenzioni di salvare la vita a più persone, quando prendiamo tutti gli organi possibili ad un “donatore” lo facciamo per il suo bene? Siamo proprio sicuri? Non ci piace chiamare eutanasia ognuna di queste morti quotidiane di tanti donatori di organi. Ma lo è.
La scienza medica ha potere di vita e di morte.
Ma c’è la coscienza con la quale fare i conti. Con tutti i dubbi che ci insinua continuamente, giustamente. Eppure in qualche modo bisogna sciogliere i dubbi e fare delle scelte e realizzarle.
Io non conosco tutti i particolari della vicenda di Eluana. Ma credo che suo padre abbia portato avanti coraggiosamente la richiesta di eutanasia pensando al bene di sua figlia.
E sono certa che gli sia costato moltissimo, perché l’amore per i figli impedisce di lasciarli andare. Fare qualcosa per permettere ad una figlia di andarsene così, per sempre, per il suo bene, secondo me è un immenso gesto d’amore. Rispettiamolo.
9 febbraio 2009 alle 19:06
Mozzi, grazie per la risposta. La mia era una domanda che voleva spostare il baricentro della questione… Però non è questa la sede, non tra i commenti di questo specifico articolo. Me ne scuso.
Cordialmente.
nm
9 febbraio 2009 alle 19:10
Giulio, come dicono i rapper “massimo rispetto” per questo pezzo.
9 febbraio 2009 alle 19:14
Che dire, Giulio, secondo me hai colto nel segno. Le cose stanno davvero così. Grazie per aver dato parole a ciò che io, ma penso in molti, pensiamo su questo aspetto.
9 febbraio 2009 alle 19:14
Sottoscrivo.
Mi permetto, però, anche di dire che sono anni che si discute di una Legge che, in qualche maniera, renda più chiaro il quadro, almeno per quanto esso possa essere limpido in maniera Laica.
Nessun Governo l’ha mai varata.
Quindi, pur sottolineando la nefandezza di questo Esecutivo, la sua protervia, il suo esasperato populismo, la sua ignoranza (che trapela dalle parole di molti esponenti), mi rammarico del fatto che la “Sinistra” non abbia agito prima.
E meglio.
9 febbraio 2009 alle 19:16
Margherita, ti faccio notare due cose. All’inizio scrivi: “è proprio questo il punto: chi ha il potere di prendere una decisione dovrebbe avere come obiettivo il bene”. No. Il punto – dal punto di vista della legge – è: decidere chi ha, se qualcuno ha, il potere di prendere una decisione.
A metà circa dici: “Chiamo semplicemente le cose con il loro nome, senza giri di parole”. No. La scelta delle parole determina già un modo di porre la questione. Ad esempio: tu, opponendo “accanimento terapeutico” e “eutanasia”, suggerisci un significato della parola “eutanasia” più ristretto di quello che si intende nel dibattito di questi mesi. E dovresti aver notato che la parola “eutanasia” è oggi rifiutata da quasi tutti coloro che partecipano al gran gioco del dibattito.
Io sono favorevole all’uso che tu fai della parola “eutanasia” (cito dal dizionario di De Mauro: “morte rapida e non dolorosa provocata deliberatamente sospendendo un trattamento medico o somministrando farmaci per porre fine alle sofferenze di malati inguaribili”). Ma, in questioni intricate e stratificate come queste, credo che il significato condiviso delle parole debba essere stabilito nella discussione – e che non sia possibile (anche se, ammetto, sarebbe bello poterlo fare) fare ricorso a un uso “ingenuo” delle parole.
Quando dici: “La bilancia di Eluana è in equilibrio perché l’ago viene tenuto fermo in una situazione di stallo. Ma ad un certo punto bisogna decidere, scegliere quale delle due cose prendere e lasciare l’altra indietro”, mi pare che descrivi la situazione, e il problema, come meglio non si potrebbe.
9 febbraio 2009 alle 19:22
Ma in realtà, Nevio, è difficile – oggi – separare le questioni. Ci vuole un pedante come me, e non tutti sono pedanti come me (e ciò non è necessariamente un male).
9 febbraio 2009 alle 19:44
In effetti, Mozzi, io tendo per natura a semplificare le cose, a ridurre tutto al nocciolo della questione… E’ che ho fretta di trovare subito la ragione ultima, di vedere il bianco dove c’è il bianco e il nero dove c’è il nero (che non sempre, però, è un male).
Cordialmente.
9 febbraio 2009 alle 19:52
Ipotesi possibile che mi convince poco. Se ho ben capito la tua analisi questa si fonda sul momento decreto: perchè solo ora e non prima? La risposta della “raffinata strategia” mi sembra la meno immediata e la più fantasiosa. Io la vedo così:
Questo governo – quindi NON solo Berlusconi – si distingue, tra l’altro, per l’uso strumentale di principi e sentimenti. Ogni fatto viene valutato è risolto da un punto di vista molto pragmatico, badando all’interesse di parte. Quando un fatto è di difficile gestione parte immediatamente una cortica fumogena fatta di molte e vacue chicchere e pochi e pelosi fatti.
Un esempio è il caso Pantelleria. Qualcuno ricorda le dichiarazioni di Maroni sugli immigrati che sarebbero stati rimpatriati immediatamente e NON trsaferiti sul continente? Bene, NON sono stati rimpatriati perchè si possono rimpatriare SOLO quegli immigrati con il cui stato di provenienza è stato siglato un accordo: ad oggi solo L’EGITTO. A Maroni NON interessava risolvere il problema ma mandare un messaggio ai Padani ” Non li trasferiremo da voi”.
Una vicenda come quella di Eluana è dal punto di vista politico una bomba perchè sta polarizzando l’opinione pubblica in due fasce. Due fasce che si scontrano NON sulla base di interessi ma di principi e di sentimenti, una pericolosissima miscela. Quando sono in ballo interessi una diversa calibrazione del dare e dell’avere di solito consente di raggiungere un compromesso soddisfacente per tutti. In tempi di vacche magre si mugugna di più ma ci si accorda lo stesso. Si vince e si perde a mezzo e la questione si chiude li. Ma non si possono rimodulare valori, principi e sentimenti. Il vantaggio di essersi schierato da una parte è bilanciato dallo svantaggio di essersi dichiarato nemico dell’altra. Se un partito ha limitato seguito questo non è un problema perchè identificarsi con una parte porterà comunque una crescita – è il caso dei Leghisti che si schierano spudoratamente da una parte perchè hanno rinunciato all’altra – ma se un partito ha vocazione ecumenica – come il PDL – il rischio è quello di alienarsi le simpatie di potenziali elettori e questo, si badi, comunque si scelga.
L’interesse di Berlusconi in una vicenda come questa è starne fuori, fare da arbitro, essere super partes, perchè un intervento diretto irriterà una parte. E la irriterà nel modo peggiore perchè andrà a colpirla nei principi e nei sentimenti. Infatti ne è stato fuori fino ad oggi.
Ma c’è un altro rischio, quello di fare la fine di Veltroni, di perdere consenso perchè “assente ingiustificato”. Si può essere terzi soltanto fino a un certo punto, poi si diventa ignavi, inconsistenti.
Se Berlusconi oggi si fa vivo, dopo un silenzio di anni, è perchè il costo politico del silenzio era diventato troppo elevato, quale governo che governa può stare fuori da una simile vicenda? Era compatibile l’assenza con il piglio pragmatico e decisionista che si è dato? Era compatibile l’assenza con il ruolo di difensore della chiesa che si è dato?
Per me no.
La mia ipotesi è che abbia scelto il minore dei male – dal suo punto di vista, si capisce – e si sia schierato dalla parte che promette minori svantaggi, cioè la chiesa.
Si è schierato anche goffamente, mi sembra, perchè nonostante le sue dichiarazioni contro “i staltalisti” è chiarissimo che lo “statalista” è lui, non gli altri. E’ lui che vuole vietare.
Detto per inciso poi, trovo parecchio pelosa l’impostazione “Eluana deve vivere o morire”, perchè non è questo di cui si parla ma bensì chi decide della vita e della morte di Eluana, lo stato o il padre?
In atri termini: se a io entro in coma chi deve decidere della mia vita, io tramite le mie volontà o lo stato in un senso ben definito?
9 febbraio 2009 alle 20:31
ore 20.30. Eluana Englaro è morta.
9 febbraio 2009 alle 20:39
Senza dubbio una riflessione molto intelligente. Ora stiamo a vedere.
9 febbraio 2009 alle 21:15
Eluana è morta e forse le tue teorie – che condivido – possono avere l’effetto contrario: ovvero che la sua morte possa far avverare una legge sul testamento biologico seria e bipartizan. Ormai l’urgenza è finita e si potrà lavorare con la coscienza tutto sommato non offuscata dalle ideologie, presunte, dovute al particolare momento
9 febbraio 2009 alle 22:02
Parole sante, stasera più che mai
9 febbraio 2009 alle 22:26
Letto ora. Grande pezzo di Giulio, con la calma e la lucidità che in questa vicenda a me sono mancate –
9 febbraio 2009 alle 23:05
oh. finalmente potremmo occuparci d’altro.
9 febbraio 2009 alle 23:21
ludeangeli, di Mentana che si dimette ?
10 febbraio 2009 alle 00:42
Un’analisi molto intelligente e tristemente realistica
10 febbraio 2009 alle 01:38
Ci sono invece delle prove storico-culturali che indicano come l’azione del governo sia stata condotta sotto l’insegna del melodramma. In Italia, a Firenze, verso la fine del XVI secolo, è nato il melodramma. E il melodramma ha presieduto alla nascita dell’Unità d’Italia (G. Verdi). Melodrammatici sono stati i re italiani rispetto ai loro omologhi europei, melodrammatica è l’indole dell’italiano medio col suo “tengo famiglia”, melodrammatiche sono le arie musicali borbonico-partenopee o nordiste-savoiarde che da sempre gli risuonano nelle orecchie, e di melodramma è impastata la politica italiana fin dalla nascita. Per cui i politici non hanno potuto accettare le tinte forti di un dramma che imponeva silenzio, rispetto e meditazione, ma, come in una telenovela (erede postmoderna del melodramma), le hanno volute dimidiare (il melo-dramma sta, per l’appunto a metà nella scala dei generi), e non contenti ancora, stuprare e fagocitare nella farsa melodrammatica a loro consona. A questo punto è entrato sulla scena il personaggio giusto, a metà tra l’attore e il cantante-pianista delle orchestrine sulle navi da crociera, che ha continuato a suonare, a tirare commosso e commovente coriandoli e stelle filanti (il pathos nel melodramma si volge in commozione), mentre ha dato ordine alla sala macchine di lanciare il Titanic dello Stato italiano contro l’iceberg del regime forte, su cui, a naufragio avvenuto, salirà vestito non già di orbace e fez (indumenti obsoleti del passato), ma di un elegantissimo giaccone di goretex, come si addice ai tempi. E senz’altro il nuovo regime sarà melodrammatico, come vuole la democrazia del numero sancita nelle urne.
10 febbraio 2009 alle 07:01
Purtroppo i media hanno fatto entrare Eluana in casa nostra come se fosse una nostra parente…Adesso che è venuta meno per tutti si è creato un vuoto ed assieme a questo ci si interroga sui perché della sua morte.
Don dimentichiamoci però che ogni giorno altre persone vivono l stesso dramma per cui un alegge in materia è necessaria.
Saluti
10 febbraio 2009 alle 07:43
Ma ci fate o ci siete?
Ora, a parte i catastrofismi, che non condivido, in questo post arriva te sostanzialmente alle stesse conclusioni cui sono arrivato io, ovvero che l’intervento del Governo, giunto con grande ritardo, si spiega non come un afflato etico, ma come uno strumento per ottenere un risultato politico. L’obbiettivo, a mio avviso, non era la svolta autoritaria sospettata da voi, ma piuttosto quello di ridurre la Chiesa e il mondo cattolico a una setta di integralisti bisognosa dell’ombrello di Berlusconi e completamente invischiata col governo di centrodestra. Comunque sia, come riconoscete anche voi, l’unico strumento per ottenere che Berlusconi non raggiungesse i suoi scopi era tenere in vita Eluana. Allora mi chiedo: perché avete permesso in maniera plebiscitaria che Eluana morisse? Siete masochisti o la decisione di far morire Eluana era più importante del consegnare il paese nelle mani di un dittatore? Non siate ipocriti, è stato comodo essere complici del Governo, facendo finta di dissentire dal premier, perché in fondo pure voi lo sapevate che per Eluana non c’era più scampo e, in fondo, togliersi dai piedi quei noiosi rompiscatole dei cattolici era un’occasione troppo ghiotta. Obbiettivo raggiunto.
saluti cordiali
Andrea Nepoti Goitan
10 febbraio 2009 alle 11:09
Alcor sei proprio un idiota: ma che paragoni fai? vuoi mettere una persna anziana che pian piano si spegne per vecchiaia (tutti gli anziani che hanno la fortuna di morire di -vecchiaia- e non di particolari malattie si spengono così) e una persona in stato vegetativo il cui corpo non risponde ad alcun segnale (nemmeno quindi al segnale dell’inappetenza dovuto all’imminente morte, che invece c’è negli anziani che si stanno spegnendo).
nel caso di eluana poi, non parlate di alimentazione -forzata- o addirittura di accanimento terapeutico visto che non sapete, evidentemente, il significato di quest’ultimo termine. eluana non era nelle condizioni di alimentarsi da sola, allora con ATTO MERAMENTE UMANO, non esclusivamente medico, la si nutriva e idratava. i neonati se non li nutre qualcuno non sopravivono; molti anziani, non moribondi ma non più in grado nemmeno di deglutire vengono alimentati con cibo semi-liquido (andate a vedere i centri di ricovero per anziani disabili, ce ne sono tanti). e allora? che si fa? visto che ci siamo smettiamo di alimentare anche loro? dopotutto non abbiamo voluto tenere in vita una donna giovane figuriamoci un anziano novantenne il quale non ha davvero alcuna speranza e che potrebbe morire da un giorno all’altro visto l’età.
e poi: ammesso che eluana non abbia sentito alcun dolore (questo è quasi certo), la cosa intollerabile è il tipo di morte che ha fatto: inedia e disidratazione. ma vi rendete conto? disidratazione! si asciuga la pelle, si asciugano le mucose..e questo perchè? perchè oggi la società è malata di una malattia che si chiama PIETISMO, BUONISMO,PENSIERO DEBOLE, MIELOSO “VIVI E LASCIA VIVERE”, LO SLOGAN DEI PROGRAMMI DI MARIA DE FILIPPI: “IO HO IL MIO PENSIERO, TU HAI IL TUO.PUNTO”. Al diavolo il senso comune, quella legge naturale di cui parlava l’Antigone di Sofocle: “Regole non d’un’ora, non d’un giorno fa. Hanno vita misteriosamente eterna. Nessuno sa radice della loro luce.
E in nome d’esse non volevo colpe, io, nel tribunale degli dèi, intimidita da ragioni umane.”
10 febbraio 2009 alle 12:04
Io per non sbagliare, ho pubblicato il mio testamento biologico.
http://www.blochincuius.com
10 febbraio 2009 alle 16:40
condivido in tutto.
10 febbraio 2009 alle 18:13
@lia de lucia
non ho capito niente del tuo intervento, è paradossale? è provocatorio? è direttamente offensivo nei miei confronti? ti sei chiesta cosa intendevo dire? o hai preso direttamente la clava come hanno fatto troppi in questi giorni?
10 febbraio 2009 alle 20:08
si,é direttamente offensivo nei tuoi confronti, visto come hai impostato il tuo discorso: non puoi basare la tua argomentazione parlando di una persona anziana che pian piano si spegne e una persona che è viva, che respira autonomamente e che ha bisogno di assistenza perchè completamente invalida. hai detto che la vita,probabilmente, non ha lo stesso valore a seconda che si tratti di un anziano o meno. ma come puoi affermare una cosa del genere? la VITA va tutelata e difesa. è un nostro dovere nonchè un principio di legge naturale. e non c’è differenza tra quella di un anziano e quella di un giovane. però, sempre in base a questa -legge- sappiamo che dobbiamo accettare il fatto che un anziano muoia di vecchiaia (e non muore perchè lo ha deciso, ma solo perchè il corpo si -spegne-, fa time-out), e che dobbiamo invece assistere materialmente chi non sta morendo,chi non è moribondo ma ha bisogno di assistenza perchè altrimenti morirebbe. non si tratta di dare un valore alla vita a seconda dei casi, si tratta solo di agire con buonsenso e adempiere ai nostri doveri umani e intervenire quando è richiesto. quando tua nonna è morta non lo ha “deciso”, si è solo attivato quel processo di declino che conduce alla fine. ed è stato accetato perchè naturale. se invece tua nonna avesse avuto problemi di altro tipo, come succede a molti anziani (per esempio nel centro anziani dove vado ogni tanto ne vedo molti che stanno seduti e guardano il vuoto tutto il tempo, senza muoversi o rispondere a segnali e vanno imboccati) coloro che l’assistevano le avrebbero dato un altro tipo di assistenza materiale.
il caso di eluana va paragonato solo a casi come quest’ultimo che ho citato: a quello di persona totalmente invalida ma non moribonda. perchè eluana era viva, respirava, senza respiratori, non era attaccata a nessuna macchina. aveva conservato tutte le funzioni vitali, alternava addirittura stati di sonno con stati di veglia.
concludendo ripeto per l’ennesima volta: non è discorso di “diverso valore dato alla vita a seconda dei casi”, ma di diverse situazioni nelle quali l’uomo è chiamato ad intervenire oppure ad astenersi dall’intervento.
un’altra cosa (che però non è rivolta a te ma ad altre persone che hanno scritto idiozie): parlate di politica, laicità (che per me più che laicità è fanatico laicismo), ingerenze del vaticano. ma ragazzi: stiamo parlando di un argomento che non conosce nè schieramento politico nè religione: riguarda la coscienza umana universale. ogni occasione è buona per attaccare la chiesa,mi chiedo se sia ignoranza o malignità: tutto ciò che sta facendo la chiesa è cercare di sensibilizzare la gente alla tutela della vita,sta cercando di far capire che la morte e la vita non sono argomenti da poter affrontare con il metodo del soggettivismo. e la religione non c’entra nulla, è un discorso che riguarda la morale universale.
10 febbraio 2009 alle 21:52
e perché scusa senti il dovere di offendermi?
e perché pensi che altri abbiano detto “idiozie”?
gli altri potrebbero pensare lo stesso delle tue parole, per esempio quando dici “aveva conservato tutte le funzioni vitali”
verrebbe da chiederti per lo meno di definire cosa sono “tutte le funzioni vitali” e se hai avuto accesso a informazioni dirette
ma la tua aggressività non invita a parlare con te
10 febbraio 2009 alle 23:18
funzioni vitali: respirare spontaneamente, avere il ciclo mestruale..non mi sembrano attività che può condurre un corpo morto.
non sono aggressiva, se scrivo qua quello che ho da dire si presume che esponga la mia tesi a critiche e dissensi, perciò chiunque può obiettare e parlare con me. però, quando ciò che altri mi dicono è fuori da ogni logica e quando si fanno paragoni assurdi, non ci si può aspettare che io risponda -ah vabbè tu la pensi così, pazienza-.
se qualcuno ha da obiettare a quanto dico, lo faccia pure, a me fa piacere perchè, come ho già detto, si è qua per discutere. ma mi si facciano obiezioni -soddisfacenti- e costruttive. fino a che si diranno insensatezze e fino a che si portano avanti discorsi su -berlusconi, la politica,le strategie di potere,la chiesa che fa una crociata contro la laicità ecc- non centreremo mai il problema. problema che è di natura morale-bioetica-umana. parliamo di questo e lasciamo stare altre questioni che servono solo a dare alla gente un’occasione per aprire bocca e criticare.
piccolo PS personale: non ho esordito in modo molto cordiale in questo forum, visto che ti ho offeso. mi scuso per l’impulsività.
11 febbraio 2009 alle 03:56
Gira che ti rigira la “larva” (sic! quante volte l’ho letto) Englaro, l’indifesa Englaro, la “pianta” Englaro invece è tornata buona per dare robuste clavate, chi alla Chiesa, chi a Berlusconi, chi a Napolitano, chi ai sinistri, chi ai destri, chi a al papà e chi a Padre Pio o ”ndo cojo cojo…
Maledetti, che quella donna l’avete ridotta uno straccio più voi altri strolgatori dei complotti e estetisti dei mortacci, che 17 anni di letto.
Finitela di strarompere e mettetevelo subito ‘sto cappio al collo, dunque: a che vi serve diventare vecchi se poi diverrete arredi per gli ospizi con la bavetta?
Orsù.
11 febbraio 2009 alle 07:55
Come ho già detto, ci sono tre questioni diverse.
1. La legge da fare.
2. La storia di Eluana, Beppino e Saturna Englaro. La loro storia e le loro decisioni. E il bisogno che ciascuno sente di capire, di comprendere ciò che è accaduto.
3. La strumentalizzazione di questa storia da parte di governanti e opposizione. Questa strumentalizzazione a sua volta è divisibile in due questioni:
3a. Strumentalizzazione di questa storia per creare consenso attorno a un determinato progetto di legge sul testamento biologico, sulla fine della vita eccetera.
3b. Strumentalizzazione di questa storia per creare consenso attorno a un progetto di modifiche istituzionali che concentrino molto potere nel governo e nel capo del governo.
Questo mio articolo parla della questione 3b.
11 febbraio 2009 alle 09:34
E’ vero, il commento su mia nonna era OT e poteva esser preso per una sbrodolata sentimentale o una divagazione senile, ma seppure alla lontana era dal post che era stato stimolato, anche nel senso 3b: la considerazione, il valore e l’uso del corpo e della vita di una persona nella società hanno molto a che fare, come sappiamo, con il potere
L’ho presa molto alla larga, come mi capita, dimenticandomi che questo non è il mio blog, dove avevo tutto il tempo di arrivarci
Quanto all’esito del 3b, è probabile che l’evidenza delle intenzioni del governo agli occhi di molti e le reazioni che ha provocato, sortiscano un effetto contrario, un rallentamento
Resta che seguendo il dibattito di questi giorni le televisioni quasi unanimi hanno continuato a dare un’immagine strumentale, portando in scena malati e famiglie di malati “nelle stesse condizioni” – il che vorrebbe dire anche “nelle stesse condizioni dopo 17 anni” – che erano invece in quelle “stesse condizioni” da due, tre anni quando la speranza è l’unica cosa che tenga insieme la comunità famigliare.
Questo 3a non è indifferente al 3b, è teso a mio parere a ottenere consenso emotivo verso il governo buono che si occupa della nostra vita e ce la garantisce, e che perciò è degno di vedersi affidata buona parte della decisione anche sul nostro futuro politico.
11 febbraio 2009 alle 11:24
Non so fino a che punto sia opportuno parlare di -strumentalizzazione-. sicuramente la tv, con questioni di questo tipo, ci si sfama. però è anche vero che portare in televisione, e quindi esporre davanti a tutta l’italia, casi simili a quello di eluna, non è poi così fuori luogo: infatti, come già avete detto, in sostanza la soluzione del problema è rimesa nelle mani del legislatore e di conseguenza il governo è direttamente chiamato in causa (nemmeno mi piace parlare di potere intendendolo, in questo caso, con l’accezione negativa che di solito si dà a questa parola). essendo noi italiani in attesa di una legge su una materia così delicata abbiamo il diritto di essere informati. non tutti hanno avuto un’esperienza diretta con persone sfortunate come eluana, perciò può tornarci utile sentire direttamente i familiari di coloro che vivono in condizioni simili.
tralaltro le loro testimonianze mi son sembrate davvero limpide, aperte e prive di ogni rivestimento sentimentale-strumentale. per esempio ieri sera a porta a porta hanno parlato diversi genitori, a me sembrava davvero che parlassero col cuore in mano e credo il loro intervento sia stato molto importante.
certo, il governo (inclusa l’opposizione) è scisso. e ogni parte vorrebbe risolvere la questione nel modo migliore e cerca consensi. è davvero una decisione difficile perchè parlare di temi cha alla radice non hanno una matrice giuridica, bensì di altra natura, è un campo minato. poi in questi casi vige la legge “del piano inclinato” secondo la quale una volta che una decisione è presa e si mette in atto non si può più tornare indietro ma anzi, si andrà sempre oltre, verso quella direzione.
personalmente mi auguro una cosa: che sia sì salvaguardato il diritto della persona di scegliere circa le cure alle quali sottoporsi, di scegliere se sia il caso di sottoporsi a cure inutili che prolungherebbero solo la sofferenza, di scegliere quindi di non sottoporsi a quelloche è chiamato accanimento terapeutico, ma che allo stesso tempo questo -libero arbitrio personale- non diventi assoluto, fino ad arrivare a considerare vita-degna solo quella -attiva- e non degna quella immersa nella sofferenza. noi uomini dobbiamo riconoscere di avere dei limiti. non possiamo attribuirci la capacità di dire cosa sia la vita, cosa non lo sia, cosa sia la vita “degna” e cosa non lo sia.
11 febbraio 2009 alle 12:09
A me – in generale – chi si schiera per la “tutela” e la “difesa” della “VITA” a prescindere dalle sue declinazioni materiali, umane o vegetali, fa paura. Ci sento qualcosa di fanatico, una cecità di fronte al dolore delle creature concrete, una totale mancanza di compassione, di pietà, che mi gela.
11 febbraio 2009 alle 12:20
A me fa paura il contrario.